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Piscina comunale, licenziato l’istruttore di bambini e ragazzi “speciali”. Genitori sgomenti

Mariella Vitucci
Corso di nuoto per disabili alla piscina comunale
A BitontoLive spiegano perché Francesco Milillo non è un istruttore qualsiasi, facile da rimpiazzare
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«Passi indietro noi non ce ne possiamo permettere, perché i nostri bambini faticano il triplo degli altri per fare un passo in avanti» afferma a BitontoLive Alessandra, madre di un ragazzino 12enne che ha fatto incredibili progressi anche grazie al nuoto, che pratica da sei anni nella piscina comunale di Bitonto, seguito da Francesco Milillo. 

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Fino a qualche giorno fa, quando è stato licenziato, Milillo era l'istruttore di decine di bambini, ragazzi e adulti con disabilità o difficoltà motorie. «Una persona straordinaria, professionalmente e umanamente» sostengono in coro genitori e familiari dei suoi allievi "speciali", che non si rassegnano a perdere chi, da anni, rappresenta una boa preziosa per i loro cari e per essi stessi. 

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L'interruzione del rapporto di lavoro con l'istruttore, comunicato dalla segreteria della società privata che gestisce la piscina comunale a metà della scorsa settimana (solo ad alcuni utenti e senza precisarne le ragioni), ha lasciato tutti di sasso. Venerdì pomeriggio un gruppo di genitori ha preteso chiarimenti ma ha ricevuto «solo mezze risposte» e la garanzia che verrà subito trovato un sostituto di Francesco Milillo.

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Ma il problema è proprio qui: i bambini e i ragazzi "speciali" che l'istruttore seguiva, hanno bisogni "speciali". Per loro, più che per chiunque, le persone non sono tutte uguali.     

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Lo spiega molto bene Alessandra nella lettera che ha indirizzato a Domenico Nacci, ex assessore ed ora consulente comunale allo sport: «Una cosa che i bambini “speciali” ci insegnano è di frenare. Rallentare le corse giornaliere per poter andare al loro passo, ci insegnano ad assaporare ogni piccola conquista, ogni piccolo sorriso cose che per chi ha bambini senza difficoltà non può capire. Da quando, ad ognuno di noi, è stata letta una diagnosi è partito il così detto “calvario” e ci siamo dovuti rimboccare le maniche per poter sostenere i nostri figli nel miglior modo possibile. È una lotta continua per poter garantire loro la normalità dovendo affrontare logopedia, fisioterapia, day ospital, controlli… Quello che i nostri bimbi sono ora, è sicuramente il risultato di un gruppo di persone che con amore si sono dedicate a loro. Del nostro gruppo fa parte Francesco Milillo. Se ognuno di noi ha deciso di portare il proprio figlio in quella struttura è perché c’era lui. È da anni che frequentiamo la piscina, abbiamo sempre parlato con lui per qualsiasi problema (i responsabili non sappiamo neanche chi siano) ed è lui si è sempre prodigato al massimo per risolverli».

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«Al giorno d’oggi – continua Alessandra – affidare i propri figli non è cosa facile, affidare dei figli speciali lo è ancora di più. Una persona poco preparata o non empatica potrebbe rovinare il lavoro di anni. Far sentire un bambino in difficoltà a proprio agio in un ambiente come quello dell’acqua non è cosa facile, impostare con lui un programma specifico e unico, conquistare la sua fiducia è un percorso che richiede un lungo periodo. Non abbiamo deciso noi di avere bambini “speciali”, non abbiamo deciso noi di affrontare ogni giorno varie problematiche e difficoltà a loro collegate poiché per quanto se ne parli la discriminazione è sempre dietro la porta. Una cosa abbiamo deciso noi: far fare lezione di nuoto con Francesco».

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«Qualunque cosa sia successa tra Francesco e la società, penso che sia risolvibile perché è inimmaginabile che per tutto questo il costo maggiore lo debbano pagare sempre i nostri figli. Credo che sia crudele anteporre interessi economici al benessere di bambini con difficoltà che non hanno deciso loro di essere privati della normalità, non oso pensare che ancora una volta la meritocrazia non vinca perché se così tanta gente le sta chiedendo di farlo rientrare in struttura è perché siamo soddisfatti di lui e abbiamo piena fiducia di come tratta i nostri figli. Se vedesse come aspettano il giorno in cui devono andare in piscina, come sorridono appena lo vedono, come lo abbracciano per non parlare dei risultati ottenuti! La prego di voler riflettere su questo mio pensiero e a nome di tutti i genitori, bambini e ragazzi "speciali" le chiedo di aiutarci» conclude la lettera.

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Lo smarrimento di Alessandra è condiviso dagli altri genitori, basiti dopo l'annuncio del licenziamento di Francesco Milillo. Perdere la figura di riferimento dalla sera alla mattina, senza neppure un periodo di affiancamento con un nuovo istruttore, è per loro inaccettabile.

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Milillo – spiegano – aveva creato un programma specifico per ognuno dei suoi allievi con bisogni speciali, che si sentivano seguiti e amati. Sono bambini e ragazzi che non coltivano ambizioni agonistiche ma che adoravano fare nuoto con lui. 

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Anche Pamela e Michele, genitori di un bambino di 6 anni con un lieve ritardo e di un ragazzo quasi 15enne affetto da una malattia rara, sottolineano che «non stiamo parlando di ragazzi normali. Non è giusto che ci venga tolto questo diritto. Sono state ignorate le conseguenze psicologiche di questo trauma». Francesco – raccontano – ci ha messo due anni per far entrare il loro bambino più piccolo in piscina. L'altro figlio, che nel 2015 ha subito un delicatissimo intervento agli arti, con l'impianto di 28 protesi, è stato preparato a sostenerlo fisicamente proprio dall'istruttore, grazie ad un lavoro mirato in piscina. «Era in costante collegamento con il chirugo di Milano, e in soli due anni ha fatto il lavoro di tre anni, preparando all'operazione la spina dorsale del nostro ragazzo, che è alto un metro e 75 e pesa 110 chili! Per noi Francesco è un amico, una persona di famiglia».

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Ai genitori non basta la promessa che la continuità verrà garantita. Se addio dev'essere a Milillo, che almeno avvenga in modo meno brusco e traumatico, lasciando ai propri figli il tempo di accettare la separazione. Ragioni che verranno ribadite domani, in un incontro con il sindaco Michele Abbaticchio in Comune.

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lunedì 27 Marzo 2017

(modifica il 29 Giugno 2022, 0:01)

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Valentini Nadia
Valentini Nadia
7 anni fa

Conosco da tanto anni Francesco ed è un bravissimo ragazzo sia professionalmente che umanamente. Consiglio vivamente il responsabile del licenziamento di farlo rientrare altrimenti molte persone andranno via. Poi si lamentano che noi bitontini andiamo altrove a cercare la qualità.