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«Beni della famiglia Terlizzi-Tisbo di provenienza lecita», la Corte di Appello revoca la confisca

La Redazione
Corte d'Appello
Un decreto dello scorso 6 marzo restituisce gli appartamenti sequestrati alla famiglia bitontina nel 2014
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Un decreto della Corte di Appello di Bari, emesso lo scorso 6 marzo, ha definitivamente annullato la confisca antimafia disposta tre anni fa a carico della famiglia bitontina Terlizzi-Tisbo.

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La vicenda giudiziaria

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Nel 2014, su proposta della Dia, il Tribunale di Bari, sezione Misure di prevenzione, aveva confiscato beni immobili di proprietà di Michele Terlizzi (coinvolto anni fa, insieme ad altri bitontini, in un processo relativo a presunte turbative d'aste giudiziarie, e difeso dall'avvocato Marcello Belsito), alla moglie Grazia Tisbo e alla figlia Lucia Terlizzi (assistite e difese dall'avvocato Michele Laforgia). I beni consistevano in diversi appartamenti a Rutigliano, Bisceglie e Bitonto. 

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La Corte di Appello di Bari, nel 2015, aveva revocato in gran parte la confisca dei beni, perché risultati di legittima provenienza, confermando nel resto il provvedimento di confisca. Provvedimento poi impugnato con ricorso per Cassazione proposto sia dalla Procura Generale che dagli avvocati Laforgia e Belsito.

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La Suprema Corte, dopo aver dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore Generale, ha accolto i motivi di ricorso della difesa, stabilendo che "ai fini dell'applicazione di misura di prevenzione patrimoniale, è sempre necessario un concreto accertamento incidentale intorno ai contenuti e alla datazione della pericolosità personale del proposto" in quanto "il giudizio di pericolosità, in un'ottica costituzionalmente orientata, si fonda sull'oggettiva valutazione di fatti sintomatici collegati ad elementi certi e non su meri sospetti".

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In sostanza, la Corte ha stabilito la necessità di una specifica dimostrata correlazione tra pericolosità, da accertare in concreto, e l'acquisto dei beni sottoposti a confisca, del tutto assente nel caso di specie. Per tali motivi ha annullavato il provvedimento impugnato, rinviando ad altra sezione della Corte di Appello di Bari che, con provvedimento del 6 marzo scorso depositato il 10 marzo, ha definitivamente disposto la revoca della confisca e la restituzione dei beni, accogliendo il principio di diritto stabilito dalla Cassazione in ordine all'accertata mancanza di pericolosità sociale di Michele Terlizzi e alla lecita provenienza degli immobili confiscati

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martedì 14 Marzo 2017

(modifica il 29 Giugno 2022, 0:08)

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Patrizia Lovero
Patrizia Lovero
7 anni fa

Felice per la Famiglia Terlizzi, ora chi si è divertito,puo’ricrederSi.La cattiveria umana nn ha limiti.Faccio i miei complimenti agli Avvocati x il gran lavoro svolto.Avete dato conferma che si stava rovinando una persona dedita al lavoro.Quel cittadino bitontino che voleva,rifare le strade con il lavoro di Terlizzi deve trovare altrove.La pochezza mentale dilaga????????????????Auguri Famiglia Terlizzi.