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Lo splendore ritrovato dei Misteri di San Domenico. «Bello da ammirare ma anche da vivere»

Mariagrazia Lamonaca
Presentazione dei Misteri restaurati
È il monito di don Ciccio Acquafredda, padre spirituale dell'arciconfraternita del Santissimo Rosario
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Sono finalmente state restituite alla città le sacre immagini dei Misteri della Passione della chiesa di San Domenico, dopo il restauro di cui sono state oggetto, sotto la sovrintendenza del Mibact.

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Martedì sera, nella Cappella dei Misteri della chiesa nel centro antico, l’arciconfraternita del Santissimo Rosario ha organizzato un incontro di presentazione delle statue restaurate, alla presenza del vicesindaco Rosa Calò, del parroco don Ciccio Acquafredda, del segretario della congregazione Domenico Ferrovecchio, dello storico dell'arte Antonio Sicolo e del direttore dei restauri Valerio Jaccarino.

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Ad eseguire l'opera è stata la ditta "Studio d'arte e restauro" di Andria, per una durata di circa quattro mesi (da maggio a settembre 2016).

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«Abbiamo già più volte restaurato le statue dei Santi Medici qui a Bitonto e altre statue dei riti della Settimana Santa della vostra città.  A volte – ha spiegato Jaccarino – non vengono ben conservate perché il legno è una materia viva, soggetta all'invecchiamento. Perciò, di tanto in tanto, deve essere restaurato. Queste statue hanno ricevuto in passato vari interventi di restauro. L'umidità e i tarli possono creare molti danni. Abbiamo iniziato questo restauro andando a verificare lo stato di conservazione dei quattro Misteri e abbiamo subito notato le tracce dei precedenti rimaneggiamenti di queste statue secentesche. C'erano ancora delle parti in cartapesta che abbiamo dovuto rimuovere perché è un materiale non più compatibile con queste opere e che in passato veniva spesso usato. Le statue furono costruite in legno che però, successivamente, veniva ingessato. Noi abbiamo eliminato tutti questi materiali in eccesso e abbiamo inserito degli inserti di legno nelle fenditure, possibilmente con lo stesso legno, in modo che le lesioni non si aprano più».

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Le statue dei Misteri possono quindi tornare a sfilare nella processione del Venerdì Santo. Ma è importante considerare il messaggio che esse ci lanciano, senza soffermarci troppo sul valore estetico: a ribadirlo sono stati don Ciccio Acquafredda, padre spirituale dell'arciconfraternita, e lo studioso Antonio Sicolo. «Legarsi devozionalmente ad una tradizione e mettere in pratica le tradizioni apostoliche che ci vengono tramandate – ha spiegato lo studioso – mi ha portato a fare una riflessione personale sul significato dei riti della Settimana Santa, dei riti penitenziari della Quaresima e soprattutto delle "protagoniste" della Passione, ovvero le immagini. L'artista che le ha pensate secondo l'estetica del "simul caro" (da cui deriva il termine simulacro, un composto latino che ha il significato di "simile alla carne"). Questo perché nel 600 (epoca di realizzazione delle statue, ndr) vige ancora il principio quasi bizantino di voler fare delle immagini sacre una sorta di rappresentazione materica di un concetto agogico, cioè che viene dall'alto. Per cui non dobbiamo cadere nell'iconoclastia, altrimenti si tornerebbe al paganesimo, visto che per noi cristiani l'iconografia è solo eucarestia e parola. Le icone rappresentate devono essere invece "iconofile", cioè dobbiamo essere amici delle icone perché se Dio ha scelto di farsi carne significa che è lecito rappresentare l'immagine ma con una compagine diversa dal paganesimo, perché quello che andiamo a contemplare non è l'estetica ma il significato».

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Dunque è importante recuperare il significato autentico che queste icone vogliono comunicarci, come ha ribadito don Ciccio Acquafredda: «Queste statue rappresentano in un certo senso la bellezza dell'arte. Il bello però non dev'essere soltanto ammirato ma anche vissuto. Il bello deve entrare nella nostra vita. Contemplare la bellezza è stupendo ma è anche necessario chiedersi che cosa queste immagini, statue, icone, vogliono comunicarci, quale messaggio di cambiamento vogliono trasmetterci».

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giovedì 30 Marzo 2017

(modifica il 29 Giugno 2022, 0:00)

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