Spalla

Alla scoperta degli scrittori di Puglia: Maria Pia Romano

Elena Albanese
Maria Pia Romano
Quasi 42 anni, nata a Benevento, ha già all'attivo ben nove libri tra prosa e poesia: «Voglio vedere dove porta, questo cammino d'inchiostro sulle strade del mio tempo»
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La scrittura. Passione innata o coltivata negli anni, esercitata per conoscersi e raccontarsi o trasformata in un vero e proprio mestiere.

La Puglia. Luogo incantevole e dalle mille contraddizioni, amato e odiato dai suoi figli, ma mai ad essi indifferente, che offre innumerevoli spunti per altrettante storie. Sfondo silenzioso o caciarone che può diventare esso stesso personaggio, se non protagonista.

Sono questi gli elementi che contraddistinguono gli scrittori pugliesi, che lo siano per nascita, per adozione o per amore. Abbiamo deciso di dar voce a loro, per ascoltare cosa li ispira, cosa li contraddistingue, cosa hanno fatto e cosa hanno intenzione di fare ancora.

Iniziamo con Maria Pia Romano, quasi 42 anni, nata a Benevento «anche se vivo in Puglia da quando ero piccola».

Fai la scrittrice per hobby o per mestiere?

Per vocazione, per dannazione. Perché la scrittura mi salva da sempre. Ho pubblicato nove libri, tra poesia e prosa, ho la fortuna di essere pagata dagli editori, ma non vivo di scrittura. E chi in Italia può dire di vivere solo di scrittura, a parte Camilleri e pochi altri? Io, semmai, vivo per la scrittura, in qualsiasi forma decida di manifestarsi.

Qual è la frase più bella che hai scritto? È quella più bella che hai letto?

Scrivo molto e dimentico quello che scrivo, lascio che siano i lettori a sottolineare e ricordare, se vorranno. Leggo ancor di più di quanto io non scriva e le parole degli altri sono nutrimento, nelle notti in cui il tempo si ferma e contano solo le pagine. Ho letto troppe cose belle per poter citare solo una frase. Ci sono romanzi e poesie in cui mi sono specchiata di volta in volta, imparando a tuffarmi nelle vite degli altri e cercando di capire un po’ di più di quest’esistenza che si svela meglio nelle lettere d’inchiostro che nei sermoni dei vecchi.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Tutta la musica che ho ascoltato, tutto il mare che ho respirato, nel blu, tutti i libri che ho letto e mi hanno preso per mano. “L’ora di tutti” di Maria Corti, prima di tutto. Tutti i luoghi che ho attraversato e la vita che mi sto vedendo passare davanti, che incurva la schiena di chi amo e sembra non restituire dignità a chi soffre e a chi vaga precario con speranze annebbiate.

Potendo scegliere, quale scrittore vorresti essere? E quale personaggio?

Voglio essere semplicemente me stessa. Adoro tanti scrittori e poeti, resto estasiata da loro. Per citare alcuni nomi italiani: Giuseppe Cristaldi e Omar di Monopoli prima di tutto e poi Livio Romano, Daniela Palmieri, Francesca Palumbo, Antonella Caputo, Giuseppe Pascali, Elio Coriano, Marcello Buttazzo, Marthia Carrozzo. Pugliesi ciascuno a modo loro, e con un universo multiforme da raccontare. Non vorrei essere loro, pur amandoli. Vorrei essere brava come loro e come Maria Corti, Michela Murgia, Michela Marzano, Alessandro D’Avenia. Eppure non voglio perdermi la mia personalissima avventura letteraria, che è una storia iniziata oltre vent’anni fa con le prime pubblicazioni e da molto prima con le trame dei manoscritti. Voglio vedere dove porta, questo cammino d’inchiostro sulle strade del mio tempo.

Un personaggio? In sogno mi capita di essere Idrusa, di Maria Corti. E mi accade da quando avevo tredici anni e leggevo “L’ora di tutti” per la prima volta.

Raccontaci brevemente l’opera di cui sei più orgogliosa.

Ogni figlio di carta è una parte di me e non so scegliere. Posso solo essere orgogliosa del nuovo nato, semplicemente perché è l’ultimo in ordine di tempo. Dopo un’anteprima presso il Fondo Verri di Lecce del 3 gennaio scorso, il libro arriverà in libreria in questi giorni. Si intitola “Geografie minime” Il Grillo editore ed è una raccolta di poesie e piccole prose con le radici a Sud, nei miei luoghi dell’anima. C’è il Sannio, il Salento con Otranto, Gallipoli, Santa Maria al Bagno. E poi c’è l’Alta Murgia con Ruvo di Puglia e il suo Festival Talos…

martedì 16 Gennaio 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:38)

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