Tre parole, mille prospettive per un futuro tutto da riscrivere. Il Piano urbanistico generale diventa così, grazie al confronto con la cittadinanza di Bitonto e frazioni, un modo per immaginare la propria città in un’ottica diversa, più vicina alle reali esigenze di chi la vive.
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«Il Pug e le sue varianti per fortuna è ancora una delle competenze rimaste in seno al consiglio comunale, ovvero la sua approvazione deve per forza passare dai rappresentanti dei cittadini eletti democraticamente, mostrando di essere, così, ancora uno strumento nelle mani dei residenti, che possono incidere sulla programmazione degli interventi urbanistici che ricadranno direttamente sulla loro vita quotidiana» ha esordito il presidente del consiglio comunale Gaetano De Palma, nel corso dell'incontro che si è tenuto ieri sera a Mariotto, promosso dall’amministrazione comunale e dall’assessore alle Politiche urbanistiche Nicola Parisi per confrontarsi con i residenti.
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Una nuova Mariotto
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Dopo i forum di Bitonto e Palombaio, Parisi ha voluto incontrare anche i residenti di Mariotto per sollecitarli ad immaginarla diversa da comee fu ideata 40 anni fa, nel Pug redatto nel 1976 dall’allora sindaco di Bitonto Umberto Kühtz.
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«A noi non interessa un confronto sterile con chi vive la città da vicino, come i residenti, imponendo dall’alto un nuovo progetto urbanistico» ha spiegato l’assessore. «Vogliamo capire insieme quali sono i bisogni della città, perché la partecipazione dei residenti è fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi iniziativa di cambiamento che un’amministrazione intende mettere in atto» ha aggiunto, sollecitando i presenti a diventare consapevoli del proprio ruolo attivo di cittadini e ad immaginare almeno 10 nuove idee per lo sviluppo della città, da inserire poi in un dossier che sarà la base da cui attingere per la redazione del Documento programmatico preliminare al Pug. Il nuovo Piano urbanistico generale v ha spiegato Parisi – verrà completato solo nel 2019.
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Mariotto tra ieri ed oggi
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Dalla cartina illustrata dall’ingegner Paolo Dellorusso, con i dettagli il centro abitato della frazione così come immaginato 40 anni fa dagli amministratori locali, i residenti hanno potuto individuare le varie tipologie di aree presenti sul proprio territorio e comprendere se le vocazioni un tempo previste per quelle zone siano in linea con il nuovo sviluppo urbanistico. Mariotto era stata ipotizzata come una frazione a vocazione prettamente agricola, con aree urbanizzate presenti in percentuale maggiore nei pressi del nucleo storico, aree urbanizzabili (in parte edificate in questi anni) e aree vocate a finalità diverse. Le zone F destinate ad accogliere servizi pubblici si sono rivelate sovradimensionate in relazione alle reali esigenze di Mariotto, mentre dalla cartina è emersa la pericolosità di alcune zone a rischio idrogeologico, collegate al canale di deflusso delle acque meteoriche e alla vecchia pescara, considerate un tempo edificabili ma evidentemente non idonee a tale scopo.
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La parola ai residenti
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Numerose sono state le sollecitazioni dei residenti, che hanno chiesto a Parisi una riflessione più approfondita sulle reali esigenze dei mariottani. Da tutti è emerso l'invito a considerare il territorio della frazione nella sua completezza, al di là dei confini abitati, anche in relazione ai vicini Parco dell’Alta Murgia e Bosco di Bitonto (ipotetiche fonti di lavoro per i residenti) e in connessione con le numerose realtà turistiche e agroalimentari sorte nelle immediate vicinanze, senza dimenticare l’esistenza di un nucleo di villaggio neolitico in contrada Lamione, alle porte di Mariotto.
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Pur riconoscendo che si sta provvedendo a soddisfare bisogni primari della frazione (come il secolare problema dell’allagamento dovuto alle precipitazioni atmosferiche, al quale dovrebbe finalmente porre rimedio il nuovo progetto di fogna bianca), i presenti hanno manifestato la volontà di arricchire Mariotto con nuove aree verdi, con servizi in grado di trattenere sul territorio le generazioni future, pur senza dimenticare la primaria vocazione agricola di una frazione che vede comunque la terra come la base necessaria per un futuro migliore.
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