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A scuola di ‘OpenCoesione’: una finestra aperta sul nostro mondo

Fiorenza Dibitonto
Villa Giovanni XXIII
Un progetto didattico del Liceo Classico e Linguistico "C.Sylos" di Bitonto
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Ogni luogo geografico ha esigenze di sviluppo specifiche che bisogna rispettare e valorizzare. Al fine di promuovere uno sviluppo armonico e rimuovere gli squilibri politici e sociali, vengono promosse le politiche di coesione che si impegnano nella gestione di risorse pubbliche in infrastrutture o servizi.

A tal proposito nasce l’iniziativa “A scuola di OpenCoesione” che si rivolge a tutti i cittadini, singoli e organizzati, fornendo dati e informazioni per valutare l’efficacia e la coerenza dell’impiego delle risorse delle politiche di coesione.

Il Liceo Classico e Linguistico “C.Sylos” di Bitonto, avallando la forte convinzione della dirigente scolastica, la professoressa Antonia Speranza, particolarmente attenta alle tematiche giuridico – economiche, ha voluto, per la seconda annualità, rendere i ragazzi partecipi di questo progetto, ponendoli di fronte a realtà che spesso ignoriamo, ma che viviamo quotidianamente. In particolare le classi I A (classico) e III B (linguistico), con il supporto delle docenti referenti, T. Ancona e G. Lozito, hanno studiato il caso “Villa Giovanni XXIII – Condominio Solidale“. Questa Onlus segue un programma di inclusione e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale.

Il 14 febbraio scorso gli stessi ragazzi hanno incontrato Nicola Castro, direttore generale della Fondazione onlus e Gaetano De Palma, assessore al Welfare, Servizi sociali e Servizi per l’integrazione sociosanitaria del Comune di Bitonto, al fine di confrontarsi circa i dati raccolti sui finanziamenti stanziati e sul loro impiego. La dirigente Antonia Speranza, dopo aver presentato con entusiasmo il progetto e l’impegno di alunni e docenti, si è soffermata, nel suo intervento, sulla funzione dello Stato sociale per poi invitare i due speakers a perdere la parola.

L’assessore De Palma ha presentato il sistema dei servizi sociali, di cui giornalmente si occupa, come una serie di interventi a favore dei minori, dei disabili o di chi ha difficoltà economiche. Fra questi interventi menziona anche il Condominio Solidale che ha definito un’iniziativa pionieristica perché dimostra quanto la “domiciliarizzazione” sia importante per l’autonomia degli anziani, che così riscoprono il piacere di stare insieme, il bello del vicinato e della solidarietà.

Castro ha raccontato la storia e le sfide di “Villa Giovanni XXIII” che oggi non solo presenta una Residenza Sociosanitaria ma è anche un Centro Alzheimer. Il direttore generale ha sottolineato con orgoglio che la città di Bitonto ha sempre mostrato la sua sensibilità verso gli ultimi come se fosse la sua “carta d’identità” ed ha espresso la speranza che le prossime generazioni possano abbracciare queste istituzioni.

L’idea del Condominio Solidale nasce in particolare dalla raccolta dati del Rapporto Censis, relativi alla situazione abitativa degli anziani che, nella maggior parte dei casi, vivono in appartamenti che non favoriscono le relazioni ma soprattutto sono inadatti alle loro esigenze e il più delle volte con barriere architettoniche di vario genere che mettono a rischio la loro vita. Il Condominio solidale è, infatti, dotato di appartamenti con nuove tecnologie ‘sensoristiche’ e di supporto in ambito domotico, ed è perfettamente collegato con tutti i servizi pubblici.

Alcuni alunni hanno colto l’occasione per confrontarsi con i relatori sui risultati delle loro ricerche, relative alla popolazione anziana ma sopratutto relative ai finanziamenti. Risulta che l’Unione Europea ha stanziato 402.188 euro, il Fondo di Rotazione 68.608 euro e la Regione 120.625 euro. I pagamenti effettuati sono 591.453,91 euro, pari al 100% dei finanziamenti. I dati aggiornati presentati da Castro parlano, invece, di un investimento rendicontato di 1.415.935,59 euro e di un finanziamento regionale definitivo di 623.011,66, pari al 44% dell’investimento.

Il progetto “A Scuola di OpenCoesione” promuove una società inclusiva e garantisce condizioni di sicurezza al fine di favorire lo sviluppo. Il coinvolgimento dei ragazzi rende il progetto più energico perché si carica di speranza e di fiducia nella futura partecipazione alle politiche sociali che mirano a valorizzare gli individui, rendendoli parte di una stessa Comunità.

giovedì 22 Febbraio 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:16)

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