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Caso Palazzo Sylos Calò, Devanna: «Sporgerò denuncia per individuare i responsabili»

Mariagrazia Lamonaca
Nicola Pice
Il collezionista d'arte, al quale è intitolata la Galleria nazionale della Puglia, manifesta tutta la sua indignazione
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Ha usato toni molto duri Girolamo Devanna, nella conferenza stampa convocata ieri nella sua abitazione, nel centro antico di Bitonto.

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Il collezionista d'arte, cui è intitolata, insieme alla sorella Rosaria, la Galleria nazionale della Puglia di Palazzo Sylos Calò, ha voluto rendere nota alla stampa tutta la sua indignazione. Di recente ha scoperto che lo scorso settembre sono stati venduti a privati due locali situati al piano inferiore del palazzo che ospita il museo. Cosa significa questo? «Significa che gli organi competenti, cioè Comune, Regione, Città metropolitana e Segretariato regionale del Mibact, non hanno esercitato il diritto di prelazione sull'acquisto di questi ambienti, lasciando che fossero acquistati da privati che, secondo le ultime indiscrezioni, li adibiranno a negozio di moda».

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Devanna, che ha minacciato di ritirare dalla Galleria le proprie opere se questo dovesse accadere, ha anche annunciato di voler presentare una denuncia perché si faccia chiarezza sull'accaduto e per capire come mai gli enti interessati non abbiano esercitato il diritto di prelazione.

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Inoltre ha già annunciato che non donerà alla Puglia le altre circa 400 opere di cui è in possesso, oltre ad altri circa 200 pezzi archeologici. Tra i dipinti più pregiati custoditi al momento nella sua abitazione bitontina si trovano opere di Emile Bernard, Salvator Rosa, Pino Pascali, Giaquinto, Batoni, Angelica Kauffmann.

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«Quello che è successo è molto grave e andrò in fondo a questa vicenda, sporgendo una denuncia penale» ha dichiarato Girolamo Devanna. «Con la vendita di quei locali – ha aggiunto – non ci sarà spazio per le altre opere di cui sono in possesso e che ora sono costretto a donare ad altre regioni. Inoltre la Galleria possiede altre 84 opere da me donate che giacciono in deposito e che non sono state ancora esposte, proprio per mancanza di spazio».

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Parole dure anche da parte del professor Nicola Pice, che ha denunciato la “latitanza” dell’amministrazione comunale in questa vicenda: «Che senso ha parlare di Bitonto Capitale italiana della cultura se si trascura una realtà fondamentale per la cultura come la Galleria Devanna? Come mai non si è più creata la rete di cui si parlava, tra la Galleria Devanna e le Pinacoteche di Bari e di Barletta? Io penso che si debba ancora lavorare molto, e tutti insieme, affinché questa situazione si risolva».

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L'assessore al marketing territoriale Rino Mangini, intervenuto alla conferenza stampa, ha risposto alle accuse rendendo noto che, ad oggi, il Comune di Bitonto non avrebbe ricevuto la lettera del Mibact che annunciava l'imminente acquisto da parte di privati di quegli spazi, e assicurando che l’ultima comunicazione da parte del Mibact sull’argomento risale al 2014. Mangini ha anche garantito che il Comune andrà a fondo in questa vicenda per individuare tutte le responsabilità. Ha inoltre sottolineato come molto sia stato fatto in passato dall'amministrazione Abbaticchio per valorizzare la Galleria, come ad esempio la mostra su Tiziano organizzata nel 2012, che costò circa 15mila euro: «Ricordo che ci mossero molte critiche all'indomani di quella mostra perché ci accusarono di spendere troppi soldi per la cultura, tralasciando problemi più importanti».

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Intanto però i fratelli Girolamo e Rosaria Devanna sembrano decisi a non voler completare la donazione alla Galleria Devanna, unica galleria nazionale della Puglia.

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Bitonto rischia così di perdere uno fra i più importanti attrattori culturali che può vantare.

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mercoledì 18 Gennaio 2017

(modifica il 29 Giugno 2022, 0:33)

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