Spettacolo

L’ironia di Carmela Vincenti in “Donne molto occupatissime”

Mariagrazia Lamonaca
Carmela Vincenti in "Donne molto occupatissime" al Traetta
Il monologo, scritto e interpretato dall'attrice barese, è andato in scena ieri sera al teatro Traetta
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Donne molto occupatissime” è un monologo sulla donna contemporanea. Sulle sue debolezze, sulle sue qualità. Sulla vita quotidiana che ogni donna deve affrontare di giorno in giorno.

A scriverlo e interpretarlo è stata proprio lei, Carmela Vincenti, nota attrice barese (ma da anni residente a Roma), che ha recitato in film diretti da Verdone, Avati e tanti altri, ma che è soprattutto un’attrice teatrale. È andato in scena ieri, in un gremito teatro Traetta, nell’ambito della stagione teatrale 2017/2018.

Lo spettacolo raccoglie aneddoti, storie e curiosità della sua carriera e della quotidianità, che Carmela sa interpretare con la consueta ironia, alla “maniera barese”. L’artista ricorda, ad esempio, quando ricevette una chiamata da una signora barese per chiederle se poteva andare a casa sua, durante la festa di San Nicola, per dire “due fesserie”, in modo da intrattenere i suoi ospiti. E poi il lungo elenco dei pregi, dei difetti e dei luoghi comuni delle mamme meridionali, sempre preoccupate della salute dei figli, accomodanti, chiocce, ma allo stesso tempo “furbacchione” e, quando serve, con una buona dose di opportunismo. “Mia madre, quando torno da Roma e vengo per qualche giorno a Bari, ancora mi dice ‘Come stai sciupata, ma non ti danno da mangiare?’” recita l’attrice.

Esilarante il racconto di una signora barese intenta a recarsi all’inaugurazione del teatro Petruzzelli, avvenuta qualche anno fa. La signora spende tempo, soldi e fatica per apparire in forma smagliante (secondo lei) all’appuntamento mondano e alla fine, con grande preoccupazione, si domanda: “E se mo’ non lo aprono più?“. Non tarda ad arrivare la soluzione proposta dal marito che le suggerisce, in tal caso, di presentarsi allo stesso modo durante la “Turandot” alla Fiera del Levante, suscitando così le proteste della signora che dice: “Ma che Turandot alla Fiera del Levante! Almeno, fosse l’Aida, ci darebbero le merendine!“.

Lo spettacolo prosegue così, tra un aneddoto e un altro, tra una storia di ordinaria quotidianità ed un’altra fino a quando l’attrice si domanda: “Ma in fondo che cos’è un artista? Un pupazzo solitario? Un “mentegatto”? …No, l’artista è solo un disgraziato!“.

domenica 17 Dicembre 2017

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:52)

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