Politica

Autonomia differenziata: la preoccupazione di Italia in Comune

La Redazione
I Sindaci di Italia in Comune
"Verrà aggravato un assetto già precario. Maggiore ricchezza alle regioni più ricche", il commento del partito
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Italia in Comune Puglia torna sulla questione del federalismo fiscale e lo fa a pochi giorni dal dibattito sulla autonomia differenziata richiesta da alcune regioni e dalle infelici dichiarazioni del ministro Bussetti sul sud, per le quali il partito ha, con una nota ufficiale, chiesto le dimissioni.

«Le sue parole non possono essere derubricate ad incidente di percorso, ma costituiscono il culmine ed, al tempo stesso, il disvelamento di una raffinata strategia finalizzata ad occultare la realtà», ha detto Davide Carlucci, presidente provinciale ItC per Bari e sindaco di Acquaviva delle Fonti.

Quindi, entrando nel merito della questione, il referente di partito ha spiegato: «Per 150 anni si è discusso della questione meridionale ma, con il federalismo fiscale, il quadro è cambiato. Lo Stato ha misurato, comune per comune, fabbisogni, costi e servizi con l’obiettivo di attribuire, poi, a ciascun territorio le risorse corrette. I conteggi hanno dato un risultato inatteso: si pensava di far emergere la cattiva spesa del Sud e ci si è trovati davanti al dettaglio del profondo divario tre le ‘due Italie’. Cosicché, per evitare di dare attuazione alle direttive contenute nella Costituzione, si è imboccata la scorciatoia di piegare le regole in modo da attribuire al Sud meno diritti e meno soldi. Lo Stato, invece di garantire i livelli essenziali delle prestazioni, ovvero asili nido, mense scolastiche, trasporti pubblici, servizi sociali agli anziani ed ai diversamente abili là dove mancano, ha stabilito che nei territori di tipo “B” il fabbisogno è zero. Ha dimezzato per legge la perequazione dove la Costituzione garantiva che fosse integrale e questo è inaccettabile. E l’autonomia differenziata richiesta dalle regioni del nord non farà che aggravare l’attuale assetto in via definitiva: maggiore autonomia, risorse e diritti alle regioni ricche».

Il riferimento normativo è all’articolo 119 della Costituzione, ovvero quello che attiene all’attribuzione ai comuni di risorse proprie nonché l’istituzione di un “fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacita fiscale per abitante”, un fondo che dovrebbe consentire, insieme alle entrate fiscali proprie di ciascun Ente locale, di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite ma che, appunto, sarebbe calcolato a danno di alcuni territori.

«Dobbiamo necessariamente partire dal ristabilire la verità e dall’attuazione dei principi costituzionali – quanto dichiarato da Michele Abbaticchio, coordinatore regionale del partito –Per tale motivo, Italia in Comune Puglia è concretamente impegnata nell’individuazione delle modalità tecnico-giuridiche mediante le quali portare questa questione nelle aule giudiziarie al fine di far emergere la grave violazione dei principi costituzionali che si è consumata in danno della parte meno ricca del paese. Alla Regione Puglia, chiediamo invece di impegnare ogni energia per far sì che il Governo, prima di dar corso a qualsivoglia ipotesi di autonomia regionale differenziata, proceda all’individuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), come imposto dalla Costituzione, consapevoli che questo è solo un pezzo della strategia per far ripartire il Sud».

Il ricomputo delle somme per i comuni è stato già avviato ad Altamura ed ad Acquaviva e, dai dati, è emerso che i fondi indebitamente non percepiti ammontano, per il solo 2018, a oltre cinque milioni di euro, nel primo caso, ed a oltre un milione di euro, nel secondo.

giovedì 14 Febbraio 2019

(modifica il 28 Giugno 2022, 18:28)

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