Cultura

Perché il Polo Museale snobba Bitonto?

Marino Pagano
Palazzo Sylos Calò
La Galleria nazionale della Puglia "Devanna" esclusa dal circuito delle grandi mostre
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Arte e mostre, abbiamo un problema. Perdonate queste riflessioni a voce alta, questi pensieri che non esitiamo a rassegnarvi con franchezza, persino con la serenità dell’amore libero e forte per la città in cui si vive. Ma qui dobbiamo metterci d’accordo con chi di dovere. Personalmente, amiamo l’arte e i migliori esempi di creatività e cultura che cerchino di irradiare spunti di ricerca, soddisfare un’ansia del bello, dar vita a momenti di riflessione attorno all’estetica, antica e contemporanea. Giriamo per questo molto la nostra Terra, da Bari a poi tutta la Puglia. Ebbene, concentriamoci su quanto accade proprio nella vecchia Terra di Bari, lasciando stare per un attimo Caravaggio e i caravaggeschi ad Otranto (con in più Roberto Cotroneo) o Mario Schifano e Pop Art a Lecce o, ancora, J. Philipp Hackert a Gallipoli.

Prendiamo il caso di realtà, quasi tutte appartenenti al famoso Polo Museale della Puglia, paragonandole poi con quanto accade a Bitonto. Ecco quindi Trani, Castel del Monte (si parva licet componere magnis…), Bari stessa, Conversano (tecnicamente non Polo), Gioia del Colle. Tutte queste sedi vantano, per tutta l’estate e anche oltre, mostre di valore. Se Trani ha al castello il grande musicista e artista sperimentale Brian Eno (non staremo a dilungarci sui nomi e sul loro significato artistico, diamo ciò per presunto, né questo è al centro del nostro pezzo), Andria, nella cornice sempre suggestiva di Castel del Monte, conta sullo scultore concettuale Nino Longobardi, mentre Bari propone al castello normanno svevo un excursus sul tenore leccese Tito Schipa. Grandissimo nome, come ormai quasi sempre, nello splendido castello di Conversano: ecco Man Ray, con tutti i suoi richiami alle avanguardie del 900. Infine, inaugurata in questi giorni, ecco a Gioia del Colle, anche qui nel castello cittadino, già degno di visita per il museo archeologico, una rassegna di opere dello scultore Umberto Mastroianni, zio del celeberrimo attore Marcello e grande nome dell’arte novecentesca italiana. Tutte queste interessanti mostre hanno i loro efficienti organizzatori, soprattutto solerti e attrezzati finanziatori. Si pensi a Conversano. Man Ray è lì anche grazie al Libro Possibile di Polignano. E la zona est è soddisfatta. Trani? Ecco agire nella città del santo greco Nicola il Pellegrino la famosa Il Cigno GG edizioni, storico sodalizio, leader nel mettere su rassegne internazionali, con oggi al timone Lorenzo Zichichi, figlio dello scienziato Antonino (da qui una discutibile mostra sul matematico Fibonacci, l’anno scorso, a Castel del Monte). Con Zichichi, presente anche a Gioia per Mastroianni, pure la nota cooperativa (tecnicamente una scarl) Nova Apulia, società concessionaria del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, collaudata alla gestione integrata dei servizi di accoglienza ai visitatori nei musei statali. Nova Apulia è attiva anche a Castel del Monte per Longobardi, unita all’importante Dafna di Napoli, importante spazio espositivo partenopeo. La mostra è a cura di Achille Bonito Oliva. Insieme a tutti questi gruppi, organizza e coordina, chiaramente, il citato Polo Museale della Puglia.

E qui, davvero, dobbiamo chiarirci. Bitonto, con la sua importante Galleria nazionale “Girolamo e Rosaria Devanna” (nazionale, è bene ricordarlo sempre: questo vuol dire che lo stato non può continuare ad ignorare, o quasi, questa rilevante realtà), è a tutti gli effetti nel Polo Museale. La città degli ulivi vanta l’unica Galleria in Puglia, anzi “la” Galleria nazionale ufficialmente e nominalmente definita “della Puglia”. Ok, ci manca un castello vero e proprio. Ma può continuare ad essere questa l’unica discriminante? Può passare in secondo piano una struttura come palazzo Sylos Calò, con i suoi inestimabili capolavori?

Fino a quando potrà non pensarsi all’interesse di far dialogare le meravigliose opere d’arte contenute in Galleria con qualche nome di prestigio, contemporaneo o meno che sia? Perché allestire da noi mostre, certo notevoli e dignitose, ma spesso care soprattutto allo studioso o al visitatore colto e non ad un pubblico appena appena più grande? Lo diciamo ancor più chiaramente, perché questa è la lampante impressione che ne nasce. Perché il Polo Museale snobba Bitonto? Perché il Polo e il suo direttore Fabrizio Vona non hanno pensato anche alla Galleria e alla nostra città, di concerto ovviamente con tutte le realtà associative (leggi economiche, come altrove successo) del caso, per un allestimento di valore anche da noi? Attenzione. Non chiediamo vacue trovate turistiche o sensazionalistiche. Non interessa il nome del celebre artista, magari furbamente richiamato per far cassa. Interessa una valida e seria iniziativa culturale. Né crediamo che i mesi di stallo amministrativo dovuti al turno elettorale possano aver influito in scelte che dipendono soprattutto (diremmo esclusivamente) dalle volontà e dalle sinergie giuste che solo il Polo può mettere in campo.

Quindi, negli anni a venire, ma partendo sin da subito, sarebbe bene, da parte di tutti, uno sforzo maggiore, a cominciare dall’amministrazione comunale della nostra città, che sappiamo ben sensibile al tema, interprete diretta di vari tentativi in questa direzione. Ma urge forse qualcosa in più. Così da inserire Bitonto in un circuito vasto, in linea coi coraggiosi propositi in merito alla proposta di candidatura della città a Capitale italiana della cultura per il 2020, idea già di suo brillante, comunque vada. Nella misura in cui, però, sarà lo spunto e l’occasione per spingerci davvero un po’ più in là. Senza manie di grandeur. Semplicemente puntando su quel che abbiamo. Non si tratta di dar vita a sterili presunzioni municipaliste: la Galleria nazionale della Puglia rientra tra questo immenso patrimonio e la Puglia, sì la Puglia tutta, non può continuare ad ignorarlo o a farlo passare in secondo piano rispetto a realtà che, innegabile fascino dei castelli a parte, hanno meno, molto meno di noi.

domenica 23 Luglio 2017

(modifica il 28 Giugno 2022, 23:05)

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