Calcio

Nando Terrone saluta il Bitonto da ‘Re’: è lui il miglior marcatore della storia recente

Danilo Cappiello
Nando Terrone
Con 79 reti in 6 anni, la punta tranese si aggiudica il trono di miglior realizzatore
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È sempre stata lì la porta, sostenuta da tre pali, abbracciata da una rete e circondata da un infinito rettangolo verde.

Mille corse, sponde, contrasti, sovrapposizioni e suggerimenti di passaggio filtrante, per andare incontro all’unico e fondamentale obiettivo: fare goal. Quel goal che se molto spesso è sembrato indole naturale, talvolta si è trasformato nel peggiore incubo e nel più crudele dei nemici, con la porta che sembrava sempre più piccola, sempre più lontana, ma che in fondo, era sempre lì.

Ma è proprio guardandola per l’ultima volta prima di darle definitivamente le spalle che Nando Terrone, ripercorrendo in un solo istante i suoi sei anni in neroverde, rende grazie a quella porta che è stata sempre lì, perché è grazie a lei, che la punta tranese saluta l’Us Bitonto 1921 con lo scettro di miglior capocannoniere della storia recente neroverde.

Grazie alle sue 79 marcature infatti, divise in sei anni di cui uno in prima categoria, uno in Promozione con la conquista del triplete e quattro di Eccellenza, Nando Terrone saluta da “re” del goal del calcio bitontino.

Il finale migliore di una storia cominciata nel 2012/2013 e che, come tutte le storie, ha avuto i suoi alti e bassi.

Sei anni, che Terrone racconta così.

«Se devo scegliere il momento migliore di questi sei anni, scelgo l’anno del triplete in Promozione. È stato un anno fantastico. Un’annata storica, resa possibile anche grazie ai miei compagni di squadra come il capitano Vincenzo Modesto, Oronzo Bonasia, Nico Roselli, Michele Piperis e Giuseppe Sangirardi. Anche se non era con noi nell’anno del triplete, un altro compagno che porterò con me, è Nicola De Santis. Un grazie per i bei momenti trascorsi va anche a tutti i miei compagni di avventure in questi sei anni. Poi penso sia doveroso anche ringraziare la società e dunque il presidente onorario Francesco Paolo Noviello, il direttore generale Vincenzo Cariello, la presidentessa Tina Aluisio, Franco Giordano, il direttore sportivo Francesco Morgese, il segretario Emanuele Santoruvo e tutti gli addetti ai lavori, che si vedono poco, ma sono fondamentali in una società».

Settantanove goal dunque. Settantanove giocate diverse, talvolta simili, altre volte invece da lasciare semplicemente senza fiato. Tre però sono le reti che la punta tranese ha scelto di mettere sul proprio podio personale.

«Non è facile scegliere perché ogni goal è un ricordo. Se proprio devo farlo però scelgo di mettere sul podio tre reti. Quella di quest’anno in sforbiciata volante al Molfetta, la prima rete al Trani calciando di collo destro, e la seconda rete al Trani, realizzata in semi rovesciata al volo. Queste due ultime reti hanno avuto un sapore particolare per me, in quanto realizzate alla squadra della mia città e dunque, in un certo senso sofferti».

In una storia caratterizzata dai goal però, vi sono stati anche periodi bui e di digiuno realizzativo, con qualche fischio e mugugno piovuto dagli spalti, e con una manciata di certezze che sembravano tali fra le mani, venute meno. Momenti bui dove, svestiti maglia e panni del giocatore, vengono fuori tutte le fragilità dell’uomo. Ma è proprio in quelle fragilità che Nando Terrone, ha trovato sempre la sua vittoria più importante: la famiglia. Sono infatti sua moglie Cristina e la piccola Desideria le sue due prime tifose, l’isola alla quale poter approdare ogni qualvolta il mare è in tempesta, la lampadina accesa per far combattere il buio della notte, l’abbraccio profondo e silenzioso dato senza la necessità di chiederlo, e gli occhi da incrociare in tribuna, quando il periodo buio è ormai stato lasciato alle spalle, lo stadio fa nuovamente festa, ed una nuova rinascita sportiva prendeva il via.

«Potrei dire che quasi tutti i miei goal li ho dedicati a mia moglie e a mia figlia per tutto il supporto datomi sempre. Inevitabile inoltre, la dedica a tutta la tifoseria bitontina che pian piano si è avvicinata a noi, riempiendo lo stadio e facendomi sentire un bitontino d’adozione. Sono stati la mia seconda famiglia ed io a loro sarò sempre grato, anche per i cori che mi hanno dedicato. Spero sostengano questa nuova realtà calcistica con l’entusiasmo e la passione che li hanno sempre contraddistinti perché loro e Bitonto meritano palcoscenici sempre più grandi. All’Us Bitonto invece posso solamente dire grazie per questi sei anni magnifici. Anni che non dimenticherò mai».

Dopo sei anni infatti è arrivato il momento di lasciare i colori neroverdi, svuotare l’armadietto e provare ad andare incontro a nuovi orizzonti ed a nuove sfide.

«Sarà dura staccarmi mentalmente da Bitonto, in quanto, come già detto prima, ormai era diventata una mia seconda casa. Però dovrò farlo. Non so ancora dove sarà la mia prossima meta, solo il tempo lo potrà dire. Per il momento mi sento solo in dovere di ringraziare ancora una volta tutti i bitontini. Grazie di tutto».

Sei anni, settantanove reti e lo scettro di miglior marcatore della storia recente dell’Us Bitonto 1921. Nando Terrone, da Trani, saluta così la società neroverde, con lo sguardo e la mente verso quella porta che è stata sempre lì, e con nelle orecchie quel coro ormai famosissimo: “E Terrone fa goal!”.

martedì 26 Giugno 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 20:09)

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