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L’esperienza in terapia intensiva di Antonella: “Non ne avete idea e vi auguro di non averla mai”

La Redazione
Rianimazione e Terapia Intensiva
La giovane mamma bitontina ha vissuto questa terribile prova nel 2013, insieme al piccolo Giuseppe
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Antonella, giovane mamma bitontina, che ha voluto condividere le emozioni e e le paure vissute in un momento critico della sua vita e di quella del suo bambino.

“Covid-19: quarantena, giorno 30.
Si lo so cosa significa essere ricoverati in terapia intensiva (neonatale), ci ho passato mesi in quel reparto e nonostante sia passato un po’ di tempo, alcuni ricordi sono ancora vividi e il tempo indelebile!
Non è un semplice reparto e passarci anche qualche giorno non è un semplice ricovero! È un esperienza, una brutta esperienza che non augurerei a nessuno!
É traumatica anche solo per chi viene a farti visita! Il rumore dei macchinari ti entra nella testa, ogni rumore diverso ti toglie il respiro, ogni movimento insolito dei medici o degli infermieri ti mette allarme, il silenzio è assordante!
L’ unica cosa che mi ha aiutato in quei giorni erano le visite dei famigliari, degli amici, i loro abbracci, i sorrisi, le parole incoraggianti! La mia giornata iniziava quando arrivavano loro e finiva (in lacrime) quando andavano via! Solo i sorrisi e gli abbracci degli infermieri e dei medici alleggerivano i momenti di solitudine… quindi oggi penso a tutte le persone ricoverate in terapia intensiva, soli, senza una carezza o un abbraccio, circondati da infermieri e medici bendati al punto di non riconoscersi tra loro!
Penso alla loro angoscia e alla loro paura, la stessa che vedranno a volte nei volti sfiniti di chi hanno intorno..penso a loro che stanno lottando contro una malattia sconosciuta e che in alcuni casi sono attaccati ad un respiratore! Lo so cosa significa purtroppo!
Penso a loro che possono sentire o vedere la famiglia e gli amici solo per telefono (quelli che non sono in coma farmacologico ovviamente) li immagino mentre tentano di rassicurarli trattenendo le lacrime!
Penso a loro che, forse, hanno visto morire il vicino di letto per la stessa malattia e immagino quello che hanno provato! Ecco io sto pensando a loro e associo il pensiero a quelli che continuano ad andare in giro per la città, fregandosene di tutto, convinti di non fare nulla di male, sicuri che “a me non toccherà mai” perché sono forte, in salute e giovane.. ecco a loro voglio condividere la mia esperienza affinché capiscano cosa significhi lottare per la propria vita, vedere una persona a cui tieni rischiare la vita, sentirsi il cuore saltare di un battito in più quando vedi i medici in fermento intorno a te!

Voi non avete idea e vi auguro di non averla mai. Solo… quando usciremo da questo inferno fatelo un giro in terapia intensiva, giusto per capire quanta fortuna avete avuto!
Con affetto…mamma Antonella e il piccolo Giuseppe (29/10/2013)”.

giovedì 9 Aprile 2020

(modifica il 28 Giugno 2022, 15:55)

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Luigi Lei
Luigi Lei
4 anni fa

È vero alcune cose per capirle vanno vissute ed da genitore avendo avuto simile alla tua condivido in pieno.Provare per credere….