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Xylella, l’intervento di Sicolo (Cno) in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati

La Redazione
Sicolo in Commissione Agricoltura
Il presidente bitontino ha esposto diverse proposte per rilanciare il settore e rispondere all'emergenza del batterio in Puglia
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Anche il Consorzio Nazionale Olivicoltori, nella persona del presidente bitontino Gennaro Sicolo, ha partecipato all’audizione in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla Xylella Fastidiosa che sta colpendo in maniera seria e grave l’olivicoltura italiana.

Sicolo ha cercato di “analizzare, nei minuti che mi sono concessi, una situazione drammatica affrontata nel corso degli anni in maniera poco seria e poco decisa”, come si evince dal documento inviato agli organi di stampa.

“Sgombriamo il campo da tutti gli equivoci creati ed alimentati ad arte da qualcuno: la xylella esiste ed è un grave problema italiano ed europeo”, ha esordito il presidente del Cno. “E con la xylella, allo stato attuale, si deve convivere perché manca ancora una risposta scientifica in grado di sconfiggere il batterio. Detto ciò, è giusto analizzare ciò che è stato fino ad oggi. Per anni la xylella è stata insabbiata, quasi non fosse mai esistita, e se adesso finalmente affrontiamo la questione è solo perché qualcuno – pochissimi -, tra cui il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, ha tenuto alta l’attenzione”.

E ha continuato: “Vi racconto un episodio: 7 marzo 2018. Infoxylella.it, portale gestito da tanti bravi volontari, a cui va il mio plauso, dopo aver studiato ed analizzato i report dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, comunica che in pochi mesi le piante di ulivo infette nella zona di contenimento, quella in provincia di Brindisi per intenderci, sono più che triplicate.
Nel silenzio generale, chiamati in causa da questi volontari, il CNO pubblica i dati attraverso un comunicato stampa, ripreso da tutti i più importanti telegiornali e giornali d’Italia, e la xylella torna finalmente ad essere il problema da affrontare”.

Il bitontino, poi, non le manda a dire e attacca la politica, dicendo che è stata quest’ultima “in tutte le sue articolazioni territoriali, centrali e periferiche, a mancare clamorosamente in questa battaglia. Gli olivicoltori salentini e pugliesi sono stati lasciati soli in balìa di un numerosi santoni nullafacenti, pseudoambientalisti e pseudoagricoltori, contestatori di professione, che è riuscita a mettere in piedi un complesso sistema di fake news, alimentato dai social e dall’ignoranza in materia di tanti, nel quale molti sono colpevolmente cascati. Il problema serio è che questo sistema di fake news si è nutrito per anni della connivenza di amministratori locali, amministratori regionali, presidenti, consiglieri comunali, consiglieri regionali, deputati, senatori, attivisti, giornalisti, e anche organizzazioni agricole creando un danno enorme e incalcolabile al territorio e all’economia”.

“La xylella in poco più di cinque anni, da una zona circoscritta a pochi terreni e poche decine di piante, è arrivata a colpire tre province minacciando tutta la Puglia e l’Italia olivicola. A questa campagna di disinformazione si sono sommati comportamenti inadeguati, che in alcuni casi ritengo omissivi, da parte di chi era preposto alla gestione dell’emergenza. Vogliamo chiarezza sui ritardi della Pubblica Amministrazione e capire perché non si è agito come la normativa impone, consapevoli che le Decisioni comunitarie in materia di organismi da quarantena sono immediatamente esecutive”, ha aggiunto Sicolo.

E continua: “Nessuno deve pensare di fuggire dalle proprie responsabilità e dai propri comportamenti! Ciò che non ha consentito al Commissario Silletti di agire, per esempio, è stato anche il conflitto di attribuzione di competenze che erano in capo alla Regione e che ne ha permesso di impugnare strumentalmente gli Atti, pienamente legittimi, in materia di contrasto alla Xylella. Oggi è necessario agire, capire chi deve fare cosa, con chiarezza. Non è accettabile che 29 ricorsi individuali dal 2015 ad oggi siano stati la presunta causa che ha impedito gli abbattimenti, quando sappiamo che sui nuovi focolai le notifiche di abbattimento vengono recapitate con mesi di ritardo o non vengono addirittura emesse, nonostante la disponibilità degli olivicoltori a procedere alla rimozione delle piante infette. Una puntuale azione di contenimento, con abbattimenti rapidi e costante monitoraggio (quest’ultimo davvero efficiente solamente negli ultimi 12-18 mesi) avrebbe impedito di avere oggi una delimitazione così estesa. Non capisco perché le regole dell’Unione Europea, soprattutto quelle dolorose legate all’eradicazione delle piante infette, non debbano essere seguite in Italia, mentre negli altri focolai di xylella, e sono molti, sparsi nel Continente, in Francia, Spagna, Germania, si”.

“Sono il Presidente della più importante organizzazione della produzione olivicola italiana – aggiunge – ma, prima ancora, sono fiero di essere un olivicoltore vero, un agricoltore.
Per noi tagliare un albero è un dolore atroce. Ma siccome ormai abbiamo maturato la consapevolezza di come sia necessario, per contenere la proliferazione del batterio, tagliare le piante malate, facciamolo.
Facciamolo in fretta. Le procedure vanno semplificate, come avviene per altri patogeni da quarantena, ma soprattutto va chiarito chi ha la responsabilità di fare cosa e in che tempi, i comportamenti omissivi che hanno prodotto questa situazione devono essere perseguiti. Snellite la burocrazia! Come avviene negli altri paesi, una volta individuata la pianta malata lo Stato deve procedere subito con l’eradicazione e solo successivamente deve avvisare il proprietario della stessa. Va garantito allo stesso tempo però l’immediato ristoro e la possibilità di reimpianto”.

Sicolo poi ha fatto un excursus sulle buone pratiche agricole – aratura, concimazione, potatura – necessarie a risolvere l’emergenza Xylella e preservare il terreno dall’attacco dell’insetto vettore della malattia, ma non effettuate da tutti gli agricoltori. Il presidente bitontino ha proposto di “togliere gli aiuti Pac a questa gente che abbandona i campi e insegue stupide teorie e diamo quei soldi ai tanti olivicoltori salentini e pugliesi seri che fanno bene il loro lavoro e che sono le vittime di questa sciagura esplosa nel tempo anche per i comportamenti di questi personaggi”.

“Ovviamente la sputacchina non è un insetto intelligente che passa nei terreni incolti dei privati ed evita i terreni pubblici incolti. Quindi vi chiedo di accelerare anche la pulizia dei terreni comunali e provinciali, incentivando gli amministratori locali ad emanare ordinanze sia per il verde pubblico, sia soprattutto per obbligare i privati a lavorare i campi”, ha proposto ancora Sicolo.

Tornando sull’argomento reimpianto, il presidente del Cno ha chiesto un maggior impegno per sostenere gli olivicoltori pugliese a riprendere la produzione, “magari sperimentando quelle cultivar che sono più resistenti”.

giovedì 20 Settembre 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 19:32)

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