È passato già un anno da quando Felice Moretti, valente studioso bitontino, medievista per formazione e pienamente francescano per indole e spiritualità, ci ha lasciato dopo una lunga e pesante malattia.
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Nato a Bitonto il 21 febbraio del 1947, Moretti, dapprima dirigente delle Ferrovie dello Stato, laureatosi poi in Lettere presso l'Università di Bari, ha collaborato alle attività didattiche delle cattedre di Storia medievale, a Bari e Foggia.
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Fervente ed instancabile appassionato della cosiddetta età di mezzo, Moretti ha lasciato un considerevole patrimonio bibliografico, la sua eredità più preziosa.
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Il ricordo che egli ha consegnato alla comunità degli amici e dei suoi lettori è indubbiamente quello di una persona da rimpiangere e su cui, per forza di cose, dovrà sempre tornarsi e ritornarsi. Soprattutto perché chiara appare la fresca e sempiterna attualità dei suoi studi, su alcuni temi davvero fondanti e rappresentanti un doveroso riferimento bibliografico per studiosi e appassionati.
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Presidente del Centro Ricerche di Storia e Arte bitontina, direttore per anni di Studi Bitontini, Moretti è stato omaggiato con un numero speciale della rivista, con contributi in suo onore. La pubblicazione è stata realizzata anche grazie al contributo del Comune di Bitonto.
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Tra le varie firme, nomi di richiamo e assoluto prestigio come Franco Cardini e Chiara Frugoni. Il volume sarà presentato ufficialmente nelle prossime settimane. Tra gli altri autori dei saggi: Stefano Milillo attuale presidente del Centro Ricerche, Nicola Pice, Luciano Bertazzo, Vincenzo Robles, Carmela Minenna, Vito Sivo, Pasquale Cordasco, Custode Silvio Fiorello, Mimma Pasculli Ferrara, Michele Ruggiero. Nella raccolta anche un testo di monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all'Ionio.
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Un sentito ringraziamento a Marino Pagano ed a tutti coloro che continuano a conservare nella propria mente il ricordo di mio padre.Grazie
Ricordo con affetto e simpatia, misti a commozione, la figura di Felice, amico e collega di lavoro. Il suo impegno negli studi sia di esempio per tanti giovani che non hanno potuto conoscerlo. Un plauso a chi ha avuto l’iniziativa di ricordarlo.