Oggi si celebrano i 60 anni dai trattati di Roma.
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«Dopo lo spettro delle guerre mondiali combattute entro i confini del nostro continente, l'un contro l'altro armate Francia, Italia, Inghilterra, Germania, Spagna… per sessant'anni anni si è percorsa la strada della collaborazione, dell'Unione. In cambio ne è venuta una pace durevole, anche se non definitiva, non universale» ricorda in una nota Città Democratica, che osserva: «Questa pace, nient'affatto scontata per i nostri genitori, lo è purtroppo diventata per noi e per i nostri figli. Ci tocca preservarla. Ci tocca trasformarla in pace universale. Ci tocca fondarla sulla giustizia e sulla democrazia diretta. Vogliamo essere consultati. Auguri, Europa!».
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Cd riprende la dichiarazione di Michel Houellebecq – «Non voglio essere rappresentato. Voglio essere consultato» – rilasciata dall'intellettuale francese nell'ultima intervista al Corriere della Sera sul futuro dell'Europa.
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«Per potersi davvero unire – scrive Cd in una nota – l'Europa deve superare degli scogli enormi. Le opposte vocazioni di Inghilterra e Germania da una parte e di Italia e Francia dall'altra; la profonda crisi della democrazia; l'assenza di una cultura europea in grado di fronteggiare l'onnipervasività del mondo anglosassone».
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L'associazione politico culturale bitontina sottolinea poi che «in un lungo intervento radiofonico, Romano Prodi qualche sera fa rilanciava con forza il progetto Europa, salutando con meraviglia l'affermazione nei sondaggi del candidato all'Eliseo Macron che pare stia rosicchiando gran parte dei consensi della Le Pen, a suon di fiduciose spinte europeiste. Due posizioni opposte, parrebbe. Eppure esse potrebbero convergere se solo l'Europa, il sogno di una Confederazione tra i paesi più antichi e culturalmente influenti del globo, riuscisse a compiersi come progetto politico. Gli euroscettici verrebbero smentiti dalla realtà, gli europeisti incalzati dall'applicazione su più vasta scala di buone pratiche oggi confinate entro angusti confini nazionali».
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