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Gilet arancioni, la protesta passa anche da Bitonto

Tommaso Cataldi
Gilet arancioni nella Sala degli specchi
Ieri un gruppo di olivicoltori bitontini ha istituito un presidente davanti Palazzo di Città, dandosi appuntamento giovedì a Roma
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I gilet arancioni, l’organizzazione volontaria degli olivicoltori pugliesi stanchi di aspettare interventi del Governo riguardanti la gelata dello scorso anno e l’emergenza Xylella, si sono radunati ieri a Bitonto per il primo di una serie di presìdi che stanno avendo luogo nei municipi di tanti comuni della Puglia. Forse gli organizzatori si aspettavano una presenza più massiccia da parte degli olivicoltori bitontini, i quali manifesteranno giovedì 14 gennaio a Roma, dove si incontreranno gilet arancioni provenienti da Puglia, Calabria, Lazio e Toscana per protestare in massa contro l’inerzia e l’immobilismo del Governo per ottenere risposte e risultati concreti.

Dalle prime luci dell’alba, il presidio permanente si è tenuto su corso Vittorio Emanuele, davanti Palazzo Gentile, e successivamente con una conferenza stampa nella Sala degli specchi, alla quale hanno partecipato il sindaco Michele Abbaticchio e i rappresentanti dei gilet arancioni pugliesi, tra cui il presidente della cooperativa “Cima di Bitonto” Pasquale Mastandrea e il direttore regionale Cia Puglia Danilo Lolatte.

«Bitonto muore se muore l’ulivo e in più se togliamo il diritto di vivere grazie alla terra, allora diciamo addio all’Italia e alla Costituzione – è l’appello espresso dal sindaco Michele Abbaticchio –. Sui mass media ho visto più attenzione su Sanremo che su queste tematiche, si fa un gran parlare di sud ma non si parla di un’Italia senza sud. Cominciamo a far parlare di questo problema».

«Non siamo pochi, a Roma scoppierà la rabbia. L’agricoltura è il settore primario ma negli ultimi anni ci hanno maltrattato e nessuno ha fatto mai niente – gridano con orgoglio i coordinatori –. Il 14 febbraio organizzeremo tanti pullman per far sentire la nostra voce affinché l’agricoltura rimanga un elemento primario. È una battaglia che dobbiamo vincere. È una delle tante battaglie che dobbiamo affrontare. Anche oggi ci aspettavamo più partecipazione ma dobbiamo dimostrare di essere uniti e numerosi, a Roma andremo compatti».

Il consigliere regionale Domenico Damascelli ha quindi ripercorso tutte le azioni intraprese dall’aprile 2018 a salvaguardia dell’agricoltura pugliese: dalla mozione per la gelata sino alle promesse disattese pervenute a dicembre da dirigenti regionali e dal ministero delle politiche forestali. «L’agricoltura è stata da sempre sbeffeggiata dalle istituzioni – ricorda Damascelli –. L’agricoltura crea un indotto straordinario, questo è un dramma sociale, un cataclisma, un terremoto nel quale lo Stato ha il dovere di intervenire con lo stanziamento di fondi. Abbiamo perso il 95% del raccolto, lo Stato ci deve aiutare in maniera importante, non soltanto concedendo lo status di calamità naturale».

Il direttore regionale Cia Puglia Danilo Lolatte ha invece esposto le tante criticità presenti nell’agricoltura pugliese – dalla Capitanata al Salento –, anche rispondendo alle tante domande di chiarimenti espresse dagli olivicoltori presenti. Dall’ormai impellente emergenza Xylella che ha quasi interamente devastato le campagne nel Brindisino e nel Lecce, sino ad arrivare ai grossi problemi di gestione che attanagliano i consorzi di bonifica nel Foggiano, passando per il problema sicurezza che interessa tutte le latitudini e senza dimenticare le tante normative europee in ambito agricolo che, secondo Lolatte, stanno danneggiando l’agricoltura meridionale e che nel futuro prossimo saranno sempre più a vantaggio di regioni come Lombardia e Veneto.

martedì 12 Febbraio 2019

(modifica il 28 Giugno 2022, 18:28)

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