Spettacolo

Sergio Rubini in Sud: «Ricominciamo dagli anni 70»

Mariagrazia Lamonaca
Sergio Rubini al Traetta
Grande partecipazione al teatro Traetta per lo spettacolo del noto attore originario di Grumo Appula
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"Sud", lo spettacolo di e con Sergio Rubini andato in scena sabato al Traetta nell'ambito della stagione di prosa del Comune in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, altro non è che un ritratto del Mezzogiorno d'Italia, fatto attraverso la voce dell'attore e sceneggiatore originario di Grumo Appula.

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Partendo da un passo dei "Persiani" di Eschilo, emblematica tragedia sul dramma dei vinti, Rubini si lancia in un racconto appassionato del nostro Meridione attraverso la lettura di alcune storie d'infanzia di Matteo Salvatore, eccezionale cantore dei più sfortunati, divulgatore della musica popolare del Gargano, che crebbe nei duri anni del dopoguerra. E poi l'indimenticato Eduardo De Filippo, di cui Rubini ha magistralmente interpretato "Vincenzo De Pretore". Ma lo spettacolo è anche un musical perché, tra un racconto e l'altro, tre musicisti interpretano le musiche scritte da Michele Fazio: Marco Loddo al contrabbasso, Emanuele Smimmo ai piatti e tamburi e lo stesso Michele Fazio al pianoforte.

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Impreziosito da irriverenti e spiritosi spunti autobiografici (come non ricordare le ironiche vicende del padre capostazione, già oggetto di altri suoi lavori teatrali e cinematografici), il racconto si conclude con stralci de "La guerra dei cafoni" dello scrittore pugliese Carlo D'Amicis, che nel 2013 Rubini aveva trasformato in un recital teatrale.

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Con "Sud" l’attore ha voluto proseguire la strada della "riscoperta del passato, per gestire meglio il futuro", un percorso di valorizzazione delle radici del Mezzogiorno d'Italia che porta avanti da anni, grazie ai recital di cui è autore. Questo spettacolo s'incentra in particolar modo sugli anni 70 perché – come ha ribadito Rubini – «siamo in un momento storico in cui bisogna tornare ad osservare gli anni 70, quando ancora non avevamo incontrato i rovinosi anni 80. Erano anni di passioni, erano anni in cui si dava molta importanza ai giovani e dalla gioventù si aspettavano i cambiamenti. Questi pensieri si sono guastati negli anni 80, facendo nascere le delusioni nelle quali si radica la crisi che stiamo vivendo in questi giorni. Quindi ricominciamo dagli anni 70. Questo spettacolo è una maniera per ricordarli». E conclude l'attore: «Troppo in fretta abbiamo dimenticato le nostre origini, quelle da cui veniamo. Però, secondo me, se non ci ricordiamo bene da dove veniamo, non sappiamo neanche dove dobbiamo andare».

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Ad applaudire il noto attore conterraneo c’era un pubblico di ogni età, in gran parte non bitontino (tra cui anche qualcuno dalla sua Grumo), per salutare un artista che è riuscito a portare storie targate Terra di Bari alla ribalta nazionale ed anche internazionale.

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lunedì 20 Febbraio 2017

(modifica il 29 Giugno 2022, 0:18)

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