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“Il mio amato paesello”, la lettera d’amore del cavalier Iuso alla sua Mariotto

La Redazione
Il cavalier Paolo Iuso
Il racconto di chi, lontano dal proprio paese natìo, riscopre i valori più veri ed importanti
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il cavaliere mariottano, Paolo Iuso, ha voluto dedicare al suo Paese natìo, Mariotto, in questa situazione di emergenza che lo vede lontano, in una città diversa da quella in cui è nato. Lui che si definisce “mariottano per sempre, fiorentino d’adozione”:

“Vivere lontano dal proprio paesello, per motivi di lavoro è già un trauma che vivi costantemente.

Ora, poi, che sei forzatamente tenuto lontano da un nemico subdolo ed aggressivo, dà ancora di più il senso del distacco di quelle che sono le tue radici.

Era così bello quando a fine di ogni stagione, anche se per un breve periodo, si faceva ritorno in quello che era il tuo ambiente più congeniale, familiare ed accogliente, dove ritrovavi gli affetti più cari. Ora non è più cosi, purtroppo.

Siamo costretti ad essere ancora di più distanti , anzi bisogna stare ancora più lontani per il nostro e loro bene per la paura del contagio.

Bisogna accontentarsi dei mezzi di comunicazioni di massa per avere notizie di come si svolge la vita quotidiana, stravolta in tutti i sensi, per tenere vivo il senso dell’amicizia, dell’amore e della solidarietà.

Cosa ci può essere più tragico per UNO che è stato costretto ad emigrare per lavoro?

È una constatazione amara che ci induce a riflettere sul valore della famiglia, dell’amicizia e della fratellanza.

Questa pandemia ci farà riscoprire tutto questo? Mi auguro di sì.

Tanti gli egoismi, la noncuranza e il non rispetto per altri che, spesso, ci ha reso aridi nei confronto di terzi, minando la serena convivenza e l’unione con gli stessi.

Ora, si dice, che stiamo riscoprendo l’amore patrio e di convivenza, sarà vero?, Oppure passata questa buriana, tutto ritornerà come prima?

Abbiamo riscoperto dei nuovi eroi: i medici, i sanitari tutti, le forze di polizia, i volontari. Ma questi non erano già tali? In quante occasioni li abbiamo visti, intervenire per aiutare il prossimo? Possibile che ora sono EROI e prima no?

L’ipocrisia regna sovrana. Nel momento di bisogno loro sono e saranno a disposizione, mentre noi forse meno. Nemmeno le disposizioni impartite per rallentare il contagio siamo capaci a rispettare appieno, tanto le sanzioni per chi non le rispetta.

Rispetto, ecco appunto, quello che manca in tanti che con il loro comportamento anomalo non ci aiutano a ritornare essere quelli che eravamo.

Di ritornare al mio paesello, dove tutto non sarà più’ come prima, ma migliore certamente, dove riscoprire meglio il senso della solidarietà, della comunanza e fratellanza che, per ovvi motivi, non ho ancora scoperto e potuto apprezzare in una città che non è mia, anche che mi ha adottato benissimo, mi conforta.

Certamente tutto questo finirà presto, me lo auguro, per poter ritornare a vedere, sentire e vivere il mio paese natìo, dove gli odori della natura, delle persone, dei fiori della terra è diverso dalle città.

Questo è il senso dell’amore per il luogo in cui sono nato e per gli affetti nei confronti di tutti i miei familiari e compaesani che vivono questo tragico momento come me”.

mercoledì 25 Marzo 2020

(modifica il 28 Giugno 2022, 16:02)

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Paolo Dellorusso
Paolo Dellorusso
4 anni fa

Conoscendo il tuo attaccamento al nostro “paesino” e la tua sensibilità, ero certo che avresti sentito la mancanza. Parole che aprono il cuore e rendono merito a chi sta lottando per ricondurre la nostra vita e la nostra Italia alla normalità. Grazie Cugino Paolo e sono certo che ben presto ci potremo riabbracciare. A presto!!!

Cav. Uff. Paolo IUSO
Cav. Uff. Paolo IUSO
4 anni fa

Ringrazione, di cuore, la redazione per la pubblicazione della mia lettera ed auguro a tutti coloro che la leggono, ogni bene.

Tommaso moretti
Tommaso moretti
4 anni fa

praticello

Alberto A.
Alberto A.
4 anni fa

È una bellissima lettera piena d'amore,io sono barese ma indifferentemente dalla mia provenienza condivido chi esprime la pace e la serenità sociale.
Sono un delegato della Fondazione Francesco secondo di Borbone diesicilie e riconosco la tunica blu del cavaliere Costantiniano Paolo che protegge lachiesa di Santa Chiara di Napoli dove riposano in pace le spogliedei nostri unici,veri e soli sovrani Borbonici,allora il sud Italia viveva bene enessuno emigrava.
L'Italia è una truffa da 150 anni !!
Viva i Borboni !!

Tommaso Moretti
Tommaso Moretti
4 anni fa

Rispecchia alla perfezione la poesia di Aldo Palazzeschi :” Rio Bo”, un caro saluto al cavaliere

Lorenzo Iuso
Lorenzo Iuso
4 anni fa

Grazie Paolo per le tue parole, spero al più presto finisca questa pandemia e ritorni la normalità, che come da te affermato non sarà più come prima, ma meglio di prima, perché nella sofferenza si rafforzano i rapporti.
Un abbraccio grande grande.
MdL Lorenzo Iuso

Lucia Catalani
Lucia Catalani
4 anni fa

Caro Paolo, la tua lettera è toccante. Mai come ora la nostalgia x i nostri paesi natii è così forte e dolorosa. Anche la lontananza dai propri cari è terribile, ma c'è un filo invisibile che ci unirà sempre, un abbraccio tua cugina Lucia da None