Politica

Gestione rifiuti, Grandaliano: «Bitonto decida presto cosa fare»

Tommaso Cataldi
Incontro al Partito Democratico sul futuro della gestione dei rifiuti
Intervento del commissario durante l'incontro pubblico organizzato dal Partito Democratico riguardante il futuro della gestione dei rifiuti
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Continua il lavoro delle commissioni indette dal Partito Democratico bitontino per affrontare tutte le tematiche che interessano la città. Questa volta, nella sede di corso Vittorio Emanuele, si è parlato del futuro della gestione integrata dei rifiuti. Un incontro che ha visto intervenire come ospiti il commissario dell’Agenzia regionale per la gestione del ciclo dei rifiuti, Gianfranco Grandaliano, e il commissario liquidatore della Sanb, Nicola Roberto Toscano. E che ha visto partecipare consiglieri di maggioranza ed opposizione, all’insegna del «vero percorso di aggregazione del centrosinistra», come ha tenuto a precisare il segretario del Pd di Bitonto, Michele Naglieri.

Ad aprire però il dibattito è intervenuto l’ex consigliere comunale piddino Francesco Ricci, compiendo un excursus storico dalla costituzione della Sanb tra i comuni di Bitonto, Molfetta, Ruvo, Terlizzi e Corato sino alla sua attuale situazione, «paralizzata da tre anni da logiche campanilistiche, una stasi che ha determinato la riduzione del capitale sociale e la messa in liquidazione». Senza dimenticare che Bitonto ha già l’Asv come azienda atta al servizio di raccolta dei rifiuti, «con circa cento dipendenti e un know-how notevole, una confusione che Bitonto non merita», conclude Ricci.

Anche il commissario Grandaliano ha ripercorso l’iter di costituzione della Sanb: «La società si era costituita in maniera abbastanza veloce il 31 dicembre 2014, dopo che Abbaticchio chiese ad Emiliano il commissariamento dell’Aro, nel quale trovo una situazione eterogenea: due comuni (Terlizzi e Ruvo) che non hanno un’azienda propria di raccolta rifiuti ma che non hanno mai creato problemi, a differenza degli altri. La società è pertanto inattiva e i minimi costi scaturiti dai collegi sindacali hanno eroso il patrimonio. La situazione è incancrenita perché bisogna ricapitalizzare ma sorge il problema dell’aggiornamento del piano industriale, richiesto da Molfetta e Bitonto. E proprio Bitonto ha confermato sia Asv che Sanb, che sono però incompatibili, secondo i dettami della ‘legge Madia’ riguardanti le partecipate, perché in questo l’Asv deve soddisfare le esigenze comunali e non andare a fare delle gare».

A questo punto Grandaliano ha esposto le ultime due tappe della dead line per cercare di salvare la Sanb: «Entro il 30 dicembre ho chiesto il piano industriale aggiornato mentre entro il 15 gennaio 2018 il consiglio comunale di Bitonto deve deliberare a favore della costituzione della Sanb. In caso contrario, posso procedere ad un affidamento diretto oppure ad una proceduta di evidenza pubblica. Non posso consentire proroghe».

«Secondo me, è stata persa un’occasione – ha continuato il commissario straordinario Sanb – perché nel ciclo dei rifiuti si deve creare un soggetto pubblico. Avevo proposto un piano industriale in comune affinché si diventasse autosufficienti ma è stato bocciato perché ognuno guarda al proprio orticello senza volontà di aggregazione. Il “porta a porta” aumenterà inizialmente il costo del servizio ma diminuirà quando il sistema sarà a regime e nel nostro territorio; Bitonto è proprio il comune più svantaggiato perché fanalino di coda nei dati della raccolta differenziata. Questo però è stato l’ultimo anno in cui era possibile trovare un escamotage per scongiurare l’aumento dell’ecotassa, perché dal 2019 la maggiorazione non potrà essere evitata».

Il liquidatore Toscano ha esordito invece con una battuta, definendo, più che Sanb una «samba» questo balletto a cui assiste rileggendo tutti i verbali dei numerosi incontri. «Mi ha colpito l’incapacità di trovare soluzioni peraltro già indicate dalla legge – ha ammesso Toscano – perché non c’è stata integrazione tra Comuni. Addirittura un primo cittadino mi ha detto: ‘Come faccio a conservare il comando sul mio territorio?’. Il servizio dev’essere invece integrato. Basti pensare che ho chiesto al collegio sindacale di non rivendicare i compensi per sperimentare la riattivazione della società e dare seguito ad un percorso iniziato il 31 dicembre 2014, legato ad un finanziamento di premialità per l’avvio, evitando così il fallimento. Ho anche cercato di spronare i Comuni perché ci sono state ambiguità circa le razionalizzazioni: alcuni sono determinati ad andare avanti con la Sanb, in altri invece (come Bitonto) regna la confusione. E la delibera più ambigua è proprio di Bitonto perché non esprime cosa vuol fare».

Toscano ha esposto quindi la sua ricetta per mantenere in vita la Sanb: «Ci sono in gioco interessi come l’efficienza e l’economicità del servizio e il futuro dei lavoratori coinvolti. Tutti i Comuni interessati si sono già espressi e vogliono una società pubblica con affidamento del servizio in house. Va altresì bene l’attualizzazione del piano industriale ma senza esasperare il problema. Ne discuteremo in un’assemblea che ho indetto per venerdì prossimo».

mercoledì 20 Dicembre 2017

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:50)

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