Spalla

È donna il 70% di chi ha perso il lavoro a causa del Covid

La Redazione
Donne in agricoltura
Tasso di occupazione femminile sceso al 49% per la prima volta dal 2013. Colpite soprattutto le lavoratrici più giovani del sud
scrivi un commento 26

A pagare il prezzo più alto della pandemia sul fronte occupazionale sono state le donne, con il 70% dei posti di lavoro persi a causa della crisi economica. Il tasso di occupazione è sceso al 49% per la prima volta dal 2013: un’inversione di tendenza preoccupante anche in agricoltura, dove va sostenuta con strumenti adeguati la voglia delle donne di impegnarsi per lo sviluppo rurale. È il commento di Coldiretti Puglia ai dati del Bilancio di Genere 2020, secondo cui nell’anno dello scoppio della pandemia è stato registrato un calo dell’occupazione femminile soprattutto al sud e tra le donne più giovani.  

nn

“La manovra di bilancio contiene interventi significativi per le imprese agricole femminili, grazie anche alla proficua collaborazione tra Coldiretti e Ismea, che ha portato l'estensione alle imprese agricole femminili senza limiti di età delle agevolazioni finora previste solo per i giovani e un ulteriore stanziamento di 5 milioni di euro per il 2022, per incentivare con un fondo rotativo nuove attività imprenditoriali delle donne in agricoltura”, afferma la leader nazionale e pugliese di Coldiretti Donne Impresa, Floriana Fanizza.

nn

In Puglia sono quasi 24mila le aziende agricole condotte da donne, che stanno dando un volto multifunzionale e innovativo con professioni antiche riviste in chiave moderna. Quasi un’azienda agricola su tre è guidata da donne e cresce anche il numero di agriturismi in rosa (+ 3,7%), passati da 286 a 305 in Puglia, a dimostrazione di quanto le imprenditrici siano riuscite a cogliere al massimo le opportunità offerte dalla multifunzionalità in agricoltura.

nn

“Strategico supportare e incentivare l’imprenditoria femminile in agricoltura – insiste Fanizza – che offre notevoli potenzialità occupazionali, puntando sulle giovani donne, considerato che in Puglia per esempio il 54% delle domande per i nuovi insediamenti è stato presentato proprio dalle imprenditrici in erba. L’agroalimentare può offrire 100mila posti di lavoro green entro i prossimi dieci anni in Puglia, con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale, ma anche un nuovo welfare in campagna”.

nn

I progressi sono lenti e i divari di genere persistono nel mondo del lavoro e a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, per cui Coldiretti ha chiesto investimenti seri nelle infrastrutture di supporto alle imprenditrici femminili nelle aree rurali, rendendo fruibili e maggiormente rispondenti alle esigenze delle imprenditrici gli strumenti del Programma di Sviluppo Rurale e della Politica Agricola Comune.

nn

“Sotto questo aspetto va sottolineata l’esigenza di rafforzare il nuovo welfare nelle aree interne per consentire di mettere un argine allo spopolamento. Pensiamo agli agri asilo per consentire alle donne di non rinunciare alla maternità e coniugarla con il lavoro, alle fattorie didattiche e a quelle di agricoltura sociale, che in alcuni territori potrebbero rappresentare un presidio insostituibile. Crediamo che la multifunzionalità dell’impresa agricola possa essere una chiave da un lato di creazione di lavoro, dall’altro di risposta al tema dell’inclusione sociale”, conclude Fanizza.

nn

L’allarme globale provocato dal Covid ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Puglia, sulle quali occorre intervenire per creare nuovi posti di lavoro, difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali.

n

domenica 23 Gennaio 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 17:08)

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti