Politica

“Chi troppo vuole. Mazzacani trova la sua vendetta”, ieri la presentazione del libro di Palmisano

Marco Lovero
Leonardo Palmisano ieri a Bitonto
In collaborazione con i Giovani Democratici di Bitonto
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“In una baraccopoli di immigrati vicino a Foggia viene scoperta una fossa comune con cinque corpi sepolti parecchi anni prima, una testa in decomposizione (quella di un mafioso della Sacra Corona Unita, Gianni Palano) e il cadavere ancora caldo di Paula, una prostituta rumena, a cui il killer ha intagliato una stella sulla fronte accanto al foro di entrata del proiettile, quasi volesse lasciare una firma. Nelle ore successive, a Bari viene ucciso il candidato alla carica di governatore regionale Marcellino Danza, foggiano, erede di un impero politico insieme a sua sorella, la baronessa Danza. Teresa Buonamica, capo della Direzione Regionale Antimafia di Puglia, apre un’indagine nel tentativo di svelare il complicato rebus che lega tutti quei morti. Quando Mazzacani viene tirato in causa, non dirà tutto quello che sa, ovvero di aver riconosciuto nell’intaglio a stella la mano di chi ha messo fine alla Banda dei Santi, la formazione di banditi non affiliati alla Sacra Corona Unita di cui era a capo. Comincerà così, con il secondo Luigi Mascione sempre al fianco, la sua personale caccia all’uomo in cerca di vendetta. Come un cerchio del passato che si chiude, il terzo caso del bandito Mazzacani racconta gli intrighi politici, gli interessi economici e le strategie criminali che brillano nel sole del Tavoliere…”

Così inizia “Chi troppo vuole. Mazzacani trova la sua vendetta”, il nuovo libro del sociologo e scrittore barese Leonardo Palmisano che ha presentato il suo ultimo lavoro nel tardo pomeriggio di ieri nella nostra Piazza Cattedrale in collaborazione con i Giovani Democratici di Bitonto.

Dopo un breve intervento sull’attuale contesto politico nazionale e regionale, l’autore barese ha presentato il libro come la conclusione di una trilogia dedicata alle vicende di Carlo Mazzacani e composta da “Tutto torna. Il primo caso del bandito Mazzacani” ( del 2018) e “Nessuno uccide la Morte” ( del 2019), gialli tutti italiani anzi, pugliesi, dove Palmisano coinvolge, trasporta il lettore nel mondo della malavita organizzata, attraversa i vari strati delle società criminali (in primis quelle del sud-est del Paese) dove incontriamo la Borghesia mafiosa che ci appare (purtroppo) fin troppo reale, grazie anche alle accurate ricerche fatte dallo stesso scrittore; nella trilogia scopriamo quindi le differenze del mondo mafioso, la distinzione fra mafia camorrista, narrata dal maestro Camilleri, e la mafia familiare (diffusissima nella nostra Regione) che continua, generazione dopo generazione, a danneggiare inaccettabilmente il tessuto socio-culturale del territorio.

Nei libri sentimenti come l’indignazione, lo stupore, la confusione e l’amarezza si manifestano più volte in un lettore che assiste ad una complicità tra criminali e forze dell’ordine che agiscono esclusivamente in base al proprio fine sullo sfondo di una realtà dove chi legge, attraverso impersonificazione con Mazzacani, non può non porsi la domanda: “Chi è il bandito?” .

Con Leonardo Palmisano si va oltre il tradizionale schema del giallo italiano, che viene infranto e superato, non ci sono più due poli ben definiti quali Buoni e Cattivi, Stato e Mafia, bensì un intreccio continuo tra le due parti che va a comporre l’inconsentibile panorama di una Realtà mafiosa che approfitta del vuoto identitario degli adolescenti per accrescere il suo potere e (di conseguenza) la sua influenza. Palmisano quindi, con i suoi coinvolgenti romanzi, ci offre un nuovo punto di vista dove, citando il primo libro della sua trilogia, “Tutto torna” e con cui un attento lettore interpreterà da ora in poi la quotidiana realtà circostante con occhi diversi.

sabato 12 Settembre 2020

(modifica il 28 Giugno 2022, 15:00)

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