Attualità

Tra il Piano Sociale Antimafia e il progetto sperimentale “MusicaInGioco”, il 2018 di De Palma

Annarita Cariello
L'assessore Gaetano De Palma
Le novità in vista per l'assessorato al Welfare, Servizi sociali e servizi per l'integrazione sociosanitaria
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Prosegue la serie di interviste che BitontoLive.it sta tenendo alla giunta comunale, chiedendo agli assessori della nuova amministrazione Abbaticchio di delineare i progetti e le novità per l’anno appena cominciato. Dopo l’intervista all’assessore al marketing territoriale Rino Mangini, è la volta di Gaetano De Palma, assessore al welfare, servizi sociali e servizi per l’integrazione.


Assessore, quale è la situazione attuale dei Servizi Sociali? In che direzione si sta muovendo l’amministrazione comunale?

Tutta l’attività dei Servizi Sociali è tesa a dare opportunità a determinate fasce della popolazione, in particolare i bambini e i diversamente abili. Opportunità – non solo economiche – che, senza l’intervento dell’amministrazione pubblica, queste fasce di popolazione probabilmente non potrebbero avere. Credo che sia più efficace un sostegno di questo tipo, cioè fornire delle chance, che non quello del sostegno economico diretto, che è importante ma non deve essere esaustivo, e che è la linea guida che stiamo seguendo.


Quali sono i progetti che il suo assessorato intende mettere in atto nel 2018?

Il primo progetto che abbiamo approvato in giunta, lo scorso 20 dicembre, è quello sperimentale di educazione musicale “MusicaInGioco”, per educare i bambini disabili o in situazione di disagio a suonare uno strumento. L’idea è avviarli all’apprendimento di uno strumento musicale (violino, violoncello, percussioni, flauto, clarinetto) nelle sedi da individuare in seguito, con docenti del conservatorio, diretti dal maestro Andrea Gargiulo, direttore artistico del progetto, con il fine ultimo di costituire la prima orchestra sociale infantile della città di Bitonto. Coinvolgeremo i bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado, dai 6 ai 13 anni, di Bitonto e frazioni. Gli strumenti appresi da ciascun alunno saranno indicati dai professionisti, in base alle inclinazioni personali di ogni bambino.


Da chi è stato proposto questo progetto sperimentale?

Il progetto è nato dall’associazione “MusicaInGioco” che applica il metodo “El Sistema”, fondato in Venezuela da A.J. Abreu, che ha usato questo sistema per favorire l’inclusione di minori a rischio o con problematiche di disagio sociale. Il costo del progetto è irrisorio per il numero di bambini impiegati, perché si tratta di soli 12mila euro complessivi. Sono previste 15 lezioni musicali, una volta a settimana, per 4 mesi. I bambini, 60 in tutti divisi equamente tra Bitonto e frazioni in base alla popolazione, saranno indicati dalle scuole e dai Servizi Sociali, coinvolgendo in primis minori già segnalati.


E per gli alunni della scuola secondaria di secondo grado e per i giovani ci sono progettualità in corso?

Si, ed importanti. Parliamo soprattutto del Piano Sociale Antimafia, un progetto voluto fortemente dal sindaco Michele Abbaticchio, a cui abbiamo aderito con convinzione sia io e che l’assessore alla pubblica istruzione Angela Saracino, perché crediamo che questi progetti di antimafia sociale debbano partire dalla percezione che gli stessi utenti, su cui si intende intervenire, hanno del fenomeno. Si tratta di perseverare sulla strada già segnata dell’educazione alla legalità e prevenzione dei fenomeni di devianza e illegalità diffusa, partendo dai ragazzi delle scuole secondariedi secondo grado, dove staticamente alcuni fenomeni sono più diffusi. Abbiamo individuato come istituzione capofila del progetto l’istituto tecnico industriale “Alessandro Volta”, che è polo scolastico per la legalità, in quanto facente parte di una rete regionale comprendente 13 scuole di ogni ordine e grado (una delle quattro province di Bari), impegnate a realizzare azioni di prevenzione e di contrasto ai fenomeni dell’illegalità.


In cosa consiste questo Piano Sociale Antimafia?

Si tratta di realizzare una serie di interviste fatte ai ragazzi della scuola superiore di Bitonto sulla percezione che hanno e di ciò che sanno o che vorrebbero che si attuasse sul tema della legalità. Si raccoglieranno questi dati – ovviamente sarà la scuola capofila ad attuare il progetto, individuando il soggetto che farà le interviste – e si realizzerà un video, una sorta di docu-film, da proiettare negli istituti scolastici della città. Un supporto audiovisivo che fornisca suggerimenti concreti alle scuole e alle istituzioni per risolvere questo problema. Anche qui abbiamo investito 15mila euro di fondi comunali con bilancio dei Servizi Sociali e della Pubblica Istruzione.

Inoltre, alla luce degli ultimi avvenimenti, come amministrazione comunale e assessorato ai Servizi Sociali, vogliamo attuare programmi specifici in favore degli studenti delle scuole superiori di Bitonto, in collaborazione con il Dipartimento per la prevenzione di dipendenze patologiche della Asl e le stesse scuole, con le emanazioni del Miur. Programmi specifici finalizzati a prevenire la diffusione dell’uso delle sostanze stupefacenti, soprattutto tra le fasce giovanili.


Invece, per quanto riguarda le altre fasce della popolazione?

È tutto in divenire, c’è grande attenzione alla tematica dei minori a rischio e diversamente abili. Ad esempio, abbiamo pubblicato il bando di gara per il trasporto disabili verso i centri di riabilitazione. Questo trasporto – anche in centri fuori Bitonto – fino ad oggi veniva garantito dall’Asl, con una quota di compartecipazione a carico del Comune e delle famiglie. L’Asl non faceva distinzione tra disabili gravi e disabili non gravi. Ora ha bandito una gara d’appalto in cui assicura il servizio solo ai disabili gravi. Tutti gli altri disabili, che comunque hanno necessità di recarsi ai centri di riabilitazione per effettuare terapie o cure, dovrebbero provvedere autonomamente al trasporto. Quindi l’amministrazione si farà carico di sostenere questi oneri economici, in compartecipazione con le famiglie, per garantire il servizio. Si tratta di una trentina di disabili individuati dall’Asl, in base ai bisogni già prevenuti, per attività riabilitative presso centri specializzati.

Poi, stiamo aspettando la nuova programmazione del Piano Sociale di Zona. La Regione Puglia è in ritardo per la nuovo progetto perché impegnata con il nuovo Reddito di Inclusione. Per i servizi sociali in genere, invece, vogliamo evitare la parcellizzazione degli interventi, cioè tanti interventi spot che nell’immediato danno risultati ma che poi non hanno una visione di lungo periodo.

Poi abbiamo progetti consolidati che vanno sostenuti e potenziati, come lo “Scrigno dei Talenti”, che punta all’integrazione sociale in favore di una determinata fascia dell’infanzia, attraverso il doposcuola pomeridiano. Stessa cosa per “Incroci Sociali”, per l’inclusione di soggetti in età lavorativa, con una graduatoria di cittadini con criteri idonei di età, reddito, situazione sociale, che verranno coinvolti in progetti di pubblica utilità. Una grossa fetta di questi cittadini, tuttavia, viene già assistita tramite progetti relativi al reddito di dignità, che poi diventerà reddito di inclusione. Il sostegno da parte del Comune deve essere compensato da un’attività di pubblica utilità da parte dell’utente.

L’altra linea guida che vogliamo portare avanti è quella dell’emergenza abitativa, che è forte, e purtroppo la carenza cronica di alloggi popolari a Bitonto, nonostante l’imminente costruzione di ulteriori 14 alloggi, non aiuta. Il mercato immobiliare non registra diminuzione dei prezzi di allocazione, e per molte famiglie accedere agli affitti è difficoltoso, perciò vogliamo provare a dare una risposta anche a questa fetta di cittadinanza.


E per l’Asp “Maria Cristina di Savoia” quale futuro si prospetta?

Per il personale è in atto un confronto con la Regione Puglia, alla quale abbiamo chiesto disponibilità a darci una mano. Stiamo tentando di verificare se una parte del personale, che ha le qualifica per essere collocato presso la pubblica amministrazione, possa essere assorbito dalla Regione, ad esempio tramite la Asl.C’è in ballo il contatto con questo gruppo imprenditoriale del nord, che fa capo alla Misericordia di Firenze, che ha mostrato interesse verso l’Asp, sia per le potenzialità della struttura che per la sua mission di offrire servizi alla collettività. Attendiamo la formalizzazione della proposta, che comunque sarà messa al bando dall’Asp per un project financing, a cui potrebbero partecipare anche soggetti del terzo settore locale, come noi ci auspichiamo.Quello che verrà richiesto al vincitore del bando sarà di mettere sul piatto una somma consistente di denaro che possa chiudere la partita debitoria dell’Asp e poi rilanciare l’ente. Il Comune, da parte sua, non potrebbe far altro che affidare servizi che fanno capo ai servizi sociali o all’ambito sociale di zona al “Maria Cristina di Savoia” che però, al momento, non può essere affidataria di servizi perché è in una situazione di irregolarità contributiva. Finchè non viene sanata la situazione debitoria, soprattutto verso gli enti previdenziali, al Comune è inibita la possibilità di affidare servizi.

Infine, un bilancio dei primi sei mesi di assessorato?

Il compito è gravoso, non solo dal punto di vista del mondo sociale con cui si viene a contatto quotidianamente, fatto di disagi economici, famigliari e personali, che riguardano indistintamente tutta la popolazione. Da un lato c’è un impegno oggettivo che è finalizzato a trovare soluzioni individuali, dall’altro c’è il lavoro che gli uffici fanno per venire incontro alle esigenze diffuse, e le attività sono tantissime. Bisogna inventarsi spesso soluzioni tampone, anche veloci, che aggirino i tempi burocratici, in tempi in cui le risorse comunali sono scarse e quelle da altri enti sono spesso tardano ad arrivare. Ma l’impegno e la voglia di mettersi a disposizione della cittadinanza, ne sono certo, ci aiuteranno a fare un buon lavoro.

giovedì 25 Gennaio 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:32)

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