Le accuse

​Scontro treni del 12 luglio, le cause del disastro: «Errori e mancati adeguamenti»

La Redazione
La tragedia sui binari tra Corato e Andria
Le accuse contestate a dipendenti e vertici di Ferrotramviaria
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I minuti precedenti alla strage dei treni del 12 luglio 2016, avvenuta tra Andria e Corato, sono stati ricostruiti dai magistrati della Procura di Trani negli atti di conclusione delle indagini, notificati ieri a 19 persone. Nei capi di imputazione viene evidenziata, minuto per minuto, la dinamica dello scontro tra l’ET1016 (che viaggiava in direzione Corato-Andria) e l’ET1021 (Andria-Corato) verificatosi poco dopo le 11 sulla tratta a binario unico.

Secondo quanto si legge nelle contestazioni contenute nelle 25 pagine dell’avviso di conclusione delle indagini, il capostazione di Andria, Vito Piccarreta “concedeva alle ore 10.45 la via al rotabile ET1016 (direzione Corato-Andria)” e “richiedeva alle ore 10.50 la via libera per il rotabile ET1021 (direzione Andria-Corato e quindi intercalato rispetto al treno 1016) senza che in effetti ci fosse presso la stazione di Andria la presenza e/o il transito del rotabile ET1021, ivi giunto solo alle 10.58”. Così, “concedeva alle ore 11 la via libera al rotabile ET1021 (Andria-Corato) con segnale di partenza al capotreno Lorizzo”.

Dava inoltre la via libera anche al treno ET1016 bis (ridenominando il materiale rotabile del treno ET1642 già presente nella stazione di Andria), senza che fosse ancora arrivato da Corato l’ET1016. In questo ci sarebbe stata anche la responsabilità del dirigente del centro coordinamento Francesco Pistolato, che avrebbe consigliato e concordato con Piccarreta di effettuare il treno supplementare ET1016bis, prima che arrivasse l’ET1016 violando i regolamenti secondo cui si possono effettuare treni supplementari come seguito dei treni ordinari e non in precedenza. Il capostazione di Corato, Alessio Porcelli, d’altro canto “accordava alle 10.50 la via libera al rotabile ET1021” e “non comunicava dm di Andria (ovvero Piccarreta) l’orario effettivo della partenza del rotabile ET1016 da Corato, avvenuta alle ore 11”. Infine il capotreno sopravvissuto alla strage Nicola Lorizzo, che era in servizio sull’ET1021 Andria-Corato, “non si assicurava della presenza del rotabile incrociante ET1016 presso la stazione di Andria” prima di lasciare quest’ultima e dirigersi a Corato.

Non è stato tralasciato nemmeno il ruolo dei vertici e dirigenti della società Ferrotramviaria, in particolare di Enrico Maria Pasquini e della sorella Gloria (in qualità di presidenti del cda e amministratori delegati, il primo dal 1998 fino al 13 dicembre 2013, la seconda succeduta al fratello dopo le sue dimissioni), nonché del direttore generale Massimo Nitti e del direttore d’esercizio, Michele Ronchi. A loro viene anche contestato di non aver realizzato “l’adeguamento tecnologico” dei sistemi di attrezzaggio della tratta tra Ruvo e Barletta “mediante l’installazione di un sistema automatico di distanziamento e segnalamento, cosiddetto blocco elettrico automatico (per esempio il blocco conta assi) – ovvero di un sistema di controllo/protezione della marcia dei treni (come il sistema di controllo marcia treni), idonei a garantire il miglioramento dei livelli di sicurezza della circolazione ferroviaria”.

In particolare, secondo i magistrati, la strategia aziendale era finalizzata ad “accrescere la produttività della infrastruttura ferroviaria gestita dalla Ferrotramviaria spa e quindi gli utili ricavabili attraverso il progressivo indirizzamento dei finanziamenti – stanziati dalla Regione Puglia a favore della predetta società in virtù dell’accordo di programma siglato il 23 dicembre 2002 tra Regione Puglia e Ministero dei Trasporti – inizialmente destinati alla implementazione tecnologica dei sistemi di attrezzaggio della tratta a semplice binario Ruvo-Barletta delle Fnb (installazione del blocco automatico) verso interventi volti a incrementare la capacità dell’infrastruttura e la qualità del servizio ma non della sicurezza della circolazione”.

Anche da queste condotte – conclude la Procura – è derivato il disastro ferroviario con la conseguente morte di 23 persone (tra cui tre dipendenti della stessa società ferroviaria), determinato dalla collisione tra i treni ET1016 ed ET1021 “entrambi circolanti, in direzioni opposte, sulla tratta ferroviaria Andria-Corato della Fnb a binario semplice, regolata dal regime di circolazione del ‘blocco telefonico’”.

martedì 12 Dicembre 2017

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:54)

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