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Querelle Sanb, si dimette il sindaco di Corato: società ormai defunta?

Tommaso Cataldi
Sanb
D'Introno lascia nel suo primo consiglio comunale. Abbaticchio: 'Bitonto ha fatto tutto ciò che poteva'. I commenti dei partiti
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La soluzione Sanb sembra a questo punto sfumare definitivamente. La lunga querelle che ha visto la Società ambientale del nord Barese protagonista di estenuanti dibattiti e controversie tra i diversi comuni facenti parte dell’Aro Bari 1 si chiude con un clamoroso colpo di scena: le dimissioni del sindaco di Corato Pasquale D’Introno durante il primo consiglio comunale dalle elezioni amministrative dello scorso 26 maggio e la conseguente mancata ricapitalizzazione della società.

Ieri il neo primo cittadino coratino non si è presentato in assise comunale e ha lasciato ad un comunicato le sue riflessioni, parlando di “decisione sofferta” e garantendo di lavorare per “nuove soluzioni” per la città. Ovviamente ci sono i canonici venti giorni di tempo nei quali D’Introno può ritirare le dimissioni ma al momento questa soluzione appare improbabile. Il passo indietro del sindaco di Corato ha però lasciato uno strascico importante perché si aspettava proprio la ricapitalizzazione della Sanb, come già avvenuto a Bitonto, Ruvo e Terlizzi e come sarebbe dovuto accadere a Corato e Molfetta entro questa settimana, per rispettare il giorno ultimo fissato al 30 luglio.

Sono tutti da verificare ora gli effetti che questa decisione porterà anche su Bitonto, considerato che l’Asv, società che gestisce il servizio di spazzamento e di raccolta dei rifiuti, è in liquidazione. Sicuramente la mancata ricapitalizzazione della Sanb fa perdere, come annunciato dal sindaco Abbaticchio nell’ultimo consiglio comunale, un finanziamento da quasi un milione di euro che sarebbe servito alla società per potenziare il sistema del porta a porta. “Ora spetta al liquidatore trarre le conclusioni – commenta oggi Abbaticchio a BitontoLive – Bitonto ha fatto tutto ciò che poteva”.

“Corato e Molfetta sono gli ultimi due comuni che dovevano e devono approvare la ricapitalizzazione della società permettendo così alla Sanb di poter gestire il servizio di igiene urbana di questi territori così come previsto dalla normativa regionale – è il commento del Partito democratico –. L’auspicio che facciamo è che l’amministrazione di Corato riesca a risolvere i suoi problemi di natura politica e metta al primo posto il bene della collettività che questa volta coincide anche con il benessere del nostro territorio”.

“Se non dovesse andare in porto la ricapitalizzazione gli effetti sarebbero nefasti. Sarebbe certificata l’incapacità amministrativa dei soci della Sanb che per motivi non noti alla città cincischiano da troppo tempo. Ci spaventa la possibilità che la gestione integrata dei rifiuti in ambito Aro venga affidata, tramite gara europea, ad un gestore privato – commenta preoccupato Luca Matera (Psi) –, iscrivendo così un’ipoteca sul futuro di tutti i dipendenti che certamente non avrà riverberi immediati ma che potrebbe averne in futuro”.

“Corato ci preoccupa non poco – commenta Michele Daucelli di Iniziativa democratica – perché si continua a giocare. Nonostante Asv abbia sostenuto dei costi, siamo in una situazione di empasse e molto delicata. La gestione delle partecipate dell’amministrazione Abbaticchio è stata fallimentare: ora si ritorna alla soluzione di una gara a doppio oggetto”.

“Noi siamo favorevoli alla Sanb – è invece il commento di Domenico Masciale, segretario di Sinistra italiana – soprattutto perché il servizio di gestione rifiuti dev’essere certamente pubblico e soprattutto per la questione dipendenti, i quali avrebbero un contratto finalmente stabile”.

“Credo che quanto ho affermato in consiglio comunale sia chiaro: la Sanb, nata morta per errori su errori commessi da questa amministrazione – è il commento infine di Carmela Rossiello, esponente di Forza Italia -, e relative conseguenze che, come ha pregevolmente illustrato nelle sue relazioni il segretario generale Bonasia, potrebbero avere sul piano giuridico pesanti ripercussioni, non fa che riconfermare in me e nella forza politica di opposizione che rappresento in consiglio comunale, l’idea che chi ha sbagliato dovrebbe ricapitalizzare mettendo mano al proprio portafogli. Chi sbaglia paga. E questa sciatta amministrazione che, attraverso il proprio sindaco, non fa altro che fare proclami sui social, e che puntualmente non mantiene, deve assumersi tutte le responsabilità di quanto ha combinato! Perché devono pagare i cittadini? Non è già troppo quello che subiamo, ovviamente in termini negativi, sul piano dell’igiene urbana, della manutenzione del verde, delle strade, della mancata derattizzazione e tanto altro, che lascia senza parole per le carenze”.

martedì 23 Luglio 2019

(modifica il 28 Giugno 2022, 17:26)

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Franco
Franco
4 anni fa

Storia complicata, tutta da chiarire. Però ci permette finalmente di di sapere che solo il “potenziamento” del porta a porta (doveva servire per risparmiare) ci costa ben 1 milione di euro. E la vicenda non è finita……