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È del bitontino Gianfranco Sifanno la migliore tesi di laurea in Cardiologia

Annarita Cariello
La consegna del premio al dottor bitontino Gianfranco Sifanno
Premiato all'unanimità il suo studio in materia di nutrizione clinica per la cura di pazienti affetti da patologie cardiovascolari
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Il bitontino Gianfranco Sifanno, classe 1991 e una laura magistrale in Medicina e Chirurgia, è l’autore della migliore tesi di laurea in Cardiologia.

Il premio, istituito da Tonia De Franciscis Ginevrino, allo scopo di onorare la memoria e perpetuare il ricordo del marito, il professor Pasquale Ginevrino, già primario del Reparto di Cardiologia dell’Ospedale Di Venere di Carbonara, scomparso il 21 ottobre 2012, era finalizzato all’assegnazione di un premio in denaro all’autore, nato in Puglia, del migliore elaborato presso l’Università degli Studi di Bari o di Foggia.

Il 28 maggio scorso, all’unanimità, la commissione ha assegnato la vittoria al dottor Sifanno, per il suo progetto tesistico dal titolo “Influenza di una dieta povera in carboidrati ed arricchita in proteine del siero del latte sulla composizione corporea e sui parametri cardiovascolari”.

«La mia tesi tratta dell’applicazione di particolari trattamenti dietoterapici in materia di Nutrizione Clinica, branca della Medicina Interna, per la cura di pazienti affetti da patologie cardiovascolari. È un lavoro per il quale devo ringraziare anche il mio relatore, il professor Giovanni De Pergola, specialista in endocrinologia, professore associato in Medicina Interna, che dirige l’ambulatorio di Nutrizione Clinica ed il mio correlatore, il professor Marco Matteo Ciccone, che dirige il reparto di Malattie dell’Apparato Cardiovascolare presso l’Unità Operativa di Cardiologia Universitaria del Policlinico di Bari», ha spiegato Gianfranco Sifanno.

Si è chiesto, alla notizia della vittoria, perchè la commissione ha deciso di premiare il suo elaborato?

«Credo che, alla luce delle recenti scoperte in campo di Nutrizione Clinica, puntare sulla dietoterapia in sostituzione ovvero supporto alle terapie farmacologiche sia vincente, oltre che fondamentale per la salute dei pazienti. Suppongo sia stata proprio questa visione innovativa a conquistare i consensi della giuria tutta».

A chi è dedicata la sua tesi?

«Ho voluto dedicare il lavoro sperimentale a mio padre, venuto a mancare un anno prima della mia laurea. L’onere di accompagnarlo, in ogni momento, nel suo lungo calvario, vale più di ogni altro tirocinio, titolo o riconoscimento che questa carriera potrà mai regalarmi. Era il suo e mio sogno e finalmente l’ho realizzato».

Dopo questo premio, quali sono i suoi progetti per il futuro?

«Attualmente, mi occupo principalmente di Continuità Assistenziale sul territorio e di formazione come istruttore di corsi di rianimazione cardio-polmonare per sanitari e non. Le numerose iniziative di volontariato per conto del Rotary Club, i corsi IRC organizzati dal collega e amico dottor Massimiliano Lucarelli e la formazione professionale acquisita presso l’Accademia Italiana Medici Specializzandi (AIMS), plasmata dal visionario dottor Antonio Mancini, mi hanno insegnato che oltre a “sapere”, “saper essere” e “saper fare” è molto importante “saper far fare”, di modo da diffondere conoscenze teorico-pratiche in maniera sempre più capillare, col fine ultimo di migliorare l’assistenza al paziente. Pertanto, oltre ai progetti in merito alla formazione specialistica, in pentola bolle molto altro che non posso ancora anticipare».



venerdì 6 Luglio 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 20:04)

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