Il 2020 verrà ricordato come l’anno che ha stravolto le vite dell’intera umanità, non solo a livello sanitario. La quotidianità ha subìto infatti un notevole mutamento delle abitudini e tra queste rientrano le attività videoludiche. Da un recente studio emerge quanto siano schizzate le vendite di videogiochi, coinvolgendo un pubblico ben più ampio rispetto alle utenze tradizionali che comprendono i giovanissimi.
“I videogiochi non possono diventare pseudo ansiolitici, antidepressivi”, ammonisce la psicologa e psicoterapeuta familiare Daniela Sannino. “I ragazzi stanno percependo, più degli adulti, il cambiamento, lo smarrimento e la rabbia a causa della mancanza di incontri con i coetanei. Bisogna cogliere questo momento per parlarsi di più al fine di socializzare le paure e condividere l’ansia”.
È importante osservarne le ripercussioni a livello sociologico e psicologico, saper utilizzare le risorse a disposizione e saperle utilizzare e bilanciare per non diventarne schiavi.
“Stare insieme con la consapevolezza della diversa organizzazione del tempo che in questo momento si ha a disposizione è una maniera efficace per poter affrontare la pandemia e gestire questo periodo in cui la fragilità emotiva fa aumentare la tensione”, continua Sannino, sottolineando l’importanza del contatto umano, degli affetti e dei legami.
I progetti sono tutti congelati, i desideri devono trovare spazio solo nei sogni. “La precarietà e la paura del futuro ci fanno vivere giorno per giorno impedendoci progetti a lungo termine”, continua Sannino. “Possiamo solo affrontare la quotidianità e in questo momento è importante circondarsi di persone reali che ci fanno vivere al meglio”. Stare insieme è una maniera sana per non perderci troppo nelle attività online che ci allontanano dal pericolo ma anche dalle risorse che possiamo attivare grazie alla forza individuale e che può permetterci di affrontare il particolare momento di emergenza sanitaria”.
“Non vogliamo demonizzare la tecnologia, anzi. Il gioco virtuale condiviso in famiglia tra fratelli, o genitori e figli, rappresenta un bel modo di condividere il tempo utilizzandolo senza, però, esserne succubi” , suggerisce lo psicologo Antonio Di Gioia, esperto in dipendenze patologiche. “In un momento come questo, in cui si passa tanto tempo in casa, riuscire a bilanciare i momenti di solitudine diventa più difficile ma collaborare in famiglia per scongiurare scontri, rabbia repressa e isolamento potrebbe diventare una opportunità, un’occasione per stare bene insieme e per ritrovarsi”.
Nei casi di eccessivo utilizzo dei videogiochi, gli psicologi segnalano il servizio per le dipendenze patologiche. Chiedere aiuto a professionisti formati può essere fondamentale per prevenire comportamenti a rischio.
Grazie alla didattica a distanza, imposta per decreto regionale con l'alibi del Covid.