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Nuovo Pug, l’occasione giusta per cambiare il volto di Mariotto

Annarita Cariello
L'ingegner Paolo Dellorusso
L'ingegner Paolo Dellorusso illustra le strategie indicate dai residenti per il rilancio della frazione, a cominciare dall'avvio della mai espressa zona artigianale
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Piano Urbanistico Generale. Tre parole, infinite potenzialità.

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Il governo Abbaticchio è ormai agli sgoccioli, ma per Bitonto, Palombaio e Mariotto l’avvento dell’Urban Center e l’avvio dell’iter tecnico burocratico per la redazione del nuovo Piano regolatore (il vigente risale al 1976) apre nuovi scenari di sviluppo, soprattutto con il coinvolgimento attivo dei cittadini voluto dall’assessore all’urbanistica Nicola Parisi. Un nuovo inizio, dunque, come un libro di pagine bianche tutte da riscrivere, per provare ad immaginare un volto diverso del territorio, per cercare di esprimere quelle potenzialità finora represse, più vicine alle reali esigenze di chi vive la città.

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A farci da guida nell’intricata matassa del Pug e del suo Dpp (Documento programmatico preliminare), è l’ingegner Paolo Dellorusso, cittadino di Mariotto e tecnico comunale. In particolare, Dellorusso illustra a BitontoLive i contenuti delle proposte elaborate dai cittadini di Mariotto, su sollecitazione dell’assessore Parisi e su iniziativa dell’associazione di promozione sociale MariottoLibera. Proposte che sono state inserite in un dossier consegnato agli uffici comunali come "traccia" per la stesura del nuovo Pug.

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A febbraio scorso l’assessore Parisi aveva incontrato i mariottani raccogliendo dieci buone idee e una serie di sollecitazioni poi sviluppate nelle linee guida del Dpp tracciate dal gruppo di lavoro dell’Urban Center.

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Quali sono le idee di sviluppo urbano che il Comune ha già ipotizzato per Mariotto?

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«L’amministrazione intende assecondare e potenziare, in primis, la vocazione agricola della frazione, trasformando l’isolamento di Mariotto (che dista 13 chilometri da Bitonto) in un punto di forza. Come farlo? Innanzitutto, migliorando l’asse viario della strada provinciale 89 che collega le frazioni a Bitonto, immaginando un percorso parallelo per la mobilità "dolce" che possa avvicinare Mariotto e Palombaio al centro urbano e che proietti le frazioni nell’ottica del Parco nazionale dell’Alta Murgia. Mariotto può e deve diventare un nodo strategico, non solo di passaggio, per tutti i turisti che puntino a visitare il parco».

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Quali invece le reali esigenze dei mariottani? Cosa vogliono potenziare della propria frazione? Quale indirizzo economico intendono darle?

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«Nella riunione del 15 marzo promossa da MariottoLibera, sono emersi più di dieci spunti su cui riflettere e che abbiamo proposto all’assessore Parisi. Il punto da cui tutto deve partire, e che è balzato all’interesse di tutti grazie al quadro delle conoscenze fornito dall’Urban Center, è la creazione di una zona artigianale a Mariotto. A differenza di Palombaio, Mariotto possiede già una zona D1, pensata per l’insediamento di laboratori artigianali, industrie, magazzini e depositi, tratteggiata nel Piano particolareggiato del 1998, che si estende tra la Cantina San Barbato e l’innesto di via Le Fornaci. Un’area mai espressa, alle porte della frazione, che i cittadini vorrebbero votare alla produzione agroalimentare con servizi specifici dedicati alla filiera agricola e alla cultura rurale. Pensiamo ad aree mercatali per il commercio di prodotti agricoli, fiere, un Museo della cultura contadina, frantoi, cantine, conservifici…».

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Come mai questa zona non si è mai sviluppata?

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«Perché il Piano particolareggiato previsto per Mariotto non è stato accompagnato da un impegno economico finanziario da parte del Comune, né da un progetto specifico. Il piano non vincola l’amministrazione a procedere con gli espropri o l’acquisto dei lotti, liberando così i proprietari dal peso di possedere un terreno su cui non possono costruire abitazioni private. D’altra parte non sono mai stati proposti piani di sostegno all’avvio di attività imprenditoriali in loco, dunque la zona in questione è rimasta abbandonata, incolta, costretta in un impasse che dura da oltre trent'anni».

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Cosa potrebbe fare allora il Comune, alla luce anche della redazione del nuovo Pug?

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«Potrebbe acquisire fondi comunitari, partecipando a bandi ad hoc per l’agricoltura, com'è già stato fatto in passato in altre zone, per finanziare l’esproprio dei terreni della zona artigianale di Mariotto e poi assegnarli tramite bando a quelli imprenditori agricoli o privati cittadini che ne volessero assumere la gestione per avviare attività prettamente agroalimentari. Sarebbe auspicabile che tutti gli imprenditori o i privati interessati, di Mariotto e non solo, si riunissero in un Comitato per lo sviluppo della zona artigianale, ma è altrettanto fondamentale il supporto del Comune che potrebbe fare da intermediario nel reperire i fondi comunitari per l’avvio delle attività. Questo è fattibile sin da ora, senza aspettare la redazione del Pug. E inoltre innescherebbe un circolo virtuoso con ricadute positive per la frazione: maggiore occupazione per i giovani del posto, contenimento della desertificazione sociale, riqualificazione delle strade vicinali della zona artigianale, aumento della sicurezza nelle periferie della città».

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In quale altro modo l’amministrazione potrebbe implementare la vocazione agricola di Mariotto, secondo l’opinione dei residenti?

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«Innanzitutto, come ho anticipato, con il recupero funzionale ed infrastrutturale della rete viaria vicinale, per il miglioramento e lo sviluppo dell’attività agricola. Parlo dell’arteria che da via Le Fornaci conduce su via Le Mattine e da lì prosegue verso il Parco dell’Alta Murgia. Si potrebbe pensare alla trasformazione delle strade rurali in percorsi di mobilità "dolce" per cicloturisti, che abbiano anche la funzione di decongestionare il traffico che da Bitonto o Bari giunge a Mariotto in direzione del parco, affiché non confluisca nel centro cittadino ma si dirami nelle vie circondariali, in modo da apprezzare anche la bellezza del paesaggio rurale mariottano. Stesso principio che si potrebbe applicare sulla strada di collegamento tra le due frazioni, la provinciale 89: da via Cela, già oggetto di finanziamento, i ciclisti potrebbero raggiungere Mariotto in prossimità di via Bazzarico e via Mentana, e magari pensare di sostare anche nella frazione, senza attraversarla di passaggio come accade al momento, grazie alla realizzazione di un Parco urbano. Con l’implementazione di un percorso cittadino interno all’abitato, si potrebbe “obbligare” il visitatore di passaggio ad attraversare la frazione e goderne le bellezze, prima di raggiungere la Murgia».

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Dal punto di vista dei servizi, invece, cosa occorrerebbe realizzare a Mariotto?

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«In primis i cittadini vorrebbero la fogna bianca, con la conseguente riconversione delle vasche di sedimentazione dell’ex depuratore, in modo da recuperare l’acqua piovana e, dopo averla filtrata, metterla a disposizione degli agricoltori. A questo si ricollega la riconversione della zona di espansione C3 della frazione (tra via Mentana e via Traetta) che si trova a valle della Pescara dell’Abbondanza ancora soggetta a discreta pericolosità idraulica. Poi, fondamentale è la realizzazione della rete di distribuzione del gas metano (il progetto di adesione all'atm Bari Nord 1 è stato approvato pochi giorni fa in consiglio comunale, ndr), così come la creazione di spazi nuovi o la riqualificazione delle aree votate allo sport e al tempo libero, al verde attrezzato, all’edilizia scolastica (bloccata da decenni nella frazione) e alle strutture per anziani. Secondari, ma non meno importanti, sono anche gli interventi per l’implementazione di strutture di pronto intervento, presidi di pubblica sicurezza, strutture di orientamento turistico. Infine, i mariottani vorrebbero puntare anche sulla valorizzazione delle invarianti del patrimonio storico architettonico del centro della frazione (il ponte di via Giordano, le pescare, Villa Jannuzzi e il giardino parrocchiale, la storica piazza Roma) e della zona rurale (pagliai, specchie, muretti a secco, masserie, jazzi, casali), senza dimenticare il censimento e il recupero della zona archeologica alle porte della frazione, nei pressi della Bella Veduta».

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Ecco, dunque, il volto nuovo che i mariottani vorrebbero dare alla loro frazione: uno slancio economico produttivo che sia un'alternativa alla tradizionale vocazione agricola, e una valorizzazione mirata dei beni del territorio, finalizzata ad una migliore vivibilità del centro urbano. Economia, cultura, servizi dovranno essere le tre leve del nuovo Piano urbanistico generale.

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lunedì 27 Marzo 2017

(modifica il 29 Giugno 2022, 0:04)

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