Cultura

Sannicandro, Fioriello, Ambrosi: tre bitontini a “Sovereto in luce”

Marino Pagano
L'opera di Franco Sannicandro
Aperta fino a domani la mostra nel borghetto medievale di Terlizzi
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Mostra d’arte assai interessante in questi giorni a Sovereto, nell’ambito del festival messo a punto nel borghetto medievale terlizzese al confine con Bitonto dalla sapiente capacità del maestro Paolo Lepore. Vive così all’insegna di un ritrovarsi in nome della cultura e della creatività, nelle sue più vaste espressioni, questo piccolo e però significativo scrigno del territorio. La mostra d’arte, dal titolo “Sovereto in luce 2017” (aperta al pubblico fino a domani), è stata allestita a cura del nostro Franco Sannicandro, nome inserito nel panorama artistico nazionale. Non amiamo le classifiche di ogni sorta o i giudizi di gerarchia qualitativa fini a se stessi ma è indubbio che Sannicandro si sia da tempo ritagliato un ruolo interessante, sicuramente da sottoporre sempre più all’attenzione della critica d’arte di valore. Una figura di mai domo sperimentatore, esteta sempre agitato dall’ansia di comunicare una novità rispetto al circostante. Nato in ambito figurativo e legato in gioventù alla figura di Francesco Speranza, è poi approdato ai mezzi più espressivi concepiti dall’arte degli ultimi decenni: sculture concettuali, videoarte, installazioni, sapiente gioco della luce, non disdegnando certo l’abbraccio con le suggestioni tecnologiche.

Franco ha coordinato a Sovereto molti artisti. Eccoli: Dario Agrimi, Aurora Avvantaggiato, Rossana Bucci & Oronzo Liuzzi, Antonia Bufi, Peppino Campanella, Raffaele Cappelluti, Mariangela Cassano & Gianni De Serio, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Angelo Cortese, Franco Cortese, Jutka Csakanyi, Lisa Cutrino, Pietro De Scisciolo, Giuseppe Fioriello, Angelo Galatola, Nicola Illuzzi, Beppe Labianca, Sergio Laterza, Gabriele Liso, Walter Loparco, Vincenzo Mascoli, Massimo Nardi, Bianca Roselli & Arcangelo Ambrosi, Grazia Savoia, Paolo Tinella, Franco Valente, Antonella Ventola.

Introduzione critica alla mostra a cura del giornalista Francesco Paolo Del Re, autore come sempre di un testo ben scritto e assai utile a percepire il senso anche “nascosto” delle opere in mostra.

Presenti alla rassegna tre artisti bitontini (e bitontino è anche Del Re, così come Mimmo Ciocia, titolare della grafica). Oltre a Sannicandro, Giuseppe Fioriello e Arcangelo Ambrosi. Ci concentriamo allora un attimo sui loro rispettivi lavori.

Sannicandro ha presentato “Il libro delle farfalle”, opera in plastica che esalta la luce e il fulgore, concetti in natura e nell’uomo stesso in realtà sempre più irrisi e vilipesi. L’uomo dimentica lo splendore di quel che è (o potrebbe, dovrebbe essere) e lo stesso accade all’ambiente, proprio per le responsabilità umane. Ecco allora un vecchio manichino sartoriale di stoffa, uno strumento che l’artista ha riciclato matericamente e soprattutto risemantizzato nella sua anima. Torna il blu, cromatismo vera e propria “fissa” di Sannicandro. “C’è un colore più bello del blu?”, chiede e si chiede Franco.

Giuseppe Fioriello è autore dell’opera “Great pleasure to write for you 13”, una “foto-grafia autochrome“, trattata come “cliché verres”. Fiorello, detentore di solidi studi artistici e diplomato in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bari, insegna negli istituti superiori disegno geometrico e storia dell’arte. Anch’egli da sempre attratto dalla sperimentazione, ama il segno precipuo della fotografia, sua musa e autentico grimaldello d’ispirazione. Per lui l’arte è costante dialogo con la contemporaneità, attraverso proprio il “metalinguaggio” di cui sono capaci le varie creatività nei loro abbracci tra le diversità. Importante per lui anche il rapporto, spesso non facile, tra linguaggio e strumento eletto dall’artista a mediatore tra il sé che escogita e il l’idea referente conclusiva di questa cerebrale attività. Fioriello è legato ad un’idea manuale, diremmo tattile, di arte: l’artista è quello che pensa e poi tocca, si sporca le mani, agisce sul concreto. Un’idea legata ad una concezione artigianale del partorire arte. “Un ritorno alle origini”, dice Fioriello stesso. Il tentativo a Sovereto ha avuto per noi esito più che felice. Non nutrivamo dubbi, del resto.

“Nautilus”, infine, è parte di un progetto di Arcangelo Ambrosi e Bianca Roselli, illustratrice di Ruvo di Puglia. Si tratta di un lavoro molto affascinante, sinuoso, che facilmente rapisce assensi nel contemplarlo. “Con le nostre diverse personalità creative, diamo vita a sculture in legno, astratte o in forme naturali”, dicono i due. In particolare, il manufatto in mostra, ispirato appunto alla figura di un nautilus, nasce “da una necessità di creazione che ci ha condotto ad esplorare e ad interpretare la forma perfetta del nautilus, cercando un’ armonia e un dialogo intimo tra legno e luce”.

Ne è venuta fuori una scultura luminosa in legno davvero bellissima ed estremamente suadente

sabato 29 Luglio 2017

(modifica il 28 Giugno 2022, 23:02)

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