Cronaca

Buste di plastica come calzari. Il personale sanitario del San Paolo: “Non ci proteggono”

Mariella Vitucci
Sacchetti di plastica come calzari
La protesta dei lavoratori è stata raccolta dalla CISL Bari, che ha scritto una nota alla ASL chiedendo riscontro entro oggi
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Calzari di plastica fragile e scivolosa, disagevoli da indossare e facili da lacerare, che espongono al rischio di cadute e non garantiscono la protezione necessaria. A lamentare l’inadeguatezza di questi dispositivi forniti dall’ASL Bari è il personale sanitario dell’ospedale San Paolo.

Una protesta raccolta dalla CISL Funzione Pubblica Bari, che due giorni fa ha scritto al direttore generale dell’Azienda sanitaria locale, al direttore amministrativo e al dirigente del servizio Prevenzione e protezione aziendale del San Paolo, sollecitando la fornitura di dispositivi di protezione individuale “idonei alle attività legate all’alto rischio infettivo”.

Razionati e distribuiti ad personam con firma del ricevente, questi calzari probabilmente fanno parte di un lotto di forniture scadenti accantonate in passato e ridistribuite ora per mancanza di dispostivi adeguati, andati esauriti. Ma chi lavora in corsia è stanco di dover adattare quelli che si presentano come sacchetti per l’immondizia, troppo grandi e poco resistenti, alle calzature da lavoro, rigirandoli più volte attorno alla bardatura anti Covid.

“Giungono molte sollecitazioni dal personale. Le doglianze – si legge nella nota del sindacato – riguardano soprattutto i calzari, che purtroppo per via del colore e del materiale di cui sono fatti sembrano ricavati dai classici sacchetti della spazzatura. Fatto sta che i calzari si degradano prima della fine del servizio e il personale corre inutili rischi”.

Secondo quanto prescrive una nota tecnica diffusa a maggio scorso, i calzari dovrebbero essere realizzati non in plastica ma in tessuto-non-tessuto (tnt) in polipropilene e barriera di etilene vinil acetato (eva) o polietilene. Certamente il requisito minimo dovrebbe essere la durata per almeno un turno di lavoro, in modo da proteggere i lavoratori dal contagio.

Dalla Direzione generale ASL è giunto un primo riscontro informale alla nota CISL, con l’assicurazione a provvedere in tempi rapidi.

“Non ho motivo di dubitare che il management dell’azienda sanitaria si stia adoperando in tal senso, e mi rendo conto che in questo momento tanto complesso le forniture non sono immediate: siccome tutto l’Occidente è in condizione di emergenza a causa del virus, si fa fatica a reperire anche i dispositivi di protezione individuale. Sono certo che la ASL abbia già fatto l’ordine e stia attendendo la consegna, ma mi aspetto risposte ufficiali entro venerdì (oggi, ndr), ha dichiarato a BitontoLive il segretario territoriale del sindacato, Giovanni Stellacci. Annunciando che, in mancanza di riscontro ufficiale, si rivolgerà agli organi di vigilanza competenti: Prefettura, Ispettorato del Lavoro e Nas.

venerdì 20 Novembre 2020

(modifica il 28 Giugno 2022, 14:36)

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GIUSEPPI DEPALO
GIUSEPPI DEPALO
3 anni fa

COME SAREBBE BELLO SE OLTRE AI PIEDI IMPLASTICATI SI SCORGESSE LA FACCIA DEL DENUNCIANTE. SE NE APPREZZEREBBE IL CORAGGIO!!!!. INVECE SI MOSTRANO SOLO I PIEDI CHE POSSONO ESSER QUELLI DI UN CONTADINO QUALSIASI IN CAMPAGNA…
SENZA VOLER GIUSTIFICARE NULLA E NESSUNO, OSSERVO CHE SI DEVE AVERE IL CORAGGIO DELLE PROPRIE AFFERMAZION,I SPECIALMENTE SE VERITIERE; ALTRIMENTI IL SENSO CIVICO VIENE DECLASSATO A CEBERA DELAZIONE O INFANGAMENTO DI TUTTO. COME HANNO FATTO CERTI SEDICENTI “POLITICI” IN PASSATO CHE HANNO CRITICATO TUTTO E ORA SIEDONO ATTORNO ALLA MENSA IMBANDITA, RIMANGIANDOSI IL LORDUME DENUNCIATO E VERSATO A VANVERA SU UNA CLASSE POLITICA DEGNA DI QUESTO NOME. E' BELLO CRITICARE…PIU' DIFFICILE FARE.