Cronaca

Spaccio e tentato omicidio: arrestato un bitontino

La Redazione
Conferenza stampa in Procura a Trani
Il procuratore di Trani: "Chiediamo I comandi provinciali delle forze dell'ordine"
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Tutto parte da un tentato omicidio del settembre 2015 a Molfetta. Quello che è venuto fuori, indagando, è un intenso traffico di droga tra Molfetta e Giovinazzo con rifornimento della sostanza a Bari. Ma soprattutto sono emersi collegamenti con i clan baresi dei Dicosola e Diomede. Sono 17 le persone arrestate questa mattina su disposizione del gip di Trani, Francesco Messina, grazie alle indagini dei carabinieri, coordinati dalla pm Silvia Curione, e indagate a vario titolo, per traffico di stupefacenti, tentato omicidio e minaccia aggravata.

In carcere sono finiti Nicola Abbrescia, Cosma Damiano Grosso, Michele Arciuli, Donatella Caracciolese, Gianfranco Del Rosso, Maria Fiore (compagna di Abbrescia), Saverio e Giuseppe Pappagallo, Giuseppe Petruzzella, Domenico Ponte, Cosimo Damiano Spagnoletti, Alessandro Tenardi. Alcune ordinanze sono state eseguite in carcere a Trani, mentre un solo arresto ha interessato Bitonto. Ai domiciliari sono finiti Antonio Azzollini, Fabio De Pinto, Domenico Cosimo Grieco, Michele Liso e Laura Zaccaria (moglie di Saverio Pappagallo).
L’inchiesta parte dal tentato omicidio di Cosma Damiano Grosso, avvenuto nel settembre 2015 durante la festa patronale di Molfetta. Il responsabile è stato individuato nel barese Nicola Abbrescia, da tempo trasferitosi a Molfetta. Da lì è stato svelato il traffico di stupefacenti tra Molfetta, Giovinazzo e Bitonto. Svelato, soprattutto, un collegamento con i clan baresi dei Dicosola e Diomede. Alcuni rifornimenti di droga si sono svolti nel quartiere Japigia. Alcuni soggetti hanno condanne per 416 bis e risultano figurano di spicco anche donne: Carmela Fiore di Molfetta, figlia di Alfredo ucciso nel marzo 2014 durante il mercato, e Donatella Caracciolese di Bari. Acclarato l’utilizzo di minorenni per lo spaccio o, comunque, di soggetti nati negli anni 90. Anche gli esponenti arrestati potevano andare avanti nelle loro attività grazie alla collaborazione dei minori. Frequente il ricorso a Facebook e wathsapp per lo spaccio. Usavano wathsapp per comunicare tra di loro e uno dei soggetti usava Facebook nonostante fosse ai domiciliari e comunicava attraverso messenger.
Le indagini arrivano fino a luglio 2017, ma anche nei mesi successivi ci sono stati arresti per spaccio. Molte forte la reazione delle persone coinvolte e, in un’occasione, è stata aggredita una donna in servizio nell’Arma.
Nell’illustrare i particolari dell’operazione, il procuratore di Trani, Antonino Di Maio, ha detto che “quello della Bat è un territorio precario dal punto di vista della sicurezza, pressato dalla criminalità foggiana, da una parte, e da quella barese, dall’altra. La Bat non ha una questura – ha sottolineato – e suoi comandi provinciali di carabinieri e guardia di finanza. Per questo, già da tempo, mi sono adoperato perché la questura possa essere attivata e poi gli altri comandi. In termini di prevenzione l’istituzione dei comandi sarebbe un passaggio fondamentale perché la Bat, territorio ricco per passaggio e contigua attraverso poche miglia marine all’Albania, può essere terreno di scontro”. “Ringrazio le forze dell’ordine – ha concluso – per le indagini delicate e con tecniche sofisticate”.

martedì 31 Ottobre 2017

(modifica il 28 Giugno 2022, 22:20)

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