Attualità

“La forza dell’amore”, l’esempio dell’Hospice Aurelio Marena su Rai Uno

Annarita Cariello
Don Vito Piccinonna
Il centro di cura per i malati terminali è stato protagonista di un filmato nel corso della puntata del programma "A Sua Immagine", andato in onda ieri mattina
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L’Hospice Aurelio Marena come esempio di centro di cura capace di accompagnare i malati terminali nell’ultima fase della loro vita. Bitonto, dunque, davvero come Città del Sollievo, titolo che porta inciso sui cartelli d’ingresso, e che mai come ieri, nel corso del programma televisivo “A sua Immagine”, è emerso in tutta la sua valenza sociale e umana.

Su Rai Uno, nella puntata dedicata alla 26esima Giornata Mondiale del Malato, Lorena Bianchetti ha accolto don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute della CEI e la dottoressa Francesca Leonardis, primario di Rianimazione al Tor Vergata di Roma. Le esperienze di malati e di chi li sostiene nel difficile percorso delle cure, si intrecciano con le testimonianze di chi, mettendo al centro le necessità delle persone malate, si spende giornalmente nell’assistenza sanitaria. Da qui l’esempio della struttura per la cura dei malati terminali di Bitonto, diretto dalla dottoressa Anna Cannone, nel servizio girato a cura di Roberto Fittipaldi e Barbara Borgiotti, dal titolo “La forza dell’amore”.

A presentare alle telecamere l’Hospice è il direttore della Fondazione Opera Santi Medici, don Vito Piccinonna, che ha spiegato come il centro di cura di Bitonto sia «un fiore all’occhiello per i malati che sono giudicati dalla medicina inguaribili». «Le cure palliative – ha continuato don Vito – rappresentano una risposta positiva e possibile. Se si fa un giro per le stanze si nota subito che sulle porte non c’è un numero, ma c’è un nome, e questo dice già lo spirito di questo luogo».

A dare testimonianza concreta alle parole del direttore, la voce di una paziente, in cura all’Hospice: «Sono rinata davvero», ha confessato la signora, ringraziando lo staff per il lavoro a sostegno dei malati. La struttura dà la possibilità ai pazienti di assistere alla Santa Messa nella cappella o di guardarla dalle camere, attraverso delle telecamere apposite, ma non solo. L’operatore socio sanitario Angela Traetta ha spiegato che il loro lavoro «consiste nell’occuparsi dei bisogni primari dell’ammalato, dalle cure igieniche alla somministrazione dei pasti alla relazione d’aiuto. Diamo beneficio, non solo al fisico ma anche all’anima e con noi i pazienti riescono ad aprirsi fino in fondo perché si fidano e si affidano».

L’amore, dunque, si fa concreto nel lavoro degli infermieri e degli operatori sanitari che diventano veri e propri angeli custodi per chi è bisognoso e solo. Il video integrale del servizio su Rai Play.

lunedì 12 Febbraio 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:23)

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