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Franco Sannicandro, il coraggio della creatività

Marino Pagano
L'artista bitontino Franco Sannicandro
Addio all'artista bitontino, deceduto ieri
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È tutto vero. Ora puoi, Franco. Puoi correre, raggiungere quell’azzurro che amavi, caro a te e al poeta. Puoi vivere e librarti libero da ogni fardello, dal dolore che spesso ti rigava il volto, anche quando ridevi.

E quante risate con te, artista mio, amico nostro. E allora, se è vero che consola immaginarti capace di un sorriso effettivamente meno gravoso, più fanciullo, più eterno, è vero anche che non si riesce a trattenere l’emozione per un momento che con forza e preghiera tutti abbiamo cercato di scongiurare nell’ultimo mese. Ci abbiamo sperato. E invece la morte ci ha tolti dalla visione diretta e terrena te. Ci ha strappato l’amicizia, la creatività, la mente, l’estro di Franco Sannicandro, artista bitontino di gran fama e valore, conosciuto e apprezzato da tutti per lo studio (nell’accezione di amore) che profondeva in quel che felicemente realizzava.

In questo momento non possiamo non pensare ai suoi cari, ci permettiamo di rivolgere la carezza più vera e più commossa al figliolo carissimo, suo doppio, suo tutto, reciprocamente avvinti alla vita stessa, malgrado ogni difficoltà. Un’arte che compiutamente nasceva dall’esistenza, quella di Franco. Figlia di un sudore che diceva amore e sofferenza, stille di verità. La verità più pura. Aveva scolpito anche le rondini in volo, lì all’Hospice, a dare speranza nell’ora del dolore ultimo ed estremo. Ci sarà tempo, ci dovrà essere tempo, per ricordare a dovere Franco. Per ora, solo qualche tratteggio.

Aveva compiuto settant’anni ad aprile 2017, in mente avevamo già un evento per quel momento. E non potemmo. Artista multimediale e operatore culturale, ebbe inizi figurativi, sulla scorta del suo amico e maestro Francesco Speranza (un giorno dovrà studiarsi compiutamente il rapporto tra i due). Non c’è dubbio che Franco sia collocabile nel pantheon ideale dei grandi artisti bitontini formatisi nel ‘900. Con l’indiscussa capacità di farsi apprezzare oltre i confini cittadini, regionali e persino nazionali. Si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Corato, ma poi si forma ad Urbino, a Firenze e a Roma. Qui conosce la grande arte, qui matura una concezione più universale dell’arte stessa. Il 1985 un anno chiave. Franco percepisce l’importanza delle installazioni. “Il rapporto multimediale spazio-immagine-luce-colore e effetti sonori può coinvolgere il fruitore”, scrisse. Ecco allora la concezione dell’arte totale, sulla scorta delle grandi avanguardie novecentesche. Musicisti, danzatori, poeti: continui gli esperimenti e sempre felici le contaminazioni. L’arte si fa reale cultura, ci si inventa e reinventa. Franco coglie tutto ciò. Grande il suo intuito, soprattutto nel capire gli sviluppi delle sperimentazioni stesse. Si pensi ai suoi rapporti con la videoarte di Studio Azzurro, i cui interpreti portò a Bitonto. Era orgoglioso di queste collaborazioni e cercò con insistenza di superare ogni limite nella concezione dell’arte e delle novità, forse non sempre capito. Ha collaborato nel 1987 alle scenografie teatrali di alcuni spettacoli di Giorgio Albertazzi e così anche con il regista Egisto Marcucci. Memorabile la mostra internazionale di scultura “La pietra e i luoghi”, organizzata in città nel 1990, in collaborazione con Anna D’Elia, Luciano Caramel e il notissimo Arturo Carlo Quintavalle. Oltre al video di Studio Azzurro, ricordiamo nel centro storico l’esposizione delle opere di Giò Pomodoro e Antonio Paradiso. E che dire delle indimenticabili foto di Luigi Ghirri? Franco ha poi diretto e organizzato, con Miloud Oukili, la “Carovana dell’Acqua”, con l’impegno di artisti di paesi europei, dando vita ad eventi artistici e di solidarietà a Mostar, Sarajevo, Parigi (2002-2003).

Non si contano le mostre, le partecipazioni a rassegne, le opere scultoree dagli elementi più disparati. Tantissimi musei pugliesi vantano sue opere. E senza eccedere, se ne vantava anche lui. “Sei andato a Laterza? Sei andato al Museo della Maiolica? Ci sono anche io”. Col tono dell’amico, del concittadino, senza spocchia. Sannicandro ha poi realizzato quel capolavoro itinerante che è stato (ma vorremmo dire che è, che sarà) il progetto “Olio d’artista”, nato con Marco Tribuzio, suo grande amico che abbracciamo. Ma amici di Franco sono stati tutti i grandi esponenti dell’arte e della sperimentazione. Anche qui senza confini e così, parlando con lui, partendo dalla magia dei nostri ulivi, finivi dritto dritto in Germania, con l’amico Conrad Bölicke a impiantare qui, a investire qui. Perché Franco era così. Sempre pronto a tessere relazioni, a credere nell’arte, anche legata al territorio, come elemento propulsivo della cultura e della società. Lo vedevi sempre a studiare soluzioni e a credere nelle idee. Recente l’intuizione del simposio internazionale di scultura, organizzato con qualche problema postumo che lo aveva amareggiato. Sicuramente abbiamo dimenticato qualcosa.

Su Franco torneremo. Ora il tempo del pianto, del rimpianto, di un saluto che giunge decisamentee prematuro per quanto ancora poteva donarci, nonostante la difficoltà quotidiana del suo vivere. Ma si abbracciava all’arte, alla creatività, al pensiero, alle figurazioni di ogni tipo. Non solo finestre per l’aria di un sospiro sereno, non solo ossigeno per tornare a crederci ogni giorno. Erano proprio parte di sé. La sua vita. Un’eredità che dobbiamo cominciare sin da subito a non disperdere. La sua esperienza e il suo portato culturale sono nella storia della città e dell’arte stessa e la storia ha il dovere di non dimenticare e di salvaguardare questo patrimonio.

martedì 27 Febbraio 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:14)

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Clara Urbano
Clara Urbano
6 anni fa

Un affresco perfetto della vita di Franco Sannicandro. Artista straordinario.

Franco minardi
Franco minardi
6 anni fa

Franco,sei stato un grande artista

margherita cavallo
margherita cavallo
6 anni fa

una conoscenza che aveva fatto capolino sulle pagine di Facebook. Apprezzava i miei lavori e qualche volta li aveva pure commentati. Invitata all'ultima edizione di Olio d'artista a Milano ho esposto la mia latta tra quella di altri due milanesi.L'ho considerata un omaggio alla sua figura di artista e promotore culturale. Mi dispiace tanto che non ce l'abbia fatta nonostante il suo fisico e tutte le persone che lo avevano nel cuore abbiano sperato fortemente, giorno dopo giorno, che si riprendesse. Ciao Francesco