“L’utopia è come l’orizzonte. Tu fai due passi per raggiungerlo e lui, l’orizzonte, si allontana di due passi. E allora a cosa serve l’utopia se non la si puó raggiungere? Serve a far camminare in avanti un popolo, passo dopo passo”. Con questa citazione di Eduardo Galeano, Sinistra Italiana Bitonto lancia un “appello pubblico ai tanti bitontini che non ce la fanno”.
“È dura – scive il partito in una nota – non avere un reddito, un entrata economica per sostenere la propria famiglia, per dare dignità ai propri cari e ancora più dura vedersi sbattere la porta in faccia da amministratori comunali che con due lire d’elemosina credono di aver messo a posto la loro coscienza e sistemato le cose.
Comprendiamo il vostro stato d’animo. Sappiate che siamo dalla vostra parte e faremo tutto il possibile, tutto quello che le nostre forze ci consentono affinché questa amministrazione mostri il coraggio che finora non ha dimostrato di avere.
Ma voi dovete aiutarci: aggredire verbalmente il sindaco serve solo a lui per essere indegnamente santificato dai media e mette voi dalla parte del torto. E invece voi avete ragione.
Il lavoro, la casa, la serenità familiare sono diritti costituzionalmente riconosciuti e lorsignori invece di preoccuparsi di dare un tetto a tutti stanno già pensando a come vendere immobili nelle disponibilità del Comune per far cassa e per vantarsi di un saldo attivo in bilancio.
Ma con i saldi attivi non si mangia, cosi come non si mangia con redditi di dignità o con aiutini farlocchi.
Poi Sinistra Italiana si rivolge a Michele Abbaticchio: “Signor sindaco, le mancette le dia ai camerieri dei ristoranti e pizzerie che frequenta abitualmente. I cittadini hanno bisogno di sostegni veri. Si sforzi di trovare soluzioni vere. Non è facile per carità.
Ma i bitontini l’hanno votata perché ha più volte dichiarato di essere un superamministratore. Lo dimostri.
O sarà ricordato dalla storia come un mero amministratore delegato della Bitonto SpA”.
Una nota carica di livore politico che, in teoria, sconsiglia le aggressioni, ma, in pratica, eccita gli animi. Soprattutto, una nota in cui latitano i fatti. In cosa è consistito l'aiuto che l'aggressore ha ricevuto dal Comune? La nota non lo dice, il che legittima il dubbio che gli scriventi neanche lo sappiano e, comunque, non importi loro. Sono aiuti che provengono da un Comune guidato da un loro avversario (a meno che non lo considerino proprio un nemico, visti i toni), e tanto basta per defìnirli con disprezzo 'mancette'. Non a caso è la nota di un partito che non ha eletto neppure un consigliere: direi che nota e partito si meritano ampiamente a vicenda. Angela Saracino