Calcio

Giù le mani dal Bitonto: no alla gogna mediatica

Danilo Cappiello
USD Bitonto Calcio
"Ma davvero bastano 25mila euro di una presunta combine per cancellare, in un secondo, cento anni di storia?"
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Giù le mani dal Bitonto e da Bitonto.

nMa davvero bastano 25mila euro di una presunta combine per cancellare, in un secondo, cento anni di storia e scatenarle contro una squallida guerra mediatica di chi si definisce giornalista ma, francamente, col giornalismo, coi condizionali e con la sua professione, centra poi davvero poco?

Senza voler peccare di presunzione, provo a dirvelo io: no.
nPerché quando si parla del Bitonto, bisogna sapere che disposto sopra, sotto, accanto o magari anche all’interno di quegli infiniti filamenti di tessuto che lasciano abbracciare il nero ed il verde, pulsa, come fosse un’arteria principale, il cuore di tutti coloro i quali, per quei colori, hanno fatto di tutto. Di tutto.

Così, vien facile pensare a chi sulla polvere dell’allora campo comunale in terra battuta, ha lasciato lembi di pelle e fili di passione.
nVien da pensare a quelli che con quella maglia e per quei colori hanno rinunciato a piazze ben più blasonate, accontentandosi di un tozzo di pane, anche solo per il vanto di poter annoverare in futuro mai quantificabile l’aver giocato a Bitonto all’interno dei propri lunghi e splendidi curriculum sportivi.
nVien facile da pensare a chi ha rinunciato ad intere mensilità pur di permettere ai più bisognosi di percepire il proprio compenso, evitando di far affondare navi economicamente traballanti.
nGente rispettabile, gente d’altri tempi, o più semplicemente uomini.
nUomini, come chi dopo un pareggio in casa subito al minuto novantacinque, al termine di una sfida al vertice, per la rabbia, la frustrazione e la vergogna di aver deluso le aspettative di un’intera piazza, al proprio rientro negli spogliatoi ha frantumato una parte di muro con una decisa pedata.

Solo passione, sudore, amore, fatica e zero denaro sporco. Maledetto denaro.
nVien da pensare a chi rinuncia a pranzi familiari o ad ore di riposo pur di mettersi in macchina, per urlare cori e sventolare bandiere di orgoglio.
nVien da pensare a chi soffre per la propria assenza fisica e passa le intere domeniche pomeriggio a giocar a carte con l’ansia nell’attesa di notizie veritiere dai canali social della società.
nGente che ha pianto quando la vita li ha costretti ad allontanarsi dalla loro più grande passione.
nVien da pensare a chi, per questi colori ha investito fiumi di denaro, vedendosi tornare indietro talvolta o un misero grazie, o addirittura anche un torrente di insulti.
nA chi ne ha fatto una ragione di vita, di rinascita sociale, di rinascita personale.
nVien inoltre facile pensare a chi per quei colori, per la sua storia e per la sua gloria, ha macinato chilometri domenicali di autostrade o strade provinciali, penne alla mano e fogli di moleskine adagiati sul cuore, solo per raccontare e dare memoria alle vicende dei leoni neroverdi in giro per tutta Italia.

Non è stato solo dover, il loro. E’ stata passione, senso di appartenenza, di difesa di un territorio intero e non solo, di una squadra di calcio e di parole lasciate alle cronache del lunedì, per tutti quelli che le avrebbero lette prima e ne avrebbero parlato poi per l’intera settimana, per le strade, i vicoli, le piazze e le attività commerciali di una città che fra mille difficoltà riesce sempre a trovare una ciglia leggera di speranza che si posa sulle cose e le decora ancora di bellezza.
nUna città alla quale non va proprio giù che giornalisti o presunti tali utilizzino una vicenda che poco a che fare con chi del calcio giocato, quello puro e privo di qualsiasi squallido risvolto economico, vive, per gettare fango su un’intera città e su una società che si è distinta per lealtà sportiva e superiorità tattica netta ed indiscutibile mostrata in campo durante un’intera stagione, azzerando come fossero briciole o carta straccia, i suoi cento anni di storia.

lunedì 27 Luglio 2020

(modifica il 28 Giugno 2022, 15:15)

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Girolamo Rubino
Girolamo Rubino
3 anni fa

Finalmente un articolo che approfondisce l'argomento in maniera attenta e senza pregiudizi, diversamente da quanto fatto da altri per ragioni che si possono immaginare

Bitontino super
Bitontino super
3 anni fa

Sono d'accordo. Infatti solo i veri tifosi sono stati penalizzati da questa grottesca vicenda. Rimango del parere che i colpevoli vanno puniti. Nel rispetto della gente onesta. Altrimenti passano messaggi sbagliati e si fa credere che la corruzione e la frode sportiva in un modo o nell'altro rimangono impuniti.

Nicola loscifale
Nicola loscifale
3 anni fa

La frittata purtroppo è fatta. Vanno rispettate i calciatori e dirigenti innocenti e ignari della combine. Pene severe per chi ha organizzato, per chi a preso soldi e per chi ha taciuto in malafede. Bitonto merita la C.

Adinolfo chiechi
Adinolfo chiechi
3 anni fa

L'articolo contiene un'inesattezza di fondo: anche se la combine c'è stata non verrebbero cancellati 100 anni di storia ma il Bitonto retrocederebbe. Nessuna cancellazione. Piuttosto bisogna pensare prima di farle, dopo è troppo facile.

Bitonto in C
Bitonto in C
3 anni fa

Nessuno vuole questa gogna mediatica. È giusto che i colpevoli vanno puniti. Il calcio è sporco e corrotto. Iniziamo a radiare i colpevoli. Parlo in generale non solo del Bitonto.

Lucio Monary
Lucio Monary
3 anni fa

cento anni di storia no!! La storia di una società di calcio va sempre onorata, ma 25.000eu o 2.500eu o 250eu o anche 25eu … sono sempre un illecito sportivo e le conseguenze sono scritte da tempo.