Politica

Nuova giunta, Abbaticchio: «Caselle assegnate, stiamo ragionando sulle deleghe»

Mariella Vitucci
Michele Abbaticchio
Il sindaco non conferma i nomi ma i giochi sono fatti. Sull'avvicinamento al Pd non si sbilancia e nega di volersi candidare alle prossime politiche
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I risultati elettorali delle ultime amministrative non sono ancora ufficiali. Lo saranno fra qualche giorno, quando l’Ufficio elettorale centrale avrà completato la verifica dei verbali e delle tabelle di scrutinio di ciascuna delle 51 sezioni di Bitonto, Palombaio e Mariotto in cui si è votato domenica 11 giugno. Le operazioni procedono regolarmente, con un surplus di attenzione viste le istanze di verifica presentate da qualche candidato. Ma non si tratta di ricorsi, come vox populi vuole, visto che si possono impugnare dinanzi al Tar solo dati ufficiali e non ufficiosi.

Intanto, a più di due settimane dalla proclamazione ufficiale del sindaco Michele Abbaticchio, rieletto con oltre il 60 per cento delle preferenze, procedono le consultazioni per la definizione della sua squadra di governo. In gioco ci sono sette poltrone da assessore, oltre a quella da presidente del consiglio comunale. Nel borsino dei neo assessori è data per certa la conferma di Rosa Calò, Rino Mangini e Nico Parisi; molto probabile l’ingresso in giunta di lady preferenze Marianna Legista (la candidata più suffragata con 829 voti) e di un’altra donna (si dice in quota La Puglia in più). Le due caselle “libere” dovrebbero essere invece appannaggio di due uomini: uno espresso da Progetto Comune Viviamo la Città (in “ballottaggio” Pasquale Castellano e Gaetano De Palma), un altro della lista civica Tra la gente. Per il ruolo di presidente del consiglio, in pole position Vito Labianca (Iniziativa Democratica).

I giochi sarebbero ormai fatti, addirittura blindati con un patto scritto.

Interpellato da BitontoLive, Michele Abbaticchio non conferma né smentisce i nomi che circolano sulla sua futura giunta, ma tiene a precisare che «la mediazione non ha creato grossi problemi, soprattutto con i “nuovi”. Con i “vecchi” invece, poiché molti hanno conseguito un risultato buono, c’è stata una mediazione più complicata».

«Le caselle sono state assegnate, l’organigramma politico è già definito – conferma Abbaticchio – ma stiamo ragionando sulle deleghe. Andiamo dai quattro ai cinque nomi chiaramente collegati alla precedente amministrazione».

Nessuno scontro per le poltrone, dunque? «Io ho contatti diretti con i segretari delle forze politiche, e se il segretario viene da me con un mandato chiaro e lo porta in coalizione, problemi non ce ne sono. Poi – ammette – è chiaro che all’interno delle singole forze ci sono discussioni, ma non mi riguardano. Mica tutti possono stare nella squadra di governo, e questo è chiaro a tutti e lo abbiamo deciso serenamente».

Quanto all’avvicinamento in corso con il Pd, Abbaticchio conferma la sua «apertura al dialogo» e aggiunge: «Ora valuteremo come e quando».

Nega invece ambizioni politiche sovra comunali, di cui pure si vocifera insistentemente: «Ora sto pensando alla giunta e al territorio, non ci penso proprio a candidarmi alle politiche. A pochi mesi dalla mia rielezione a sindaco non mi voterebbe neanche mia madre, o forse lei sì… anche se non voleva neppure che mi ricandidassi a sindaco». Poi precisa: «Quelli che si stanno impegnando a diffondere la voce di una mia candidatura alle prossime elezioni politiche stiano tranquilli che non andrò a dare fastidio a nessuno. Sto bene a Bitonto, ci vivo, e non ho velleità di trasferirmi nella Capitale. La carriera politica a livelli più alti non la cerco, queste cose invece vanno costruite e per il momento non ci penso. Sono concentrato sul mio territorio e sulle opere pubbliche in cantiere».

Ma l’impressione è che la politica non resterà solo una parentesi, per quanto lunga, nella vita di Michele Abbaticchio. Se per le elezioni politiche i tempi non sono maturi, una candidatura alle regionali 2020 appare assai probabile: tre anni per lavorarci e costruire consenso, anche grazie alle relazioni da vicesindaco metropolitano con i 41 comuni dell’ex provincia di Bari, con la “benedizione” del Partito Democratico. Lui nicchia: «Non posso dirlo adesso. E comunque anche se non facessi il politico, un lavoro stimolante ce l’avrei: tornerei a fare il funzionario pubblico, alle gare e ai procedimenti, alla routine piacevole del lavoro, a studiare le normative, ed anche a guadagnare di più…».

domenica 9 Luglio 2017

(modifica il 28 Giugno 2022, 23:12)

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