Attualità

La cultura contro l’illegalità, ieri forum pubblico al Traetta

Mariagrazia Lamonaca
Forum sulla Cultura al Traetta
Il teatro è stato riaperto ieri per un Forum Assemblea della Cultura con gli operatori culturali della città e con quanti volessero condividere le proprie idee e riflessioni dopo i tragici fatti di questi giorni
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Ieri, al teatro Traetta, era in programma la prima della Stagione ‘Comedy by Fita’ ma, come è noto, tutti gli eventi fino al 7 gennaio sono stati annullati a seguito dei gravi fatti di cronaca del 30 dicembre scorso.

Tuttavia il teatro Traetta è stato riaperto ieri per un Forum Assemblea della Cultura con gli operatori culturali della città e per quanti volessero condividere le proprie idee, riflessioni e proposte per dare una risposta ai tragici fatti di questi giorni, in modo costruttivo e lungimirante.

«Tra le tante cose dette questi giorni – ha dichiarato ieri l’assessore al Marketing e Polizia municipale Rino Manginici hanno accusato di aver voluto riqualificare solo alcune zone del centro storico, tralasciandone altre. Ma siamo partiti da quei luoghi del centro storico (che conta 5mila abitanti e quindi è una vera e propria cittadella) perché lì c’erano i beni culturali. Il nostro obiettivo però è quello di allargare pian piano il raggio d’azione, come abbiamo descritto nella strategia dei “cerchi concentrici”, che si può leggere sul dossier di candidatura di Bitonto a Capitale Italiana della Cultura 2020, consultabile sulla piattaforma ISSU».

«Quello che è successo il 30 dicembre – ha continuato Mangini – ci ha portato a chiederci se stiamo facendo bene. Ecco perché il giorno della marcia abbiamo pensato a questo incontro, che giunge dopo un periodo di silenzio, un atto dovuto affinché si riflettesse insieme».

«La movida – ha precisato – (che molti hanno additato come la causa della recrudescenza dei fenomeni malavitosi, ndr.), è solo un effetto collaterale (positivo o negativo che sia) di tutto quello che è stato fatto finora. Ci hanno accusato di aver voluto questo o che addirittura fossimo complici della malavita».

«In realtà la situazione è molto complessa e non è certo iniziata ieri. Quindi bisogna capire come muoverci. Le associazioni fanno tanto e possono fare tanto. Ma noi possiamo fare di più? Quindi cerchiamo di trovare insieme la soluzione. La programmazione sta per ricominciare, quindi cerchiamo di capire se è poco, tanto, se dobbiamo andare dove non siamo mai andati. Le attività del centro storico si stanno già dando da fare».

Qualcuno, come l’avvocato Emanuele Dimundo, organizzatore della rassegna “Beat Onto Jazz”, forse il primo evento organizzato nel centro storico, ha invitato ad una maggiore serenità, perché «un’eccessiva ansia può provocare dubbi inutili». «Secondo me – ha sottolineato Dimundo – l’obiettivo che dobbiamo porci noi operatori culturali non è tanto combattere la criminalità, così come lo scopo della rinascita del centro storico non era creare la movida. Dobbiamo cercare di scuotere le coscienze e continuare così, perché penso che siamo sulla strada giusta».

Di parere opposto Franco Colamorea (Fatti d’Arte): «Secondo me, invece, bisognerebbe fare qualcosa di più. Molti di questi ragazzi malavitosi hanno fatto parte del doposcuola organizzato da volontari. Quindi secondo me noi possiamo fare di più. C’è bisogno di un programma anche triennale per intervenire su questi ragazzi».

Sulla stessa linea anche Elisabetta Tonon, ex assessore alla cultura durante la giunta Valla, direttrice artistica di molte iniziative rivolte ai bambini come “Il Giardino dei Gelsi”. Anche lei ha sottolineato l’importanza della prevenzione dei fenomeni malavitosi attraverso il coinvolgimento delle giovani generazioni appartenenti alle classi disagiate, pur facendo notare che gli stessi operatori culturali non sono gratificati (anche economicamente) come meriterebbero.

All’incontro ha partecipato anche Aldo Patruno, direttore del dipartimento ‘Cultura e Valorizzazione del Territorio’ della Regione Puglia. Patruno ha sottolineato come tutto questo non accada solo a Bitonto, citando come esempi la malavita foggiana o la distruzione del sito archeologico di Faragola. «I dati Istat – ha sottolineato Patruno – indicano la Puglia come la penultima regione in Italia e la terzultima in Europa per livello di lettura. È proprio su questo che bisogna intervenire. Con questo voglio dire che è ovvio che con la cultura non si sconfigge la criminalità ma si possono fare molto per invertire la rotta. Ecco perché è importante che le “sentinelle della bellezza(ragazzi in età scolare impegnati a fare da guide o ciceroni durante eventi culturali, ndr.), siano inquadrate in un progetto collettivo. Abbiamo un patrimonio unico che va difeso tutti insieme».

Educare alla legalità, rendere i ragazzi difficili protagonisti del fare cultura, agire nelle scuole (istituendo anche premi dedicati alla vittima Anna Rosa Tarantino), continuare con gli eventi nel centro storico e anche nelle piazze di spaccio non ancora toccate da eventi culturali: sono i punti fermi emersi dall’incontro di ieri e sui quali, secondo gli operatori culturali, bisognerà lavorare.

L’appuntamento successivo è stato quindi fissato a dopo il 15 gennaio quando, tra le altre cose, ci sarà la proclamazione delle dieci città finaliste che concorreranno alla Capitale Italiana della Cultura 2020. L’augurio, naturalmente, è che Bitonto rientri nella rosa di queste dieci città. Sarebbe, senza dubbio, un traguardo meritato.

lunedì 8 Gennaio 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 21:40)

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