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Striscione antimafia di Libera, parla il referente del presidio di Bitonto

Mariagrazia Lamonaca
Lo striscione antimafia di Libera Presidio di Bitonto
Brascia a BitontoLive: «Generale incomprensione della situazione che ha portato alla protesta degli inquilini»
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Si è concluso con un polverone mediatico il campo estivo “E!state Liberi”, organizzato dal presidio Libera di Bitonto. I diciannove ragazzi che vi hanno partecipato, provenienti da Brescia e Bergamo, hanno voluto festeggiare la fine del campo esponendo uno striscione che recitava “Ieri mafia, oggi Libera, domani liberi“, suscitando le proteste degli inquilini che occupano lo stesso stabile dell’appartamento confiscato ad un boss mafioso, dov’è stato affisso lo striscione.

La notizia è subito rimbalzata agli onori della cronaca nazionale, suscitando molte reazioni, sia da parte delle istituzioni che dei semplici cittadini.

Il sindaco Michele Abbaticchio ha immediatamente preso le difese dei ragazzi di Libera: «Un danno all’immagine per un messaggio contro la mafia? Il danno all’immagine vero era essere nello stesso condominio di un boss mafioso senza denunciare nulla. C’è ancora molto da fare perché in questo campo, diciamolo pure, non abbiamo fatto abbastanza. In nessun periodo politico. Io mi vergogno per tutti, anche di me stesso. Rialziamo la testa e seguiamo quei ragazzi. L’esercito che ci salverà sono sempre loro».

BitontoLive ha interpellato Vincenzo Brascia, referente del presidio Libera di Bitonto, attivo dal 2014.

Perché i condomini della palazzina hanno reagito così?

«Credo ci sia stata una generale incomprensione della situazione che ha portato gli inquilini dello stabile ad una chiusura, forse perché hanno ingigantito un po’ la questione. Sono andati in delegazione a protestare prima al Comune e poi ai Carabinieri. Lo slogan esposto dai ragazzi è stato solo un modo per concludere il percorso del campo estivo durato una settimana e non voleva essere un affronto per nessuno».

Come hanno reagito i ragazzi a questa notizia?

«Loro hanno molto apprezzato quello che hanno fatto durante la settimana del campo estivo e sono stati contenti di aver lasciato un segnale importante per tutti. Infatti questo episodio ci ha permesso di far conoscere a molta gente quelle che sono le nostre attività, perché non tutti conoscono la situazione dei beni confiscati a Bitonto. Dunque se tutto questo è servito anche a smuovere un po’ le acque, ben venga. Ci siamo quindi riproposti di spiegare in seguito cosa è un bene confiscato e di cosa si occupa la nostra associazione».

Al di là di queste polemiche, qual è il bilancio del campo estivo appena concluso?

«È andato al di sopra delle nostre aspettative. È stato un percorso che ha richiesto una lunga preparazione nei mesi scorsi. È un’esperienza che serve a creare legami, approfondire argomenti, scambiare idee. I ragazzi sono andati via davvero entusiasti, anche a seguito di quello che hanno visto e vissuto a Bitonto, soprattutto dal punto di vista culturale. Hanno apprezzato il centro storico, i nostri cibi, i nostri sapori, la campagna. Penso che siamo riusciti a lasciare un segno anche nel resto della cittadinanza che adesso è certamente più consapevole su questi argomenti, anche se c’è ancora da lavorare molto».

martedì 1 Agosto 2017

(modifica il 28 Giugno 2022, 23:02)

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