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Ritardi erogazione Fis, Damascelli: “68mila lavoratori pugliesi senza un euro da tre mesi”

La Redazione
Cassa integrazione
A fronte di 7.855 domande presentate, che coinvolgono 102mila lavoratori, finora sono stati disposti solo 34mila pagamenti
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“Senza stipendio e senza ammortizzatori sociali da tre mesi: è una situazione sempre più insostenibile, quella di migliaia di lavoratori pugliesi in attesa dell’erogazione del FIS, il fondo d’integrazione salariale. A fronte di 7.855 domande presentate, che coinvolgono 102mila lavoratori, finora sono stati disposti solo 34mila pagamenti, ovvero un terzo degli aspiranti beneficiari. Ciò vuol dire che 68mila lavoratori non hanno ancora ricevuto nulla”. Così Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia.
“Queste persone sono disperate, perché non sanno come far fronte alle spese. Sono tantissime le famiglie cadute in povertà, perché da marzo non percepiscono un centesimo”, aggiunge il consigliere Fi.
“Il nostro Paese – commenta – già prigioniero di una burocrazia spaventosa che scoraggia le imprese, in questi mesi ha dimostrato tutta la sua incapacità di affrontare situazioni emergenziali. Fin dall’inizio, in ogni mio intervento e in ogni mio atto istituzionale, ho sottolineato l’urgente necessità di potenziare le strutture per la gestione delle pratiche di erogazione degli ammortizzatori sociali. Finora i pagamenti sono stati puntuali solo quando le aziende, benché ferme o in difficoltà per il lockdown, si sono fatte carico di anticipare ai dipendenti le somme della Cassa integrazione e del FIS. Ma le aziende non ce la fanno più, e dev’essere lo Stato a pagare in modo diretto”.
“Anche il sistema delle anticipazioni in banca degli ammortizzatori sociali, stabilito in base ad un accordo tra Regione e 26 istituti di credito, in Puglia ha fallito: per ottenere l’anticipazione, i lavoratori – spiega – devono aprire linee di credito ad hoc (non a costo zero), con pratiche burocratiche farraginose che li fanno desistere”.
“Non si possono lasciare migliaia di pugliesi nella disperazione, costringendoli ad elemosinare un diritto. Troppe promesse sono state fatte e non mantenute, dal governo nazionale e regionale, in questi mesi di emergenza sanitaria divenuta un dramma sociale. Le parole non servono più, la gente ha bisogno di liquidità immediata”, conclude Damascelli.

martedì 2 Giugno 2020

(modifica il 28 Giugno 2022, 15:33)

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Michele Cortese
Michele Cortese
3 anni fa

Ecco perche' e' stato definito il governo del FARE mentre la realta' significa x vivere elemosinare