Attualità

Comitato di Quartiere di Palombaio, si avvia alla conclusione il primo mandato

Annarita Cariello
Dinuccio Lonardelli e Filomena Panzarino
Il consiglio direttivo della frazione, che decadrà il prossimo 31 gennaio, fa un'analisi dei tre anni di attività al fianco dell'amministrazione comunale
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«Se dovessi dare un voto a questi tre anni di Comitato di Quartiere di Palombaio darei, ottimisticamente, un “6 e mezzo di fiducia” a questo esperimento, affinchè sia da stimolo ai palmaristi a continuare ad impegnarsi per il bene della nostra frazione». Così esordisce Dinuccio Lonardelli, il primo presidente del primo Comitato di Quartiere del territorio bitontino, quello significativamente eletto nel 2015 proprio dalla comunità di Palombaio, come segno di una nuova era civica, che si sperava contraddistinta dalla partecipazione e da una ritrovata vicinanza con l’amministrazione.

Allo scadere del primo mandato di attività, il consiglio direttivo di Palombaio ha voluto fare un’analisi dei primi tre anni, facendo il punto delle piccole vittorie conquistatee delle molte delusioni ricevute. Un percorso, cominciato con inaspettato entusiasmo all’inizio del 2015, dapprima con la formazione dell’assemblea costituente, poi con l’indicazione dei candidati ed infine con l’elezione dei 9 membri del consiglio direttivo, capeggiati dall’instancabile Lonardelli e dalla vicepresidente Filomena Panzarino. Un progetto pilota, mai realizzato prima, nato dalla volontà dell’amministrazione comunale e accolto dai palmaristi come opportunità di avere finalmente una voce, in rapporto anche con la vicina frazione di Mariotto, dove da anni si erano susseguiti senza sosta consiglieri comunali ed assessori, e dove il Comitato di Quartiere non ha mai avuto l’esigenza di formarsi.

«Abbiamo creduto con tanta fiducia in questo Comitato di Quartiere, perché per anni Palombaio non aveva avuto nessun rappresentante in consiglio comunale, quindi era molto difficoltoso farci ascoltare. L’istituzione di questi comitati ci è sembrata un’opportunità da cogliere al volo, perché finalmente qualcuno ci dava uno strumento istituzionale per farci portavoce dei problemi, per agganciarci a Bitonto, perché anche la figura del delegato sindaco della prima amministrazione Abbaticchio era stata “vacante”», ha continuato Lonardelli.

Le prime difficoltà sono cominciate proprio nei rapporti con i palmaristi, all’indomani della costituzione del Comitato di Quartiere: «Non hanno capito in pieno lo spirito dello strumento, quindi le pretese erano giustificate sì, ma spesso impossibili da realizzare. E alle prime risposte negative da parte nostra, ci hanno additato di voler solo fare protagonismo, di metterci in prima fila negli eventi..Eppure il nostro impegno era gratuito, puro volontariato. Noi provavamo a soddisfare le esigenze dei nostri concittadini, ma spesso non c’erano fondi per esaudirle, quindi eravamo impotenti», ha aggiunto ancora il presidente uscente.

Difficoltà ed incomprensioni anche nelle relazioni, più difficili e più distanti, con l’amministrazione comunale, come ha continuato a spiegare Lonardelli: «Dobbiamo ringraziare l’assessore Rino Mangini – promotore di questi Comitati – perché ci ha sempre ascoltato, magari poi non ha potuto realizzare ciò che chiedevamo, ma perlomeno all’inizio ci ascoltava. Su 10 cose richieste forse ne abbiamo ottenute 3, ma qualcosa è stata fatta. E la soddisfazione ultima rimane – con o senza merito del Comitato di Quartiere, sta agli altri giudicarlo – la nomina, finalmente, di un candidato consigliere del posto. Il nostro obiettivo era avvicinare la cittadinanza alla politica, e qualcosa si è mosso. Siamo stati noi, è nato spontaneamente? Non lo sappiamo, ma è accaduto e ne siamo contenti», con riferimento all’elezione di Arcangelo Putignano quale consigliere di maggioranza e ora anche delegato sindaco di Palombaio.

Qualche sassolino dalla scarpa però anche Lonardell ha voluto toglierselo, dopo tanti anni di attivismo a favore della propria frazione e di impegno indiscusso nella promozione dello spirito civico: «La notizia felice dell’ottenimento dell’autonomia scolastica, ancora per quest’anno accademico, per la “don Tonino Bello” di Palombaio e Mariotto è stata “macchiata” dall’assoluta indifferenza del consiglio comunale alla partecipazione del Comitato di Quartiere di Palombaio alla seduta monotematica sulla questione Fer.live». Da regolamento, infatti, i Comitati possono essere convocati dall’amministrazione per partecipare a determinati consigli comunali di interesse, come è avvenuto per quello tenutosi lo scorso 15 gennaio: «Non ci avevamo mai convocati prima d’allora, in tre anni di mandato, e noi abbiamo risposto con la nostra presenza. Tutti i Comitati cittadini e le associazioni, nella seduta di consiglio comunale, sono stati menzionati, tranne noi. Abbiamo avvertito il presidente Labianca della nostra presenza, ma siamo stati ignorati, come se non fossimo mai stati lì». Stessa assenza di considerazione registrata anche al consiglio comunale sull’autonomia scolastica del plesso delle frazioni, per la quale proprio il Comitato di Palombaio, unitamente all’associazione MariottoLibera, si era spesa già da tempo prima. Nessuna convocazione è giunta da parte dell’amministrazione, come ha sottolineato la vice presidente Panzarino.

Le attività dal 2015 al 2018

Le prime richieste del Comitato di Palombaio risalgono all’agosto del 2015, a sei mesi dall’elezione, con l’elenco delle problematiche raccolte di prima mano dalla popolazione (dalla condizione delle strade alla richiesta della rete di gas metano, dalla manutenzione alla rete fognaria fino alla carenza di loculi cimiteriali) e l’urgenza di guardare con lungimiranza al futuro, al di là dei piccoli interventi spot, con la realizzazione di un progetto di riqualificazione ad hoc per la frazione, magari con fondi comunitari. Richieste finite nel dimenticatoio, risposte mai pervenute. «Perché non si è mai riusciti a fare un progetto convincente per la riqualifica delle periferie-frazioni, e non solo per quelle cittadine di Bitonto? Palombaio e Mariotto non hanno mai avuto un progetto serio di riqualificazione», ha sentenziato Lonardelli.

«All’inizio dell’esperienza ci sono stati dei brevi interventi da parte dell’amministrazione, soprattutto con la presenza dell’assessore Rosa Calò ad alcuni nostri incontri, che però poi non portavano a nulla di concreto – ha continuato Panzarino – parliamo di massimo 2 o 3 incontri ufficiali in cui il Comune si è interfacciato con noi, nell’arco di 3 anni. L’unico errore che può essere riconosciuto a Mangini, che pure doveva sorbirsi tutte le nostre richieste, era promettere quando non era nelle condizioni di poter mantenere con sicurezza». Da qui la decisione di Lonardelli, nel novembre del 2016, di rassegnare le dimissioni da presidente, vista “l’estrema difficoltà che i vari membri del Direttivo incontrano nel relazionarsi con i dirigenti comunali, molti dei quali, ad oggi, ignorano l’esistenza e le funzioni dei Comitati di Quartiere”, come si legge nel verbale ufficiale.

Tutto il direttivo decise di procedere con la decadenza del Comitato, perché «stanchi e inascoltati, oltre che additati dalla collettività; siamo stati sopravvalutati dai cittadini di Palombaio che pensavano potessimo risolvere tutti i problemi, ma sottovalutati dall’amministrazione comunale», ha sottolineato ancora la vicepresidente. Poi, l’assessore Mangini riuscì a ripristinare la situazione di crisi, promettendo di risolvere le 7 priorità che il Comitato avesse ritenuto urgenti per Palombaio, entro la fine del 2016. Priorità ribadite mesi dopo nel verbale di “sollecito”, datato 7 marzo 2017, perché ancora non realizzate. Piccoli interventi di manutenzione alle strade o ai marciapiedi, o ancora agli arredi urbani, che però non hanno trovato riscontro, probabilmente non per mancanza di volontà dello stesso Mangini. “Tutti gli interventi non hanno avuto seguito a causa dell’inerzia immotivata degli organi competenti e ogni chiarimento richiesto a tal proposito dai membri del Comitato è stato totalmente ignorato, con grave violazione del principio di partecipazione democratica cui deve ispirarsi l’attività dei Comitati di Quartiere”, si legge ancora nel verbale.

Poi, di nuovo contatti con l’amministrazione, promesse di mantenere un rapporto mensile con tutti i Comitati, richiesta di inviare le esigenze direttamente alla segreteria del sindaco, ma di fatto nulla di realizzato. «Abbiamo continuato con l’attività del Comitato perché ci abbiamo creduto soltanto noi. Per noi era uno strumento attivo, ma che doveva essere più concreto, al di là della semplice promozione degli eventi», ha concluso Panzarino.

A concludere l’analisi è intervenuto Lonardelli: «Abbiamo fatto quello che potevamo, ma vorrei che si continuasse, nonostante tutto, a credere nella partecipazione attraverso i Comitati di Quartiere, soprattutto ora a sostegno del delegato sindaco di Palombaio». A fargli eco anche Panzarino, che ha parlato comunque di un’ «esperienza personale positiva, grazie allo strenuo impegno del direttivo, nonostante le scarse risposte. Al di là delle difficoltà naturali legate a questo nuovo strumento, essendo ancora un progetto “in fieri”, è mancato però un ruolo istituzionale, è rimasto solo un organo sociale del Comitato».

Adesso, dopo il 31 gennaio con la decadenza del direttivo e dopo il periodo di vacatio fisiologico che ne seguirà, l’assessore Mangini dovrà emanare un nuovo bando per la costituzione del nuovo Comitato di Palombaio e degli altri non ancora creati. Con l’auspicio che il progetto pilota di Palombaio, con tutte le difficoltà e i piccoli successi ottenuti, sia comunque da faro per le iniziative di promozione cittadina future, nell’ottica di una rinnovata fiducia nel potere della democrazia dal basso, quella che parte proprio dai cittadini.

sabato 20 Gennaio 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:34)

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