A trentamila cittadini della provincia di Bari – tra cui moltissimi minori – sono stati inviati nei giorni scorsi avvisi di pagamento per prestazioni sanitarie erogate tra il 2011 e il 2015 in esenzione. A detta della Direzione generale dell’Asl Bari, queste persone non avrebbero avuto diritto all’esenzione dal pagamento del ticket, concessa per reddito.
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Di questa operazione di accertamento BitontoLive ha dato notizia quattro giorni fa.
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A contestarne le modalità è Onda Civica Bitonto, che precisa: “Di certo chi non aveva diritto a godere dell’agevolazione dell’esenzione per limiti di reddito è giusto che venga sollecitato al riscontro economico della prestazione sanitaria già erogata. Ma il punto cruciale è che, nel caso di specie, non si tratta di meri solleciti di pagamento, bensì di veri e propri avvisi di accertamento (ex articoli 4, 19, 20, 21 d.lgs. 546/1992”.
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“Per chi conosce la materia, e per come risulta strutturato l’avviso di accertamento spiccato dalla Direzione generale dell’ASL Bari – sottolinea l’avvocato Pasquale Tampoia di Onda Civica – non possono non balzare agli occhi vizi ed eccezioni insanabili: da un lato si assoggetta l’atto di accertamento ai requisiti minimi di legge, dall’altro si tenta di individuare nella Commissione tributaria provinciale il giudice competente. A parte le difficoltà di radicarne la competenza in capo alla Commissione tributaria provinciale, si resta increduli dinanzi ai gravi vizi del tutto insanabili presenti negli avvisi di accertamento. Si omette, infatti, l’indicazione del giudice competente per l’eventuale impugnazione dell’atto, e dei termini perentori per l’impugnazione. E ancora, senza entrare nel merito circa l’eventuale prescrizione della richiesta di pagamento, come avanzata dall’ASL Bari nell’atto di accertamento, si denuncia la notifica degli atti nei confronti di minorenni, incapaci per legge!”.
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“A tal proposito – rincara Onda Civica – chi ha autorizzato la Direzione generale dell’ASL Bari al trattamento dei dati dei minori per elaborare, generare ed inviare tali avvisi di accertamento? L’autorizzazione al trattamento dei dati, eventualmente concessa dai genitori dei minori, non era strettamente legata alla prestazione sanitaria? L’abuso appare evidente, e merita i necessari e dovuti approfondimenti, con riserva di segnalare la vicenda al Garante per la protezione dei dati personali, poiché negli atti accertativi non v’è traccia dell’indicazione del responsabile”.
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