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Cultural Crossroads, ieri l’evento conclusivo del progetto coordinato dal Social Lab

La Redazione
Intercultura
Oltre 300 iscritti per un confronto sull'integrazione interculturale
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Con l’evento moltiplicatore di ieri, si sono chiuse ufficialmente le attività del progetto europeo Cultural Crossroads coordinato dal consorzio Social Lab di Bitonto, che ha visto coinvolti altri sei partner da Italia, Grecia, Spagna, Cipro, Olanda e Turchia.

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Il progetto, cofinanziato dal programma Erasmsus Plus (azione chiave 2 Partenariati strategici per l’educazione degli adulti), affronta un problema estremamente attuale per i Paesi coinvolti e per l’Europa intera: la creazione di percorsi di dialogo e confronto interculturale. Di fronte agli effetti della crisi migratoria che ha investito l’Europa, i sistemi nazionali non si sono mostrati pronti ad ospitare i nuovi arrivati, ad integrarli in modo efficiente all'interno della società e nel mercato del lavoro, a supportarli nello sviluppo delle competenze necessarie per familiarizzare con la cultura e il contesto nazionali.

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La mancanza di sostegno e formazione mirati ha gravi conseguenze, da un lato l'esclusione dei migranti dalla vita sociale e lavorativa della società locale, dall'altro le preoccupazioni per le crescenti comunità di rifugiati che hanno portato a richieste di restrizioni sull'immigrazione, accanto alla diffusione di stereotipi riferiti ai rifugiati (spesso musulmani) con un'immagine negativa, combinata spesso con parole come "fanatico", "fondamentalista", "militante", “ terrorista "e" violenza".

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La pandemia da Covid-19 ha ulteriormente acuito da un lato le differenze sociali, incrementando l’esclusione sociale delle persone più vulnerabili o con meno mezzi economici e culturali, dall’altra ha attivato nuovi sentimenti di odio razziale in conseguenza della grave crisi economica e sociale in atto.

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Quale possibile intervento per la società civile e la cittadinanza europea?

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Il progetto Cultural Crossroads ha voluto costruire un percorso di lavoro per migliorare la comprensione tra le comunità attraverso una strategia d’intervento finalizzata a sviluppare le capacità di educatori e professionisti del settore sociale e culturale, e a costruire “coalizioni” all'interno della comunità.

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Come?

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Attivando dei network locali tra le parti interessate (rappresentanti locali, immigrati e comunità culturali, educatori e formatori, autorità locali/regionali/nazionali) coinvolgendo operatori multisettoriali (assistenti sociali, mediatori interculturali, educatori, psicologi, sociologi, operatori interculturali e interreligiosi) in una “comunità di pratica”.

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Strutturando un Toolkit che fornisce linee guida, materiali e metodologie estremamente pratiche per implementare le attività interculturali mirate a promuovere incontri, discussioni, e a prevenire gli stereotipi riferendosi a utenti misti, incentrate su arte, musica, cibo, religione, sport, cittadinanza attiva e attivazione di comunità.

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Promuovendo percorsi di sostenibilità di tali strumenti (la rete locale e la formazione degli operatori) nel lungo periodo, oltre la durata del progetto, con ulteriori azioni di formazione e divulgazione degli strumenti creati e sperimentati nei Paesi partner, e con l’adozione delle pratiche interculturali testate all’interno di iniziative educative, sociali e culturali, nel medio e lungo periodo.

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Il grande successo dell’evento conclusivo di ieri – che ha raccolto oltre 300 iscrizioni – dimostra come se da un lato le criticità sono ancora tante, dall’altro c’è grande interesse per momenti di riflessione, condivisione e dibattito sulle strategie e sugli strumenti più efficaci per realizzare l’integrazione e il dialogo interculturale attraverso un’azione di sensibilizzazione ed educazione della comunità .

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Si è parlato di “Comunità interculturale: una via possibile” con Edgardo Bisceglia (Caritas Diocesana Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), Alberto Fornasari (Università di Bari, Dipartimento Scienze della formazione e Psicologia), Palma Marinelli e Silvia Tedone (Il sogno di don Bosco, referente UOL Puglia), Francesco Monopoli (Etnie aps) e Damiano Nirchio (Senza Piume).

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A conclusione, il dibattito su due temi centrali nella riflessione: “Libertà, il melting pot di Bari” con don Francesco Preite (Redentore Salesiani Bari) e “Integrazione culturale… un’occasione mancata?” con Leonardo Palmisano (Radici Future).

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mercoledì 24 Febbraio 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 13:59)

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