Spettacolo

Domani e domenica debutta al teatro Traetta “Non chiamateli briganti”

Mariagrazia Lamonaca
Ieri la conferenza stampa al teatro Traetta
Uno spettacolo con protagonisti Mimmo Mancini e Paolo De Vita
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Domani e domenica debutta al teatro Traetta “Non chiamateli briganti”, uno spettacolo prodotto dalla Compagnia del Sole e dal Comune di Bitonto con protagonisti Mimmo Mancini e Paolo De Vita.

La pièce teatrale si avvale della consulenza storica di Valentino Romano e Marino Pagano, con la regia di Marcello Cotugno.

Ieri al teatro Traetta ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione, alla presenza di attori, regista, costumista e scenografa. Vi ha preso parte anche il sindaco Michele Abbaticchio, che ha tenuto a sottolineare come queste operazioni di carattere culturale siano innanzitutto un modo per far conoscere ai giovani la storia locale.

«Si tratta di un pezzo di storia non conosciuto dai nostri ragazzi – sottolinea Abbaticchio – perciò spero che vi assistano tanti studenti, anche grazie alla partecipazione del liceo classico Sylos. Raccontare queste storie, e nobilitare la figura del brigante, è secondo me il punto da cui ripartire per rivendicare il nostro orgoglio di meridionali».

A confermare il coinvolgimento degli studenti è stato anche l’attore bitontino Mimmo Mancini, uno dei protagonisti dello spettacolo: «Faremo un matinée per il liceo classico» – ha assicurato. «Quello che racconteremo – ha continuato Mancini – è un pezzo della storia risorgimentale che ancora non è stato esplorato, e adeguatamente commemorato, dalla storia “ufficiale”. Ci piace molto affrontare questi argomenti. Due anni fa, infatti, abbiamo dato vita ad uno spettacolo incentrato sulla prima guerra mondiale, sempre nell’ambito della stagione teatrale del Teatro Pubblico Pugliese. Siamo dei recidivi!».

«Molto preziosa è stata la consulenza storica di Valentino e Marino – ha concluso Mancini – grazie ai quali abbiamo dato un sapore più locale alla storia».

«È un progetto quasi tutto pugliese – fa sapere l’attore di origine barese Paolo De Vita. «Abbiamo affidato a questi due ignoranti contadini il racconto di quello che succedeva all’epoca. È la storia di come gli italiani “voltagabbana” si adattavano ai cambiamenti. In maniera ironica e divertente mettiamo a fuoco l’amore fraterno tra i due personaggi al di là delle loro simpatie “politiche”».

Dal punto di vista registico e scenografico, l’allestimento è nel segno della contaminazione, come conferma il regista Marcello Cotugno: «La scenografia si ispira ai luoghi non luoghi beckettiani. Abbiamo cercato di dar vita ad una contaminazione tra la comicità e la drammaturgia contemporanea dal sapore introspettivo».
«Per quanto riguarda i costumi – ha sottolineato il regista – abbiamo invece cercato di attenerci alla storia. Anche sul versante musicale abbiamo fatto una ricerca storica con melodie popolari contaminate con musica contemporanea. Tutto questo per sottolineare che è un argomento di assoluta modernità».

Ricordiamo che lo spettacolo si avvale delle competenze di Martina Gargiulo (aiuto regia), Sara Palmieri (scenografia), Noemi Intino (costumi) e Fabio Fornelli (luci).

La pièce
Non chiamateli briganti è un sapiente alternarsi di teatro e di narrazione. La storia dei fratelli Capitoni e l’Unità d’Italia: un’irriverente, caustica e, come da tradizione, divertente narrazione dell’italiano “medio basso”, alle prese col suo perpetuo inclemente destino!! Se da una parte i “personaggi“ della storia vivono la loro comica tragedia, che comincia nel 1859 e finisce nel 1863, dall’altra, con un cambiamento radicale di registro, gli attori si trasformano in narratori, dando voce ad eventi che fanno da corollario alla storia, dando colore e vita ai fatti che, con la fine del Regno borbonico, trasformarono un paese disgregato in una nazione, disgregata anch’essa, ma unita sotto la bandiera. L’Italia era fatta. Bisognava fare gli italiani.

venerdì 11 Gennaio 2019

(modifica il 28 Giugno 2022, 18:44)

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