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Discontinuità: le 4 liste “dissidenti” spiegano le ragioni dello strappo

Mariella Vitucci e Marco Lovero
Daucelli
Con, Riformisti-Fronte del Lavoro, Bitonto Solidale e Bitonto Cambia ricostruiscono il percorso politico che li ha portati alla decisione di sostenere Damascelli
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Quello che è stato il mantra e il dilemma delle lunghe manovre di coalizione del centrosinistra bitontino – continuità/discontinuità – continua a tenere banco.  

Ieri la pattuglia di dissidenti separatisti (Con, Riformisti-Fronte del Lavoro, Bitonto Solidale e Bitonto Cambia) ha tenuto una conferenza stampa per spiegare le ragioni della scelta di appoggiare la candidatura a sindaco di Domenico Damascelli, sostenuta da partiti e civiche di area centrodestra.    

«Il discrimine – spiega Franco Natilla (I Riformisti-Fronte del Lavoro) a BitontoLive – non è fra centrosinistra e centrodestra, anzi destra – come alla coalizione pro Ricci piace etichettare gli avversari – ma fra continuità e discontinuità rispetto all’amministrazione uscente. D'altronde basta guardare le loro liste, per ritrovare gli attuali assessori. Più continuità di questa!».

«Voglio iniziare questa diagnosi della situazione politica con un momento preliminare che mi sembra doveroso: ricordare Maurizio Loragno», ha esordito Michele Coletti, decano degli avvocati bitontini ed esponente storico della sinistra socialista locale. Al suo fianco, insieme a Franco Natilla, Michele Daucelli (Con Bitonto Palombaio Mariotto), Luca Matera (Bitonto Solidale) e Ciccio Palermo (Bitonto Cambia).

Una conferenza stampa per raccontare il percorso che li ha portati allo strappo con la coalizione di centrosinistra e al sostegno a Damascelli.

«Il nostro – ha spiegato Coletti – è un percorso nato due anni fa, quando fu avvertita la necessità di rappresentare il malcontento della città in riferimento al modo in cui è stata amministrata in questi dieci anni dal sindaco uscente Abbaticchio. Era quindi nostro dovere incanalare questo dissenso per avviare un percorso di cambiamento e discontinuità. Vogliamo portare avanti alcuni valori disattesi dalla precedente amministrazione perché crediamo che essere sindaco è un metodo di rapportarsi alla gente, di immedesimarsi nei problemi e nelle ansie dei cittadini, prendendosi carico degli impegni presi. Su questo l’amministrazione precedente ha brillato per la sua assenza. Bitonto in questi dieci anni è stata usata per fini altri rispetto a quelli afferenti all’amministrare la comunità».

L’avvocato ha poi ripercorso la fase preliminare di consultazioni tra le diverse forze politiche del centrosinistra «in cui – sottolinea – anche il Partito Democratico, seppur con alcune ambiguità, non disdegnò la necessità del cambiamento».

Nella prima fase il gruppo del sindaco uscente Michele Abbaticchio ha sostenuto un proprio candidato sindaco, mentre il Pd manteneva una posizione “fredda”.

Nella seconda fase, la svolta: il gruppo di Abbaticchio ha fatto sì che la professoressa Rosa Calò facesse un passo indietro rispetto alla sua candidatura, a patto però che si chiudesse il perimetro della coalizione ad altre forze politiche. «Un atto disdicevole – ha commentato Coletti – se si tiene conto della natura di sinistra e centrosinistra, che invece è fatta di coinvolgimento».

Poi l’ultima fase: «Stanchi di questa diatriba, i rappresentanti delle nostre quattro liste sono stati convocati il Venerdì santo dal presidente Emiliano per chiarimenti, un’occasione in cui eravamo disposti a ricomporre il centrosinistra attraverso un programma che tenesse conto di tutti i problemi della città».

Ne è conseguito uno scambio di lettere fra il governatore Michele Emiliano (con il segretario regionale Pd Lacarra e quello provinciale Pagano) e il segretario del Pd di Bitonto Francesco Brandi, che di fatto escludeva le quattro liste (con unica apertura al Psi) dalla coalizione di centrosinistra compattata sulla candidatura a sindaco di Francesco Paolo Ricci, “per salvaguardarne la coerenza politica”.

 

“Il presidente della Regione – scrivevano Lacarra, Pagano ed Emiliano al candidato sindaco Ricci e al segretario del circolo Pd bitontino Brandi – avendo assolto al suo compito, chiede di conoscere per iscritto cosa riferire ai rappresentanti delle liste civiche che costituiscono l’alleanza di governo della Regione Puglia, precisando che una eventuale loro estromissione a Bitonto dalla maggioranza di centrosinistra potrebbe avere gravi conseguenze, tanto più che proprio il Pd ha richiesto il suo intervento per sanare i dissidi esistenti. Per essere più chiari, il mancato accordo unitario dovuto ad una scelta unilaterale del Pd di Bitonto, potrebbe pregiudicare il risultato delle prossime amministrative, spingendo le liste civiche che governano insieme al Pd la Regione Puglia ad aderire ad altre coalizioni, che già oggi si presentano forti e ben assortite, soprattutto se confrontate alle nostre inspiegabili divisioni”.

 

“I rappresentanti della coalizione unitaria del centrosinistra bitontino – rispondeva Brandi – hanno democraticamente espresso la volontà, non su proposta del Pd né tantomeno dello scrivente, di salvaguardare la coerenza politica della coalizione, evitando ingressi dell’ultima ora da parte di realtà politiche che per propria scelta, sino a questo momento, hanno convintamente sostenuto al necessità di distinguersi dal progetto politico unitario e senza pregiudiziali, di cui sopra. Si è infine raggiunta l’intesa sulla possibilità di fare unica eccezione per il Psi”.

 

«Cosa potevamo fare?», ha domandato Michele Coletti. «Avevamo tre opzioni: ritirarci, fare un terzo polo con un nostro candidato sindaco che però ci avrebbe visti schiacciati fra i due schieramenti, o, senza rinnegare la nostra appartenenza al centrosinistra, caldeggiare la candidatura di Damascelli, che rappresenta tra i due candidati sindaci un momento di discontinuità, di dialogo e di disponibilità all’ascolto e al confronto. Vogliamo il coinvolgimento pieno – ha proseguito – da veri riformisti vogliamo la verità che non deve essere qualcosa di assoluto ma un valore che si costruisce, una costruzione in cui ognuno deve dare il suo contributo. Noi questa battaglia dovevamo farla, perché il politico non è chi si siede sugli scranni del consiglio comunale ma chi si preoccupa dei problemi della città, ascoltando ansie, dolori e problemi dei cittadini, la realtà palpitante della città. Bisogna avere l’umiltà di rapportarsi alla gente. Certo, non è facile amministrare le città de sud che sono spesso contraddistinte da rassegnazione e rinunce, ma il salto di qualità si fa con la volontà di cambiare».

venerdì 20 Maggio 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 16:31)

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Michele  pugliese
Michele pugliese
1 anno fa

Sempre le stesse facce o che sia adestra o che sia a sinistra, siamo stanche perché a bitonto nn cambierà mai nulla, sempre attaccati alle poltrone!