Dalle frazioni

Pino secolare abbattuto a Villa Jannuzzi, don Francesco: «La sicurezza al primo posto»

Annarita Cariello
Il pino di Villa Jannuzzi
Dopo la polemica sui social, il giovane parroco di Mariotto spiega che l'albero è stato eliminato perché a rischio di schianto improvviso
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"Barbarie ecclesiastica". Queste due parole, a corredo di uno scatto del pino secolare di Villa Jannuzzi, sottoposto a potatura radicale e pronto per essere abbattuto, hanno suscitato un accesso dibattito sui social che ha coinvolto una parte della comunità di Mariotto. Il gigantesco albero, che i più anziani dicono fosse stato piantato nel giardino della villa ottocentesca della frazione oltre 50 anni fa, è stato oggetto di un drastico intervento per iniziativa della parrocchia – che da settembre scorso è retta dal giovane don Francesco Ardito – in accordo con l’arcidiocesi di  Bari-Bitonto, perché ritenuto a parere dei tecnici "a rischio di schianto". Una decisione che ha diviso la popolazione e che ha provocato la reazione di molti mariottani che nel pino secolare vedevano un simbolo della frazione, da tutelare ad ogni costo. Forse anche a costo della sicurezza.

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Ma facciamo un passo indietro, e ricostruiamo la storia di Villa Jannuzzi. Si tratta di una storica casa padronale rurale, risalente al 1870, posta all'ingresso della frazione e da anni gestita dalla parrocchia Maria Santissima Addolorata.

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Nel 2008, grazie anche ad un cospicuo finanziamento ottenuto in gran parte dal Comune di Bitonto (130mila euro), con l'aiuto della Conferenza Episcopale Italiana (fondi dell'8 per mille pari a 50mila euro) e dell'arcidiocesi di Bari-Bitonto, la struttura fu sottoposta a lavori di adeguamento e potenziamento del piano terra e dell'ex deposito, per un totale di 300mila euro. Fu anche creata una sala multimediale che, nelle intenzioni dei progettisti, avrebbe dovuto accogliere eventi, seminari e, in convenzione con il Comune, anche alcune sedute del Consiglio comunale.

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E in effetti la Villa Jannuzzi ha ospitato negli anni eventi, incontri comunitari, doposcuola e catechismo, rassegne teatrali e spettacoli offerti dall’amministrazione comunale, con la gestione della parrocchia e la supervisione dell’arcidiocesi.  Gestione che però, negli ultimi tempi, era diventata meno attenta, tanto da trascurare i necessari lavori di manutenzione.

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Per questo don Francesco, appena prese le redini della parrocchia, ha posto la villa tra le priorità, in ragione della sua importanza per la socialità dell’intera comunità, ed in particolare dei più giovani.

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A lui abbiamo chiesto di ricostruire la vicenda e di spiegarci nel dettaglio ciò che è accaduto. «Ho trovato la struttura, anche a causa del Covid, in uno stato pietoso. Soprattutto a seguito di problematiche legate ai lavori fatti dieci anni fa, non a regola d'arte, situazioni non risolte come il lucernario al primo piano, e poi anche per l'incuria del verde, degli alberi. Parliamo di problemi che si sono accumulati nel tempo, che non sono stati affrontati tempestivamente», ha esordito il sacerdote.

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Ed ha aggiunto: «Ho dovuto interfacciarmi con l’arcidiocesi, che si occupa di fatto della manutenzione straordinaria dell'edificio, mentre alla parrocchia spetta quella ordinaria. Già dai primi giorni in cui sono arrivato a Mariotto, più di un cittadino mi aveva segnalato l'albero secolare pericolante all'ingresso del giardino della villa, inclinato in maniera anomala. Perciò ho contattato la Guardia forestale prima, per un parere preliminare, e poi un agronomo per una relazione formale sullo stato dell'albero. So che in passato i miei predecessori avevano già segnalato alla Curia la pericolosità dell'albero, ma solo verbalmente, quindi alla segnalazione non era mai seguita un'azione concreta».

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Dalla perizia tecnica – spiega don Francesco – è emerso che «non si trattava di semplice manutenzione ordinaria. Per intenderci, non sarebbe bastato sfoltire i rami o abbassare l'altezza del tronco, perché il problema si sarebbe ripresentato nel giro di poco tempo. Si trattava di un albero che sarebbe potuto cadere in qualsiasi momento. Non dimentichiamo che già altri due alberi della stessa specie, uno a Villa Jannuzzi e un altro nel giardino parrocchiale , si sono schiantati improvvisamente negli anni passati, fortunatamente senza creare danni o grossi disagi. I problemi legati all'albero secolare erano due: l'impianto radicale che sta rovinando la pavimentazione e che rischia di danneggiare sia la muratura della recinzione che quella della villa stessa; la chioma dell'albero, la sua altezza e la sua inclinazione, difficilmente modificabili. Considerando che i pini tendono a crescere, parliamo di una situazione che ormai era diventata ingestibile».

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Per questo l’arcidiocesi, a causa del pericolo di schianto dell'albero, essendo responsabile penalmente in caso di caduta, ha dato parere favorevole a che si procedesse con l'abbattimento del tronco e la successiva piantumazione di un altro albero, probabilmente un carrubo, che sarà a carico della parrocchia. Tra l'altro, a detta di don Francesco, la ditta che è stata incaricata di abbattere l'albero, nel momento del taglio, ha notato che erano presenti già segni evidenti di fratture all'incrocio dei rami, quindi il rischio di schianto anche di un solo ramo era concreto e incombente.

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«Ricordiamo – ha aggiunto il sacerdote – che la villa è sempre stata agibile e frequentata dai ragazzi del doposcuola comunale o del catechismo, quindi non abbiamo avuto dubbi sulla necessità di eliminare ogni possibile rischio per la salute dei nostri ragazzi».

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Ma quali saranno i prossimi passi per il recupero della villa? «L’arcidiocesi, per il ripristino totale della struttura e l'adeguamento delle zone da sistemare, si è dimostrata disponibile a collaborare con la parrocchia, anche se per alcune questioni permangono problemi tecnici legati a vincoli progettuali. Un esempio – ha spiegato don Francesco – è la porta della sala multimediale, in legno, soggetta all'usura del tempo e sulla quale non è possibile provvedere con una copertura che ne limiti il danneggiamento. I prossimi step riguarderanno la sistemazione del lucernario, i sistemi di raccoglimento dell'acqua piovane e il verde che circonda tutta la villa, per renderlo più pulito e funzionale. I locali del piano terra continueranno ad essere sede del doposcuola comunale, che io vorrei fosse potenziato perché c'è una grande domanda da parte dei ragazzi di Mariotto, anche con l'incremento dei volontari messi a disposizione. Le stanze del primo piano resteranno dedicate alle attività pastorali, anche se vorrei che una parte fosse destinata alle attività ludico ricreative dei ragazzi e dei giovani della frazione, data l'assenza di strutture alternative soprattutto nei lunghi mesi invernali. La sala multimediale può tornare ad essere luogo per incontri comunitari o momenti di fraternità, ma vorrei che tutta la struttura fosse aperta anche a soggetti esterni per ritiri o momenti di condivisione, affinché possano entrare risorse economiche che ci aiutino a mantenere in vita e in salute l'intera villa, che ha un suo costo e che la parrocchia interamente non può sostenere da sola. Parliamo di attività legate soprattutto alla formazione e alla socialità di bambini e ragazzi, come prevede lo statuto della struttura».

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Intenzione di don Francesco è anche quella di risistemare il campo di calcio parrocchiale, con l'aiuto della comunità, e di renderlo fruibile il prossimo anno, e di trasformare il giardino parrocchiale in un orto didattico in cui, in collaborazione con le scuole, gli alunni possano imparare come piantare e prendersi cura di alberi e piante. «Vorrei che diventasse un luogo dove i ragazzi possano sperimentare la bellezza e la cura del creato, e anche la fatica che comporta prendersi carico di una nuova vita che nasce», ha detto.

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Infine, un breve accenno alla polemica social che il giovane sacerdote ha seguito da vicino, pur rimanendo super partes. «A volte c'è rischio di ideologia e quindi anche il movimento verde, che è importante, rischia di perdere il contatto con la realtà. Io sono il primo ad essere attento al verde e a promuovere lo sviluppo del verde, ma questa attenzione non può andare a scapito della sicurezza e della salute di tutti. È una questione di responsabilità: non può essere trascurata, se poi a pagarne le spese è la comunità. Tra l'altro il tema che ci accompagnerà per la festa patronale è proprio quello della custodia del creato, è una sensibilità che io e la comunità abbiamo e che vogliamo sviluppare. Che si abbatta un albero per ripiantarlo non è un dramma, è una corretta gestione del verde, fa parte della custodia e della cura di ciò che ci circonda», ha concluso.

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martedì 20 Luglio 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 13:04)

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PINO IL VECCHIO
PINO IL VECCHIO
2 anni fa

COMPLIMENTI!!
UN GIOVANE, ASSENNATO E INTELLIGENTE SACERDOTE CHE DICE COSE SAGGE E REALI DEVE COMBATTERE CONTRO L'IGNORANZA DI ALCUNI E SOPRATTUTTO CONTRO L'IDEOLOGIA DI MOLTI.
NON CONOSCO DON ANTONIO, MA SEMBRA CHE SVOLGA BENE IL SUO MINISTERO TENENDO BEN SALDI I PIEDI PER TERRA..
VIVA LA CONCRETEZZA, ABBASSO L'IGNORANZA E L'IDEOLIGIA CHE RENDE IRRAZIONALE E STUPIDA LA GENTE.
ABBIAMO MOLTI ESEMPI IN POLITICA.
QUESTI GIORNI SULLA GIUSTIZIA L'DEOLOGIA STA PREVALENDO SULLA REALTA' CHE TIENE IN SOSPESO TANTE PERSONE INNOCENTI IN ATTESA DEI COMODI LUNGHI DELLA NOSTRA GIUSTIZIA MALATA.

Maria P.
Maria P.
2 anni fa

È un fatto emblematico a prescindere: un giovane prete che vuole tagliare il vecchio (albero) e piantare il nuovo. Non è una coincidenza che in questi giorni sia stata abolita in pratica l'antica Messa in latino. La Chiesa, ai suoi vertici, vuole tagliare….col passato. Costi quel che costi.

Franco
Franco
2 anni fa

La cronaca riporta di molti abbattimenti di pini secolari in questi ultimi tempi. Sono giustificati sempre dalla “sicurezza” ma il vero motivo è che i pini molto alti disturbano le trasmissioni di telefonia del nuovo 5G. Speriamo non sia il nostro caso.

Franco
Franco
2 anni fa

Nelle istruzioni degli installatori di segnale 5G viene specificato che “alberi di grandi dimensioni e siepi con altezza oltre i 4 metri” al pari di “pareti alte, statue e monumenti più piccoli e cartelloni pubblicitari devono essere considerati come bloccanti del segnale del 5G al pari di materia solida (pietra)”.

PINO (NON CADENTE)
PINO (NON CADENTE)
2 anni fa

LE PERIZIE NON VANNO VISTE DA TUTTI, COMPRESO ME CHE SONO UN INCOMPETENTE. COMUNQUE SONO UN BUON CITTADINO CHE SI FIDA DELLE LEGGI CHE CI GOVERNANO. SIAMO ARRIVATI AL PUNTO CHE OGNUNO VUOLE FARE TUTTO PER TUTTI. A CHE SERVONO ALLORA LE ISTITUZIONI. PARTERE SEMPRE COL PREGIUDIZIO CHE “”NON E' VERO”” NON FA BENE ALLA COMINTA' E CI RENDE GUIARDINGHI ANCHE DI FRONTE A UNA SITUAZIONE COME QUESTA CHE NON HA NULLA DI SPECIALE, SE NON IL PERICOLO DI UCCIDERE QUALCUNO IN CASO DI CROLLO. INOLTRE DOBBIAMO DECIDERE: VOGLIAMO IL G5 O I PINI DI “”UNA VOLTA”” QUANDO LE COMUNICAZIONI LE FACEVAMO CON I COLOMBI..
METTIAMOCI L'ANIMA IN PACE, IL PROGRESSO CI DA' MOLTO, MA CI TOGLIE QUALCOSA CHE ABBIAMO RADICATO NEL CERVELLO..