Spettacolo

Tante novità per l’edizione appena conclusa del Beat Onto Jazz Festival

Mariagrazia Lamonaca
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Beat Onto Jazz 2018. Intervista al direttore artistico
La 18esima edizione della kermesse organizzata dall'associazione InJazz ha dato spazio a sonorità provenienti dall'Africa, da Cuba e anche a contaminazioni tra jazz e teatro
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Quello appena concluso è stato un Beat Onto Jazz Festival all’insegna delle novità. La 18esima edizione della kermesse organizzata dall’associazione InJazz, col patrocinio del Comune di Bitonto, ha dato spazio a sonorità provenienti dall’Africa, da Cuba e anche a contaminazioni tra jazz e teatro.

Tra queste lo spettacolo “Il Duca e il Bardo“, una pièce teatral-musicale basata sulla monumentale suite di Duke Ellington “Such Sweet Thunder”, costruita sulle opere di William Shakespeare. L’Orchestra del Conservatorio Piccinni di Bari, sotto l’accurata direzione di Vito Andrea Morra, che ha firmato anche gli arrangiamenti, ha messo in scena il capolavoro ellingtoniano in collaborazione con l’associazione culturale VoxMedia di Bitonto (associazione di lettori amatoriali, nata per promuovere la conoscenza delle opere dei grandi autori della letteratura mondiale), sotto l’attenta regia di Ciccio Gaudimundo e gli attori Alessia Sicolo, Stefania Rutigliano, Francesco Ricci e Domenico Schiraldi.

«Questa edizione l’abbiamo intitolata “Le vie del jazz” perché abbiamo dedicato un cartellone a varie sfaccettature di musica contaminata dal jazz come Africa, Cuba» ha spiegato a BitontoLive Emanuele Dimundo, presidente di “InJazz” e direttore artistico del festival, aggiungendo che «quest’anno non c’era spazio per la jam session per poter arricchire il cartellone di artisti».

Tra i fiori all’occhiello dell’edizione numero 18, ci sono stati artisti quali Carmen Souza, la pluripremiata e versatile musicista capoverdiana, Pedrito Martinez, percussionista e cantante cubano, i “Fratello Joseph Family Affair“, quartetto italo-asiatico-americano, l’Italian Quartet del sassofonista inglese Stan Sulzmann, che rappresenta buona parte della storia del jazz, e gli “Yellowjackets“, il gruppo più rappresentativo della Fusion anni Ottanta, con quattordici album alle spalle, oltre un milione di copie di dischi venduti e centinaia di concerti in tutto il mondo.

Come sempre tutte le serate, presentate dal saggista, docente e critico musicale Alceste Ayroldi, hanno riscosso grande successo di pubblico, attirando molta gente da fuori città.

domenica 5 Agosto 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 19:51)

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