Cultura

L’attualità di Chiara da Montefalco, donna innamorata di Cristo

Stefano Milillo
L'immagine di Santa Chiara da Montefalco (dettaglio di copertina)
Nel volume di Marino Pagano, il racconto della vita di questa santa illuminata dalla sapienza divina, capace di entrare nelle anime delle persone e nel cuore degli eventi tormentati del tempo
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Chiara da Montefalco è un personaggio certo noto agli addetti ai lavori, agli studiosi della spiritualità e mistica medievale, ma poco conosciuto ad un pubblico più vasto. Attraverso la biografia critica di Marino Pagano si ha la possibilità non solo di conoscere questa santa del 1300, ma anche di immergersi a capofitto, senza esserne sommersi, nella spiritualità del tempo, per conoscere il monachesimo femminile che, di là dalle grate, seppe ben inserirsi nella situazione sociale dell’epoca.

Non è, quella del giornalista Pagano, un’arida biografia, ma un lavoro che nella sua brevità riesce a fare sintesi di un mondo vivace che gira attorno alla personalità di Chiara di Montefalco, donna “illitterata” che attirò al suo seguito non solo altre donne che vollero condurre un’esperienza monastica nuova, ma personaggi di rilievo, vescovi, cardinali, uomini politici. Questi videro in lei una donna illuminata dalla sapienza divina, capace di entrare nelle anime delle persone e nel cuore degli eventi tormentati del tempo. “Amava trattenersi con i viri spirituali, uomini ispirati con cui era disposta a conversare su temi teologici”.

La sua teologia era quella della Passione di Cristo, i cui segni tangibili portò nel suo cuore conservatosi ancora incorrotto; la sua mistica era quella dello struggimento e dell’afflizione, una partecipazione convinta al mistero della vita e della morte di Cristo. Ebbe molte visioni estatiche e i suoi biografi, Berengario e Agostino da Montefeltro, narrano di lei alcune esperienze mistiche estreme riguardo alla mortificazione e la considerazione della nullità della propria esistenza, “segni di un estremo patire religioso”.

Marino Pagano, con altri biografi della santa, s’interroga se Chiara fu più vicina alla spiritualità di Francesco d’Assisi o di San’Agostino, giacché fu anche abbadessa di un monastero fondato da sua sorella Giovanna.

Fu agostiniana devota a san Francesco, chiosa Franco Cardini. È certo che non poteva fare a meno di vivere il francescanesimo di cui tutta l’area umbra era diffusa, ma l’accento posto nella sua comunità sul concetto di umiltà e altre motivazioni danno convincimento che la sua spiritualità fu più vicina al grande vescovo di Ippona.

Si è detto che Chiara, anche se “illitterata”, fu capace di parlare con i potenti, con cui ebbe una frequenza epistolare tanto da essere talvolta un loro punto di riferimento; fu anche strenua difensora dell’ortodossia contro alcune tesi libertarie di Bentivenga da Gubbio che furono avversate pubblicamente da Ubertino da Casale.

Come negli intenti dei grandi fondatori di comunità monastiche, i monaci sono fuori dal mondo ma vivono profondamente con esso e in esso, con la preghiera, con l’ascolto e la testimonianza.

È attuale il messaggio di Chiara di Montefalco, sia per la sua esperienza mistica che per l’aspetto sociale?

L’autore dà risposta affermativa e l’avvicina a Edith Stein, alla scientia crucis di quest’ultima. Ma si potrebbe accostare a tante altre donne che attraverso la via crucis del monastero sono ancora un punto di riferimento nella società contemporanea.

Chiaramente chi fa storia legge fatti e documenti con l’occhio del contemporaneo, non solo, ma con i suoi occhi e dal suo punto di vista. Tanto non per relativizzare la storia che è costituita da fatti e questi non si toccano; però la loro interpretazione gioco forza è legata a chi li legge.

Marino Pagano, rileggendo la vita di Chiara da Montefalco attraverso le fonti, vagliando quanto scritto da altri autori sulla stessa, non ha fatto altro che rendere attuale la figura di una donna innamorata di Cristo, incarnato nella quotidianità del tempo.

L’AUTORE DELLA RECENSIONE

Stefano Milillo, laureato in Filosofia della scienza con una tesi su “Ontologia e valori in Gaston Bachelard”, è stato docente di lettere a Pisticci e Matera, quindi di storia e filosofia nei licei statali di Corato, Ruvo e Bitonto, preside del Liceo Linguistico Europeo di Bitonto.

Ebbe l’incarico da monsignor Aurelio Marena di dirigere l’omonima Biblioteca vescovile di Bitonto, nonché l’Archivio diocesano fin dal 1972. Dall’arcivescovo monsignor Mariano Magrassi fu nominato direttore dell’Archivio storico della Diocesi Bari-Bitonto, incarico poi riconfermato dall’arcivescovo monsignor Francesco Cacucci.

È componente della Commissione diocesana per i beni culturali. Dal 1975 è stato membro della Società di storia Patria della Puglia, nonché socio del Centro Ricerche di Storia religiosa in Puglia. Ha fondato nel 1968 il Centro Ricerche di storia e arte bitontina, di cui è presidente. Fa parte del comitato scientifico della rivista Studi bitontini.

Ha partecipato a convegni e tenuto relazioni di carattere storico e artistico in varie occasioni. È risultato vincitore del Premio Cultura del Ministero della Pubblica Istruzione e del Premio di studio “Maria Marangelli” nel 1995.

È autore di numerose opere e contributi apparsi su riviste specializzate.

domenica 29 Novembre 2020

(modifica il 28 Giugno 2022, 14:33)

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