Calcio

Patierno scrive una lettera ai tifosi: ‘Ho sbagliato e chiedo scusa’

La Redazione
Cosimo Patierno
'Ho sbagliato e sto espiando la mia pena, ma le cose che ci vengono raccontate non sempre sono corrispondenti alla realtà'
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Cosimo Francesco Patierno, detto Kikko, fino alla scorsa stagione bomber neroverde e implicato nella vicenda di combine Picerno-Bitonto, scrive una lettera ai tifosi e alla città.

“Bitonto, bitontini, tifosi… Avete presente la sensazione di un treno in piena corsa che vi travolge e vi porta via con sé, senza lasciarvi alcuna possibilità di fuga?

Bene, è con quel tipo di umore che vi scrivo queste parole che sento di dovervi.

Partiamo dal principio: HO SBAGLIATO E CHIEDO PUBBLICAMENTE SCUSA!!!

E lo faccio con molta umiltà, pentimento e convinzione.

CHIEDO SCUSA a tutti voi che amate quella maglia e quei colori, se mi sono lasciato travolgere da qualcosa che era nettamente più grande di me.

Col senno di poi non lo rifarei affatto, ma purtroppo la vita non è fatta per tornare indietro, si può solo guardare avanti e pentirsi per un qualcosa che, nel mio caso, mi ha letteralmente stravolto due cose: la mia vita e la mia più grande passione.

Nonostante il bagliore accecante davanti a me, è guardandomi avanti che ho maturato il pensiero di essere ancora una persona corretta, leale, pulita d’animo.

Più di tutto, dopo chissà quante notti insonne passate a contare le mie lacrime, mi ritengo ancora un UOMO che con grande dignità STA AMMETTENDO PUBBLICAMENTE I SUOI ERRORI METTENDOCI LA FACCIA!!!

Quella faccia, che è la stessa che metto davanti ad una città intera, cosi come l’ho messa dinanzi alla Procura Federale e ai giudici della FIGC..

Non è stato per nulla semplice, ma ha rappresentato l’unico modo che ancora oggi conosco, per fare mea culpa, ed assumermi completamente le mie responsabilità.

Sto pagando per cio’ che ho fatto e lo sto facendo senza sconti, come é giusto che sia, ma non potete neanche immaginare quanto sia difficile e doloroso il cammino che ho intrapreso.

Ho sbagliato con una leggerezza tale che ancora oggi stento a crederci e talvolta, mi sembra ancora di vivere semplicemente un incubo dal quale basta darsi uno scossone violento per tirare un bel respiro e venirne fuori, ma cosi non è.

Così non è, e pago questo mio debito con cruda coscienza di ciò che è stato, ed infinito senso di responsabilità.

E, mi sia consentito dirlo, anche con un pizzico di orgoglio… non potevo continuare a vivere con questo rimorso .

Ho giurato a me stesso che mi farò promotore di iniziative sociali, affinché nessuno più si trovi a dover vivere un incubo, come quello che ho vissuto io. Fin da bambino, quando ancora credevo che dal calcio si potessero trarre solo emozioni e sensazioni positive, mi hanno sempre insegnato che non bisogna mai giudicare le persone dalle apparenze. MAI.

È facile dall’esterno parlare, giudicare, colpevolizzare e sparare la propria sentenza.

Ma quando si è protagonisti non voluto di un destino beffardo che ha già tracciato un sentiero per te e che puoi soltanto seguire senza alcuna alternativa, compromesso o via di fuga, come la mettiamo?

Ci sono volte in cui l’invisibile, fa più male del visibile.

Solo che il visibile rende tutto muto attorno a sé, mentre l’invisibile, fa esattamente l’opposto.

La verità processuale, le mezze e squallide verità dei giornali e le tragicomiche verità dei comizi in piazza, sono tutte ben lontane da quella realtà effettiva che continuo a nascondere in un cassetto segreto dei pensieri.

Un cassetto che, credetemi, pesa come un macigno sulla coscienza.

Quella coscienza che giorno dopo giorno non accenna a diminuire il proprio dolore lancinante all’interno del mio corpo, lasciandomi chiedere domandare infinite volte sul come sia stato possibile che tutta questa vicenda mi abbia trascinato via con sé.

Una delle cose che mi fa più male, forse quella che mi devasta a livello morale, è sapere di aver infranto il mito di tanti bambini.

Ero il loro eroe la domenica, ero quello che volevano diventare “KIKKO PATIERNO”, mentre oggi, sono solo Patierno il “venduto “ .

Aver tradito le loro aspettative, è la cosa che mi logora di più.

Ma forse, non è tutto perso.

Dagli errori, anche da quelli che ti stravolgono maledettamente la vita e la carriera, c’è sempre da imparare.

Così, mi auguro che questa vicenda possa essere ricordata da tutti coloro i quali un domani, saranno costretti a trovarsi sull’orlo del precipizio.

Mai farsi incantare dal canto delle sirene!!!

Perché il mare resta mare e le sirene sono solo creature mitologiche, inserite nei libri di epica.

Oggi, la cosa che viene più facile, è etichettare me come “venduto”, puntarmi il dito contro e poi dire “io non lo avrei fatto” ..

Vi chiedo non da calciatore di quella squadra, ma da semplice essere umano, di non guardarmi con occhi diversi, perché se solo aveste saputo, vissuto quegli attimi e quei secondi forse, avreste fatto quello che ho fatto io.

Se lasciate liberi i vostri occhi dalle catene delle vostre menti, vi accorgerete che io sono sempre lo stesso che avete acclamato ed osannato la domenica, quello che pur di portare in alto i colori della sua città, ha rifiutato fior di contratti in categorie superiori, quello che a suon di goal vi ha fatto applaudire ed urlare ogni domenica GOOOOOOLLLL, fino a farvi tornare a casa senza voce.

Sono quello che pur di onorare la maglia numero 9 nero verde, ha giocato con una sola gamba sopportando in silenzio dolori ed infiltrazioni, pur di dare sempre una mano ai propri compagni. SEMPRE! Quel kikko che in due anni e mezzo ha segnato (65 goal ) e che con quelle reti , ha contribuito a raggiungere quel sogno spezzatosi il 31 di agosto 2020.

So quello che valgo e so ciò che ho fatto , ma nulla e dico NULLA di quello che continuerete a dire e scrivere, potrà mai avvicinarsi alla verità.

Mi sono assunto le mie responsabilità e mi sono caricato sulle spalle una squadra ed una città intera, solo ed esclusivamente per salvare ciò che dopo la mia famiglia ho di più caro e che ho tatuato a pelle sul mio corpo e dentro l’anima…

Ed è proprio perché siamo veramente in pochi a conoscere questa maledetta verità, che non consento a nessuno di giudicare me e tantomeno la mia famiglia, nascosti dietro una tastiera.

Mi spiace, ma questo proprio non lo consento.

Mi addolora apprendere di come la mia città abbia dimostrato memoria corta in tutta questa faccenda, dimenticando tutto quello che ho fatto..

Ribadisco, HO SBAGLIATO E STO ESPIANDO LA MIA PENA, MA LE COSE CHE CI VENGONO RACCONTATE NON SEMPRE SONO CORRISPONDENTI ALLA VERITÀ, SPECIE SE A RACCONTARE CI SONO LUPI CATTIVI VESTITI DA CAPPUCCETTO ROSSO!!!

In questo inferno a forma di incubo, ho ancora la forza di sognare e quel sognare, mi porta a pensare che una volta terminata la mia squalifica, potrò tornare a calcare i campi di calcio di tutta Italia, continuando a far parlare solo ed esclusivamente per me , i miei più fedeli amici : i goal!!!!

Auguro a quella stessa BITONTO di incontrare prima o poi un altro numero nove in grado di dare l’anima o anche qualcosa in campo, come ho fatto io in questi anni, scrivendo record su record e pagine di storia.

Pagine che ora appaiono strappate di forza o che non sanno se ci sarà ancora una penna a scriverne ancora altri capitoli.

Sentite accorate scuse”.

sabato 19 Settembre 2020

(modifica il 28 Giugno 2022, 14:58)

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giuseppe
giuseppe
3 anni fa

… accogliamo questo fratello come il figliol prodigo

G.T.
G.T.
3 anni fa

una lettera dal sapore amaro e con una sola richiesta: amore. Se amiamo gli animali, accogliamo gente di altre nazioni allora perchè non porgere la mano? sicuramente l'essere umano non è giudice del proprio simile. scrivo soltanto un paio di frasi tratte dalla Bibbia:
“nessuno tocchi Caino”
“chi è senza peccato scagli la prima pietra”.
In bocca al lupo!

Giovanni Luciani
Giovanni Luciani
3 anni fa

Io non sono di Bitonto ma seguo il calcio dilettantistico da sempre, mi dispiace tantissimo per i tifosi, la dirigenza e la città, ma difronte ad una lettera simile non posso che chiedere a tutti i Bitontini di perdonarlo. Vi auguro una buona vita a Tutti.