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Farmaci monoclonali, partono le somministrazioni a domicilio

La Redazione
Farmaco monoclonale
ASL Bari tre le prime in Italia. Definito protocollo operativo per cura in sicurezza dei pazienti Covid a casa
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Farmaci monoclonali somministrati direttamente a domicilio. Dopo l’avvio dei primi trattamenti ospedalieri il 31 marzo scorso nell’ospedale Di Venere, l’ASL Bari è tra le prime aziende sanitarie in Italia, e la prima in Puglia, ad avviare cure anti Covid dei pazienti positivi anche a casa con la terapia degli anticorpi monoclonali.

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“La Puglia – commenta l’assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalcoè una delle pochissime regioni italiane ad aver messo a punto un innovativo protocollo operativo per aiutare i pazienti positivi a curare la patologia da Covid ricorrendo ai farmaci monoclonali somministrati direttamente a domicilio. È un’opportunità in più rispetto alle somministrazioni che vengono già eseguite in ambiente ospedaliero”.

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La terapia con monoclonali è riservata ai pazienti affetti da Covid di recente insorgenza definiti ad alto rischio di sviluppare forme gravi, secondo linee guida ministeriali. Il trattamento a casa è un ulteriore passo in avanti dell’ASL Bari, sempre più orientata a potenziare l’attività sanitaria sul territorio.

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“La possibilità di curare i pazienti a casa come se fossero in ospedale e con la stessa sicurezza – conferma il direttore generale ASL Antonio Sanguedolce – s’innesta in quel processo mirato a rafforzare i servizi sanitari territoriali ed essere sempre più vicini ai bisogni delle persone. Siamo partiti dalla diagnosi della patologia Covid oggi migliore grazie alla recente dotazione di ecografi portatili, saturimetri palmari e kit tamponi per i medici USCA fino ad arrivare ora al trattamento terapeutico con monoclonali”.

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Ad eseguire le somministrazioni domiciliari sarà una equipe di medici specialisti in Anestesia e Rianimazione, operanti nell’Unità Operativa di Fragilità e Complessità Assistenziale della ASL, coordinati dal dottor Felice Spaccavento in accordo con il dottor Enrico Lauta, anestesista responsabile del Centro Territoriale Malattie Rare.

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“I pazienti vengono individuati secondo i criteri selettivi indicati da Aifa che tengono conto di parametri quali età, stato di avanzamento della patologia da Covid e patologie concomitanti – spiega il dottor Spaccavento – il trattamento è sicuro e viene eseguito con tutti i dispositivi e le attrezzature necessari in caso di emergenza”.

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Il protocollo – elaborato in accordo con il dottor Enzo Gigantelli, direttore del Dipartimento di assistenza e cura territoriali – prevede che l’iniezione del farmaco possa avvenire soltanto dopo la valutazione, da parte della stessa equipe di specialisti, della proposta di eleggibilità di un paziente al trattamento con anticorpo monoclonale anti Covid-19 richiesta dal medico di medicina generale, dal medico Usca o dal pediatra di libera scelta. Una volta approvata, il paziente viene contattato per comunicare data e orario di somministrazione del farmaco e modalità operativa domiciliare della somministrazione, vincolata al consenso scritto del paziente stesso. La durata della somministrazione è di circa un’ora: lo stesso tempo dedicato all’osservazione post iniezione.

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La procedura è stata validata dall’unità operativa complessa Gestione Rischio Clinico della ASL.

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mercoledì 28 Aprile 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 13:33)

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Franco
Franco
2 anni fa

Un annuncio buono e molti altri negativi, come il blocco delle prenotazioni e il rinvio degli over 60. Si cerca di travisare i fatti, propaganda.

Marco
Marco
2 anni fa

E intanto con la scusa della spia russa hanno bloccato la sperimentazione dello Sputnik allo Spallanzani. Ci tocca aspettare Pfizer e nell'attesa…..